NICOLE, Pierre
Teologo e polemista, nato a Chartres il 19 ottobre 1625, morto a Parigi il 16 novembre 1695. Studiò a Parigi, dove il 23 luglio 1644 conseguì il grado di magister artium. Dedicatosi quindi agli studî teologici, divenne baccelliere in teologia il 17 giugno 1649, e si ritirò quindi a Port-Royal dedicandosi all'insegnamento letterario nelle petites écoles. Pubblicò allora un Epigrammatum delectus (Parigi 1659) con note e dissertazioni, scrisse in collaborazione con A. Arnauld (v.) una Logique ou l'art de penser (Parigi 1662) e collaborò alla grammatica di Lancelot (v.). Ma il suo soggiorno a Port-Royal ha importanza soprattutto perché legò strettamente il N. alle sorti del cenacolo giansenista che faceva capo ad Antoine Arnauld e a B. Pascal e caratterizzò una parte notevolissima dell'attività letteraria e polemica del N., la quale, almeno fino al 1070, è diretta quasi esclusivamente alla difesa dei giansenisti (H. Bremond ha messo in luce l'importanza dell'intervento del N. nella questione della distinzione tra il fatto e il diritto; v. giansenio) e all'offesa dei loro avversarî.
La maggior parte di questa letteratura teologico-polemica è redatta in collaborazione e spesso pubblicata pseudonima (i principali pseudonimi usati dal N. sono. Guglielmo Wendrock, Paolo Ireneo, Profuturus, le sieur Damvilliers, un avocat au Parlament, monsieur de Rosny), sicché non sempre è agevole distinguere l'opera di N. da quella dei suoi amici. Soprattutto stretta la collaborazione fra N. e Arnauld. È certo che N. fornì schemi e materiali per le Lettres provinciales del Pascal e scrisse la maggior parte (il resto è di Arnauld e, forse, di Pascal) degli pseudonimi Avis de MM. les curés de Paris (1656-1659) contro le dottrine morali e politiche dei gesuiti (v. lassismo). Opere personali di N. sono la sua famosa traduzione latina delle Provinciali con note e dissertazioni (Colonia 1658) e le non meno celebri Lettres sur l'hérésie imaginaire (1664) in difesa dei giansenisti. Va ricordata anche la collaborazione di N. alla traduzione del Nuovo Testamento usata a Port-Royal.
Nel frattempo N. aveva abbandonato Port-Royal per Parigi, accompagnandovi (1655) l'Arnauld; dopo breve separazione (1638) dovuta a un viaggio di N. in Germania, i due amici si riunirono di nuovo soggiornando soprattutto a Châtillon, a Parigi e a Port-Royal. Nel 1676 N. chiese al vescovo di Chartres di essere ammesso agli ordinì sacri, ma non fu esaudito e per tutta la sua vita rimase semplice tonsurato. Costretto ad abbandonare la capitale in seguito alla sua Lettre des évêques de Saint-Pons et d'Arras au pape Innocent XI (1677) contro i casisti, si trasferì (1679) nel Belgio e solo nel 1683 ottenne il permesso di ristabilirsi in Francia. Negli ultimi anni della sua vita trascorsi a Parigi prese parte alla polemica quietistica (v. quietismo) a fianco del Bossuet e contro il Fénelon.
"Janséniste malgré lui", "jésuite" o "moliniste manqué", è stato definito il N. da H. Bremond, che ha dato una raffigurazione di lui ben lontana da quella che la sua attiva partecipazione alle polemiche giansenistiche lascerebbe supporre. Non pare dubbio infatti che si stenterebbe a definire giansenistica la dottrina della grazia generale difesa dal N., a grande scandalo dei suoi amici di Port-Royal, nel Traité de la grâce générale (pubblicato postumo nel 1715). E se la caustica, astratta abilità del Bremond nel porre in contrasto il più vero e profondo N. col suo atteggiamento pratico sembra qualche volta forzare una realtà suscettibile di un giudizio meno definito, non si può negare che il Bremond ha buon giuoco quando vede in N. soprattutto il moralista degli Essais de morale (1672, 1687, 1688), patrocinatore di una morale "fondamentalmente sana e quasi vicina all'ottimismo salesiano" al quale manca il senso del vivente contatto con Dio; quando cerca la chiave di quest'anima razionalmente, borghesemente religiosa, nel suo istintivo, irriducibile antimisticismo (v. soprattutto Les visionnaires, 1665, 1666; Traité de l'oraison, Parigi 1679; Réfutation des principales erreurs des quiétistes, 1695).
Bibl.: Abate Goujet, Vie de M. Nicole et l'histoire de ses ouvrages, in Essais de morale, XIV, Lussemburgo 1732; H. Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, IV, Parigi 1929, pp. 419-588; utile per orientarsi nell'intricato dedalo delle opere di N. e delle loro molteplici edizioni è l'articolo di J. Carreyre, in Dictionnaire de théologie catholique, XI, coll. 634-646.