WALDECK-ROUSSEAU, Pierre-Marie-Ernest
Uomo di stato francese, nato a Nantes il 2 dicembre 1846, morto a Corbeil il 10 aprile 1904. Educato alle tradizioni repubblicane, si laureò in diritto a Parigi. Pur continuando i suoi studî giuridici, s'iniziò alla vita politica seguendo le sedute della Camera dei deputati. Dopo aver preso parte alla guerra franco-tedesca nelle file della legione di Saint-Nazaire, fece ritorno in quella città, e vi rimase fino al 1873, anno in cui s'iscrisse al foro di Rennes. Avvocato di vaglia, combatté nei giornali, dopo il 16 maggio, la politica di Mac-Mahon, e fu eletto deputato di Rennes nell'aprile 1879. Gambettista convinto, era partigiano di un governo forte, ma nello stesso tempo abbastanza liberale da autorizzare la libertà di stampa e la libertà di riunione; e rimase fedele a questo programma. Quando il 14 novembre 1881 Gambetta formò il suo grande ministero, affidò al W.-R. il portafoglio dell'interno: a questo posto, prese una grande parte all'elaborazione della legge del 1884 sui sindacati operai: elementi, per lui, d' una legge più generale sul diritto di riunione e di associazione. Dopo la caduta di Gambetta, W.-R. entrò nel ministero Jules Ferry come ministro dell'Interno.
Dopo la caduta del ministero Ferry (20 marzo 1885) fu rieletto deputato alle elezioni legislative, ma non si ripresentò nel 1889. Tenutosi quindi lontano dalla vita politica dal 1889 al 1894, iscritto al foro di Parigi, difese numerosi e grandi processi (processo Humbert, processo Coquelin contro la Comédie-Française, processo del papa contro il testamento di Plessis-Bellière). All'epoca dell'affare di Panama, egli sostenne il de Lesseps e difese l'Eiffel. Nell'ottobre del 1894, fu eletto senatore della Loira. Candidato alla presidenza della repubblica, dopo le dimissioni di Casimir-Périer, si ritirò dopo il primo turno a favore di Félix-Faure. Dopo gl'incidenti di Longchamp, nel 1899, fu chiamato, in piena crisi dreyfusista, alla presidenza del consiglio (29 giugno 1899). Formò allora un ministero di difesa repubblicana, affidò il portafoglio della guerra al generale G.-A.-A. de Galliffet e quello del commercio ad A. Millerand: si prefiggeva di portare a termine "l'affare" e di ristabilire l'ordine in un paese in cui le energie del govemo, già allentate dal "boulangisme", erano state deviate dall'affare Dreyfus. Ostile ai radicali, si riavvicinò a essi per la revisione del processo Dreyfus, che terminò con la grazia di quest'ultimo. Poi attaccò i nazionalisti e antisemiti i quali, col pretesto di difendere l'esercito, davano l'assalto alla repubblica. P. Déroulède, L.-J. Buffet e J. Guérin furono tradotti davanti all'Alta Corte. I due primi furono condannati al bando, l'ultimo a dieci anni di detenzione.
L'azione energica del W.-R. eccitò a tal punto la collera dei suoi avversarî che tutta l'attività della Camera dei deputati si concentrò in questa alternativa: la vittoria o la caduta del ministero. Nel 1900, sotto la pressione della sinistra, Galliffet diede le dimissioni e designò a suo successore il generale L. André. Ristabilito l'ordine, il W.-R. propose una legge che aumentava i poteri dei sindacati. Egli, che aveva mantenuto delle buone relazioni con Roma e fatto votare i crediti dell'ambasciata francese al Vaticano, non ammetteva l'ingerenza della Chiesa negli affari dello Stato; e contro le congregazioni religiose, accusate di manifestazioni sediziose, promosse e fece approvare una legge, che peraltro non voleva avere carattere anticlericale. Questa deformazione fu opera del gabinetto Combes, il quale respinse in blocco le domande di autorizzazione. La "legge Waldeck-Rousseau" fu votata nel 1901; dopo le elezioni, sofferente di cancro, si dimise.
Bibl.: F. Butel, Les congrégations religieuses et la loi Waldeck-Rousseau, Parigi 1901; G. Cavaignac, La patrie française, la politique nationale et le ministère Waldeck-Rousseau, Parigi 1901; J. E. Charles, Waldeck-Rousseau, Parigi 1901; P. Raynaud, Waldeck-Rousseau, Parigi 1913; M. Salmon, Études et portraits littéraires, Waldeck-Rousseau, Parigi 1896.