PIETILÄ E PAATELAINEN
Studio di architettura finlandese, incentrato sulla collaborazione professionale dei due architetti Reima Frans Ilmari Pietilä e Raili Inkeri Marjatta Paatelainen, coniugi dal 1961.
Pietilä, nato a Turku il 25 agosto 1923, morto a Helsinki il 26 agosto 1993, compì gli studi presso l'Istituto di Tecnologia di Helsinki, sviluppando la lezione del suo maestro A. Aalto, di cui è stato il successore nella guida dell'architettura scandinava. Dal 1972 al 1979 insegnò all'università di Oulu, originando una singolare corrente ''informale-organica'', che tuttavia troverà forte opposizione nel regionalismo nordico a matrice postmoderna nella stessa scuola di Oulu.
Paatelainen, nata a Pieskaemaeki il 15 agosto 1926, si laureò all'Istituto di Tecnologia di Helsinki nel 1956 e subito dopo entrò nello studio di Aalto a Rovaniemi, dove compì la sua formazione. Nel 1958 si trasferì a Londra presso lo studio ACP (Architects Cooperative Partnership). Ultimato il tirocinio, nel 1960 iniziò a Helsinki l'attività professionale in coppia con il futuro marito. A partire dal 1960, e fino alla scomparsa di Pietilä, i due architetti firmano assieme ogni progetto formando un sodalizio fecondo.
All'inizio degli anni Sessanta vinsero il concorso indetto dall'unione studentesca del Politecnico di Otaniemi per il centro Dipoli con un intervento singolare, contrassegnato da una frastagliata copertura in rame immersa nel paesaggio, che li segnalò all'attenzione mondiale (v. App. IV, i, tav. xxxvi). Dipoli e la recente biblioteca di Tampere, considerata come il capolavoro dello studio P. e P., a distanza di più di un ventennio l'uno dall'altra, consentono un significativo bilancio: rocciosa, radicata o come evocata dall'ambiente naturale la prima opera, priva di inibizioni strutturali e mimetiche, nonché di freni linguistici l'ultima (v. finlandia: Architettura, in questa Appendice, ii, p. 243 e tavv. xxxiv, 4 e 5; la seconda tav. riproduce un dettaglio del Centro plurifunzionale realizzato nel 1987 a Hervanta, Tampere), rappresentano i vertici di un itinerario spettacolarmente consequenziale, raramente segnato da minimi ripensamenti, del resto subito rientrati. Infatti il quartiere di Tapiola (1969), la chiesa di Kaleva, anarchicamente configurata da una cinta di setti irregolari concavi (1966), gli edifici ecclesiastici di Hervanta e di Lieksa, il nucleo commerciale vicino a Tampere (1979), il complesso per l'Emiro del Kuwait (1981), l'elegante ambasciata finlandese a Nuova Delhi (1985) e la biblioteca municipale di Tampere (1978-86) costituiscono altrettante tappe verso la creatività più schiettamente non convenzionale.
Eredi, in senso antinaturalistico, di Aalto, come di Scharoun, Wright o Goff, P. e P. hanno asserito la necessità di un'espressione nazionale, non inquinata cioè dagli stili internazionali, che associ al concetto di forma un "metodo di approccio morfologico" dallo sviluppo aperto. Coniugano, perciò, inedite plasticità di stampo artigianale con l'uso di tecnologie sofisticate e del computer, quale verifica avanzata e ''reale'' di un universo progettuale in cui vige il predominio della fantasia.
Bibl.: C. Benincasa, Il labirinto dei Sabba, Bari 1979; Raili e Reima Pietilä, in Werk, Bauen+Wohnen, 7-8 (luglio-agosto 1985); Pietilä. Modernin arkkitehtuurin välimastoissa, Catalogo del Museo dell'architettura finlandese e del Museo Alvar Aalto, Helsinki-Jyväskylä 1985; B. Zevi, Dove osano gli urogalli, in L'Espresso, 1° maggio 1988.