Kast, Pierre
Regista cinematografico francese, nato a Parigi il 22 settembre 1920 e morto a Roma il 20 ottobre 1984. Aderendo ai canoni della Nouvelle vague, K. affiancò all'attività di redattore e critico, principalmente svolta su "Cahiers du cinéma", un vivo interesse per la regia cinematografica dapprima realizzando alcuni cortometraggi di gran pregio, per uno dei quali, Les charmes de l'existence (1949; I piaceri della vita) in collaborazione con Jean Grémillon, ottenne nel 1950 il Gran premio del cortometraggio alla Mostra del cinema di Venezia, e successivamente film fortemente caratterizzati dalla tematica ricorrente dei rapporti amorosi, da uno stile personale volto ad approfondire l'analisi psicologica dei personaggi, nonché da una forte tensione utopica nel solco della tradizione dei grandi moralisti e libertini francesi.
Dopo aver frequentato per qualche anno la facoltà di Lettere, si dedicò completamente alla critica cinematografica collaborando con le più importanti riviste specializzate francesi del periodo: "Action", "La revue du cinéma", "L'écran français", "Positif". Nel 1946 fece parte della direzione della Cinémathèque française ma determinante fu la partecipazione al gruppo redazionale di "Cahiers du cinéma", formato principalmente da critici militanti e teorici che, raccogliendosi intorno alla rivista, prepararono tutti gli aspetti innovativi della Nouvelle vague. Fu amico di scrittori come R. Vailland e B. Vian: proprio sul romanzo di quest'ultimo avrebbe basato il suo film, L'herbe rouge (1985), uscito postumo. Fu dapprima assistente di Grémillon, René Clément, Jean Renoir e Preston Sturges, quindi decise di dedicarsi alla regia. Se il primo lungometraggio Amour de poche (1957; Un amore formato tascabile) ottenne un debole successo, il secondo Le bel âge (1960; La dolce età), vero e proprio inno alla libertà dell'amore, conquistò notevoli apprezzamenti segnando l'inizio di una produzione che si sarebbe sviluppata principalmente in direzione dell'analisi dei diversi risvolti dei legami amorosi. Così accade nel successivo La morte-saison des amours (1961; La morta stagione dell'amore), in cui vengono messi in luce i complicati rapporti psicologici che si instaurano all'interno di un'anomala 'coppia a tre'. Stesso stile e identità di tematiche caratterizzano i lavori successivi: Vacances portugaises (1963; Antologia sessuale), Le grain de sable (1965; Il triangolo circolare), Drôle de jeu (1968; Un buffo gioco) e Les soleils de l'île de Pâques (1972), in cui emerge la particolare sensibilità di K. nel cogliere il fascino di luoghi esotici e lontani.
Dagli anni Settanta affiancò all'attività di regista anche quella di romanziere realizzando contemporaneamente gli ultimi lavori cinematografici: il singolare Un animal doué de déraison, noto anche come A nudez de Alexandra (1976; Un animale irragionevole), girato in Brasile; Le soleil en face (1980; Il sole in faccia) e La guerillera (1982; La guerrigliera), con una splendida Agostina Belli nel ruolo principale, film in cui K. manifesta il suo vivo interesse per il paesaggio e per la condizione umana e sociale dei Paesi dell'America Latina.
P. Boiron, Pierre Kast/Pierre Boiron; avec des textes de Pierre Kast et un entretien, Paris 1985.