PIETAS
. Divinità astratta dei Romani, che esprime l'insieme dei doveri che l'uomo ha sia verso gli uomini in genere e verso i genitori in specie ("iustitia erga parentes pietas nominatur", Cic., Part. or., 78), sia verso gli dei e che in questo caso s'identifica con la religione ("est enim pietas iustitia adversus deos", Cic., De nat. deor., I, 116). Esempio solenne di questo doppio significato di pietas lo porge Enea, il quale, mentre compie verso il padre i doveri di figlio, compie anche scrupolosamente i doveri religiosi che la sua missione gl'impone.
Nell'epoca imperiale la pietas degl'imperatori è largamente documentata. Tiberio fece coniare monete con la scritta Pietas Augusta e votò un'ara (poi consacrata da Claudio) in occasione di una malattia di Livia. Quando più imperatori sono al governo, la pietas sta a indicare la buona armonia che regna tra loro, mentre la pietas delle iscrizioni militari esprime l'attaccamento delle varie legioni all'imperatore (Pietas legionis). In questo stesso senso la colonia dedotta a Pola sullo scorcio della repubblica si chiamò Pietas Iulia. Due templi erano in Roma dedicati alla Pietas: uno stava nel Foro Olitorio presso il teatro di Marcello, votato da Acilio Glabrione nella battaglia contro Antioco alle Termopile nel 191 e dedicato da suo figlio dieci anni dopo; l'altro stava nel Circo Flaminio presso il tempio di Nettuno ed era in modo particolare consacrato alla pietas tra genitori e figli. Nelle monete la Pietas è rappresentata spesso con una cicogna a fianco, perché questo animale era ritenuto assai premuroso verso i suoi (ciconia pietatis cultrix).