pietoso (piatoso, da ‛ piatate ', forma popolare toscana con assimilazione regressiva)
È È anzitutto " chi prova pietà " per le sventure altrui, ed è quindi mosso a prestargli aiuto: l'epiteto può dunque ben riferirsi a Beatrice che soccorse il poeta smarrito nella selva (If II 133), e se è vero che D. " non si ricorda né di Lucia né di Maria che furono prima pietose di lui che Beatrice o Virgilio " (Castelvetro), è pur vero che " la sola Beatrice discese dal Cielo nel Limbo in suo soccorso " (Scartazzini-Vandelli).
Ma questo - una delle due sole occorrenze della Commedia - è caso isolato: è soprattutto nella Vita Nuova (e nelle Rime) che l'aggettivo trova il suo più largo impiego, assunto a qualificare la donna che, in un periodo di particolare abbattimento del poeta (si è appena compiuto l'anno dalla morte di Beatrice) da una finestra volge su di lui lo sguardo sì pietosamente... che tutta la pietà parea in lei accolta (Vn XXXV 2), sicché egli conclude: E' non puote essere che con quella pietosa donna non sia nobilissimo amore (§ 3; XXXVI 2).
La compassione che ella prova per il poeta le si riflette nell'aspetto (si facea d'una vista pietosa e d'un colore palido quasi come d'amore, XXXVI 1; per altre occorrenze in questo senso, v. oltre); il conforto che egli ne prova lo turba, come indizio di un troppo facile superamento del dolore per Beatrice, e provoca un contrasto fra i suoi sentimenti: L'anima dice al cor: " Chi è costui / che vene a consolar la nostra mente...? " / Ei le risponde: " Oi anima pensosa, / questi è uno spiritel novo d'amore / ... e la sua vita... / mosse de li occhi di quella pietosa / che si turbava de' nostri martiri (XXXVIII 10 13, sostantivato; cfr. anche al § 3, con valore predicativo).
Di questa gentile donna, cui feci menzione ne la fine de la Vita Nuova, il poeta si ricorderà nel Convivio (II II 1), dove rievoca appunto la battaglia tra i pensieri da lei provocata (cfr. § 3 e Voi che 'ntendendo 14 ss.; al v. 46 - ripreso in X 2 e 5 - l'anima è invitata a considerare quanto la donna è pietosa e umile; al v. 32 [ripreso in IX 2] l'aggettivo - ancora sostantivato e nella forma piatoso - è riferito, nelle parole dell'anima, al pensero [di Beatrice] che m'ha consolata. Per la questione delle due donne, della Vita Nuova e del Convivio, cfr. la voce DONNA GENTILE).
È ancora la Donna gentile, secondo alcuni, ma Beatrice secondo la maggior parte dei critici (v. la lunga nota del Barbi, in Barbi-Maggini, Rime 244 ss.) la protagonista di E' m'incresce di me, cioè la bella cosa / che... mai non fu pietosa (Rime LXVII 92): ma la questione non tocca il valore dell'aggettivo, che è sempre quello di " compassionevole ", con specifico riferimento alle pene d'amore. Analogamente in una ‛ petrosa ': così foss'ella più pietosa donna / ver me (" più comprensiva ", Barbi-Pernicone, a Rime CII 45), cui risponde, nella ‛ petrosa ' successiva, il proposito del poeta: S'io avessi le belle trecce prese / ... con esse passerei vespero e squille: / e non sarei pietoso né cortese, / anzi farei com'orso quando scherza (CIII 70).
Un altro personaggio della Vita Nuova è detto donna pietosa, nell'incipit della canzone a lei dedicata (XXIII 17 1, anticipato al § 16): è quella meco di propinquissima sanguinitade congiunta (§ 12) che, veggendo li occhi miei pien di pietate, cioè di " angoscia " - il poeta si è appena risvegliato dalla ‛ visione ' della morte di Beatrice - si mosse con paura a pianger forte (§ 17 4 e 6); p. sta a significare la viva partecipazione a un dolore, che però non sa concretarsi in un apporto di aiuto.
Anche Amore si mostra talvolta p., o del pianto del poeta (Rime LXXXIII 4), o del miserevole stato in cui vede Drittura: pietoso e fello [" preso da pietà e pien di cruccio ", Barbi-Pernicone], / di lei e del dolor fece dimanda (CIV 29).
Rientra nell'ambito più vasto di cui si sono già visti esempi l'occorrenza di Pg XI 57 cotesti [D.]... / guardere' io, per veder s'i' 'l conosco, / e per farlo pietoso a questa soma, " idest, ut compateretur gravi oneri meo " (Benvenuto). Anche in questo caso il senso di pietà deve tradursi in azione: e infatti il Mattalia nota il " superbo ritegno " di Omberto, che " non chiede direttamente a Dante di pregare per lui, come hanno fatto altre anime: la richiesta è sottintesa: il pregare, conseguenza della pietà provata ".
L'unica presenza di p. nella prosa del Convivio si lega strettamente al valore del latino pius, tanto più che si tratta di un riferimento a Virgilio che, d'Enea parlando, in sua maggiore loda pietoso lo chiama (cfr. Aen. I 544-545 " quo iustior alter / nec pietate fuit nec bello maior et armis ": è la pietas ‛ erga deos, erga parentes, erga patriam ').
Il sentimento di pietà si riflette talvolta nell'aspetto esterno, nell'atteggiamento (cfr. Vn XXXVI 1, citato); Voi, donne, che pietoso atto mostrate..., Rime LXXI 1; e anche: ne l'ultima [parte del sonetto] dico perché altri doverebbe avere pietà, e ciò è per la pietosa vista che ne li occhi mi giugne; la quale vista pietosa è distrutta, cioè non pare altrui, per lo gabbare di questa donna, dove la pietosa vista è l'" aspetto che ispira pietà " (Pazzaglia, a Vn XV 8; e cfr. il § 6), che si manifesta particolarmente nello sguardo.
In qualche caso il compito di commuovere è affidato alla poesia: propuosi di fare uno sonetto... e acciò che più paresse pietoso..., " atto a suscitar pietà, commovente " (Sapegno, a Vn XL 5); la ballata mia pietosa (Rime LXXX 2) " è comunemente interpretata per ‛ degna di compassione ', ‛ che merita pietà ' [così Contini, Del Monte], e si può accettare, purché s'intenda che la ballata dirà cose che susciteranno la pietà di chi le ascolta verso il poeta [è l'interpretazione condivisa dal Pazzaglia]. Cfr. Li occhi dolenti [Vn XXXI 17; cfr. anche i §§ 3 e 7] v. 71: ‛ Pietosa mia canzon, or va piangendo ' " (Barbi-Pernicone), dove il Sapegno spiega " dolente, commossa ".
Nel Fiore l'aggettivo assume spesso un'intonazione ironica, legata al carattere dei personaggi cui è attribuito. È ancora nel senso di " compassionevole " nelle parole di Falsembiante alla Vecchia (gentil madonna preziosa / che sempre foste e siete pïetosa, / che vo' aggiate merzè del buon valletto!, CXXXVIII 3), ma per lo più significa " pio " e ricorre come predicativo di ‛ parere ', a sottolineare che si tratta, appunto, di un'apparenza che non trova riscontro nella realtà: La cera nostra par molto pietosa, / ma non è mal nessun che non pensiamo, LXXX 12; Falsembiante sta con quei religiosi che tali non sono se non in vista, / che fan la cera lor pensosa e trista / per parer a le genti più pietosi (LXXXIX 4), e, dal canto suo, agnol pietoso par quand'uon l'ha visto / ... ma egli è dentro lupo per natura (CXXIII 5; il Petronio rimanda a Roman de la Rose 11717-18," che a sua volta traduce Matteo, VII, 15: qui venerunt ad vos in vestimentis ovium, intrinsecusa autem sunt lupi rapaces ").
Non più ironico, in XC 13 religïone... / grana nel cuor umile e piatoso (la dittologia è ripresa all'inizio del sonetto successivo, cuore umile e piano; e cfr. Roman de la Rose 11027) e XCV 7, ancora in dittologia (caritevoli e pietose).
Oltre a queste or ora segnalate, si ricordino le altre dittologie, già viste: pietoso e fello (Rime CIV 29), pietosa e umile (Cv II Voi che 'ntendendo 32), pietoso né cortese (Rime CIII 70); inoltre il costrutto pietoso a questa soma (Pg XI 57), per cui cfr. If V 117 a lagrimar... tristo e pio.
V. anche PIETÀ; Pio.