CANOVA, Pietro Antonio
Figlio di Pietro Giuseppe, nacque nel 1738 ad Occhieppo Superiore (Vercelli). Laureato in legge, il C. entrò ben presto nella segreteria di Stato della Guerra, tenuta dal conte Bogino, ministro di Stato e primo segretario di Guerra del Regno sardo. Allievo di questo nella scienza di governo e della pubblica amministrazione, il C. ricoprì cariche politiche e assolse con successo compiti di rilievo, inserendosi nella piccola élite di avvocati burocrati di origine borghese, stretti collaboratori del sovrano e artefici del riformismo settecentesco subalpino. Il 24 sett. 1764 veniva nominato segretario di Guerra per gli affari di Sardegna, dopo aver tenuto presso lo stesso ufficio la carica di sottosegretario per quattro anni (1760-1764). Per la particolare "abilità, applicazione ed esattezza" con le quali tenne tali incarichi fu nominato segretario di Guerra il 27 marzo 1770, e quindi primo ufficiale della stessa segreteria il 10 genn. 1772. Ricoprendo tale carica, il C. ebbe una parte di rilievo nei rapporti tra la diplomazia sarda e quella pontificia per l'attuazione dell'Istruzione di Benedetto XIV del 1741; tra l'altro fu tra coloro che si adoperarono fortemente per l'erezione di Biella in diocesi vescovile (1772). Compose, inoltre, con successo le gravi liti insorte tra il Regio demanio e alcuni possessori di beni lungo il Po, per la rettilineazione delle sponde del fiume stesso. Nel 1781 il C. veniva nominato intendente generale della città e provincia di Casale (20 febbraio), essendosi resa vacante tale sede per dimissioni del conte Mallone. Due anni dopo, il 12 dic. 1783, riceveva le cariche di intendente generale d'artiglieria e di consigliere delle Finanze. Quale titolare di quest'ultimo ufficio ebbe il compito di sovrintendere alla nuova monetazione del Piemonte (1785) e, in attestato del gradimento regio per il suo operato, gli fu assegnata la somma annua di lire 1.500, oltre i suoi onorari (20 marzo 1787). Il 9 genn. 1790 il C. fu elevato al grado di intendente generale delle Regie gabelle; nella patente di nomina vengono a lui riconosciute particolari cognizioni e vigilante attività, atte a garantire una retta amministrazione del principale ramo delle rendite dello Stato.
Il C. non fuestraneo alla vita culturale della Torino settecentesca vivificata dalle società Sampaolina e Filopatria. Nel gennaio 1785 fupubblicato un suo scritto (Directions pratiques pour servir à la récolte et à la production artificielle du salpêtre,avec la manière de l'extraire des terres et autres matières,et de le reduire par l'évaporation en salpêtre brut,dit communément de cuite, Torino 1785), in cui si indicano nuove regole per la fabbricazione del nitro e per l'affinamento di esso, e si cercano i mezzi per favorirne e promuoverne la produzione, onde liberare gli abitanti delle case dalle incomode visite dei raccoglitori di quel sale. Il valore dell'attività scientifica del C. fu riconosciuto dai suoi contemporanei: di lui Prospero Balbo celebrava la "valentia sperimentale e le capacità speculative"; Papacino D'Antoni gli professò costante stima tanto da nominarlo erede dei suoi preziosi libri e manoscritti, che alla morte del C. passarono alla biblioteca reale.
Il C. morì nel 1790. Il 3 maggio 1791 venne riconosciuta una pensione alla vedova di lui, Teodora Bruno, ed alle figlie Polissena e Delfina.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sez. I, Vescovadi, Biella, m. 1 (1771-1773); Ibid., Sez. Camerale, Patenti Controllo Finanze, reg. 32, f. 111; reg. 36, f. 90;reg. 43, f. 83; reg. 47, f. 1; reg. 53, f. 168; reg. 64, f. 41; reg. 71, ff. 5, 6; reg. 79, f. 51; reg. 84, f. 24; Biglietti regi, reg. 10, f. 66; reg. 11, f. 6; Ibid., Insinuazione di Torino, 1790, lib. 8, c. 1735; Accademia delle Scienze di Torino, Miscellanea, 3, XVI; Biblioteca Oltremontana e Piemontese, XII (1791), p. 299; Mémoires de l'Académie Impériale (Torino), XV (1805), pp. 281, 376; V. Galli della Loggia, Cariche del Piemonte e paesi uniti, II, Torino 1789, pp. 313, 349; G. Casalis, Dizionario geografico,storico,statistico,commerciale degli Stati di S. M. il redi Sardegna, XIII, Torino 1845, pp. 10 s.; G. Maffei, Antichità biellesi, Biella 1883, p. 228; L. Borello-M. Zucchi, Blasonario biellese, Torino 1929, p. 21; C. Calcaterra, Il nostro imminente Risorgimento, I, Torino 1935, pp. 407, 437; Id., I filopatridi, II, Torino 1941, pp. 44, 53.