BONDIOLI, Pietro Antonio
Nato a Corfù nel 1765 da Giacomo e da Chiara Marsili, si dedicò agli studi letterari. Trasferitosi poi a Padova, vi iniziò gli studi fisico-medici, allievo prediletto di M. Cesarotti; dal 1787 al 1789 fu alunno dell'Accademia patavina, e il 1º luglio 1789 si laureò in medicina presso quella università. Dopo la laurea, il B. esercitò dapprima a Venezia, quindi, per ordine del governo, a Montona, nell'Istria; successivamente, dopo un altro periodo trascorso ancora a Venezia, fu inviato al seguito dell'ambasciatore veneto F. Vendramin a Costantinopoli. Si recò poi a Corfù, ma vi rimase poco tempo: al seguito dell'armata francese, della quale faceva parte come medico, egli si trasferì a Parigi. Dopo la battaglia di Marengo, fece parte dei trenta medici designati a scendere in Italia al seguito dell'esercito. Nel 1803 gli fu assegnata la cattedra di materia medica presso l'università di Bologna, e in questa città fu nominato membro della Società italiana. Nel 1806 successe a A. Comparetti nell'insegnamento della medicina clinica nell'università di Padova. Recatosi nuovamente a Bologna in qualità di elettore del collegio dei dotti, che per ordine di Napoleone doveva eleggere il senato, vi morì il 16 settembre 1808.
Valente medico pratico e dotato di vasta cultura, il B. fu autore di una Memoria sopra l'aurora boreale letta all'Accademia di Padova il 15 dic. 1790, per la quale ottenne l'elogio di G. Toaldo e di A. Volta; egli riprese poi l'argomento nel 1801, con una Memoria sopra le aurore boreali locali letta all'Accademia della Società italiana delle Scienze. In precedenza, nel periodo in cui era stato alunno dell'Accademia di Padova, egli aveva letto tre memorie su argomenti medico-fisiologici: tra queste, degna di interesse è quella sul sonno, il cui meccanismo fu da lui spiegato sulla base di una periodica variazione del flusso ematico nel cervello, ove le differenti velocità di entrata e di uscita della corrente sanguigna nei vasi genererebbero dapprima una pletora seguita dal sonno, quindi una deplezione con il conseguente risveglio. Del 1789 è pure la sua polemica con M. Girardi, e poi con l'allievo di questo Callane, sulla anatomia del testicolo: sostenendo le affermazioni di L. Caldani, il B. osservò e descrisse nell'organo la presenza di tre tuniche, la vaginale comune, la vaginale propria del testicolo, la vaginale propria del cordone spermatico (Lettera sulle vaginalidel testicolo…, Verona 1789).
Fonti e Bibl.: M. Pieri, Elogio del Signor P. A. B., in Memorie della Società Italiana delle Scienze, XV (1810), parte 1, pp. I-XXV; V. Monti, Epistolario, a cura di A. Bertoldi, III, Firenze 1929, pp. 292 s.; U. Foscolo, Epistolario, a cura di P. Carli, I, Firenze 1949, pp. 24 s.; B. P. A., in Dizionario classico dimedicina..., XXIII, Venezia 1835, pp. 24 s.; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri..., V, Venezia 1837, pp. 98-102; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, pp. 290, 939; L. Simeoni, Storia dell'Univ. di Bologna, II, Bologna 1940, p. 156; A. Hirsch, Biogr.Lex. der hervorr.Ärzte..., I, München-Berlin 1962, pp. 618 s.