HOOFT, Pieter Corneliszoon
Poeta e storico olandese, nato il 16 marzo 1581 ad Amsterdam, morto a L'Aia il 24 maggío 1647. Era già socio della camera di retorica De Egelantier (La rosa selvatica, v. amsterdam, III, p. 53), aveva scritto la tragedia Achilles en Polyxena, e conosceva parecchie lingue, avendo anche tradotto varie liriche del Petrarca, allorché nel 1598 compì un lungo viaggio d'istruzione in Francia, in Italia e in Germania. A Firenze assisté alla rappresentazione dell'Euridice di O. Rinuccini e I. Peri, che pare producesse su lui grandissima impressione. Certo, l'interesse per la cultura italiana dominò tutta la vita del H. Ritornato, scrisse altre tragedie: Theseus en Ariadne (1602) e poi il delizioso dramma pastorale Granida (1605) che ricorda da vicino il Pastor Fido del Guarini. Dalla stessa epoca datano molte delle sue liriche armoniose e melodiose, ispirate, per contenuto e forma, al Petrarca. Egli è inoltre il grande maestro del sonetto. Studiò a Leida giurisprudenza e storia fino al 1609, quando dallo statolder Maurizio fu nominato balì del Gooiland con sede nel castello medievale di Muiden, dove visse fino alla morte, solo passando l'inverno ad Amsterdam.
Scrisse nel periodo 1610-1620 altre tragedie, di cui due di soggetto storico: Geraerdt van Velzen e Baeto o l'origine degli Olandesi. Più importante la commedia Warenar (1614), trasposizione dell'Aulularia di Plauto in ambiente amsterdamense, nella quale la vita della città cosmopolita e pur piccolo borghese è reso in modo magistrale.
Nel castello di Muiden il H. e la moglie, Cristina van Erp, seppero riunire numerosi letterati e studiosi, formando quel Muiderkring (circolo di Muiden), in cui si studiavano con zelo il Petrarca, il Tasso, il Guarini, e che ha grandissima importanza nella storia letteraria dell'Olanda.
Dopo il 1620 il H. non scrisse più per il teatro, ma oltre che alle liriche - e anche quelle dell'età matura sono gioielli di finezza - si dedicò soprattutto alla storia. A una Vita di Enrico IV di Francia (1626) seguirono le Rampzaligheden der verheffing van den Huize van Medici (Sciagure dell'ingrandimento della casa dei Medici), pubblicate postume. Dopo 14 anni di lavoro, pubblicò nel 1642 i primi 20 libri (dal 1555 al 1585) delle Nederlandsche Historiën, magnifico esempio di storiografia umanistica, vivace nelle descrizioni, mirabile per effetti stilistici e per chiarezza, pregnanza e precisione di lingua, conseguite attraverso l'attento studio di Tacito, da lui tradotto per ben due volte. Sicché per questa opera, e per il suo bellissimo epistolario, il H. è da considerare quale il maggior prosatore del Seicento; grande purista, e padrone assoluto della lingua, ch'egli contribuì potentemente a formare. Altrì 7 libri delle Historiën furono pubblicati postumi (1694).
Di carattere aristocratico, amico di Cartesio, ammiratore di Montaigne e della filosofia stoica, spiritualmente fuori del cristianesimo, il H. visse estraneo e ostile ai dissidî religiosi del suo tempo.
Edizioni: Delle opere poetiche la migliore edizione è quella di F. S. Stoett, Amsterdam 1899; le lettere furono pubblicate a Leida nel 1855-1857 in 4 volumi delle Nederlandsche Historiën esistono numerose buone edizioni.
Bibl.: G. Brandt, het leven van P. C. H., Amsterdam 1677; J. O. Breen, H. als schrijver der Nederlandsche Historiën, Amsterdam 1894.