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LARIVEY, Pierre de

di Natale Addamiano - Enciclopedia Italiana (1933)
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LARIVEY, Pierre de

Natale Addamiano

Autore drammatico e traduttore francese, di famiglia fiorentina, Giunti, stabilitasi, non si sa quando, a Troyes, dove egli nacque verso il 1540; morì dopo il 1611. Poco si sa della sua vita: nel 1605 era canonico a Troyes.

Nel 1579 pubblicava la traduzione di sei commedie italiane (Le laquais, dal Ragazzo di L. Dolce; La veuve, dalla Vedova di N. Bonaparte; Les Esprits, dall'Aridosia di Lorenzino de' Medici; Le Morfondu, dalla Gelosia del Lasca; Les jaloux, dai Gelosi di V. Gabiani; Les écoliers, dalla Zecca di G. Razzi), a cui seguirono altre tre nel 1611 (La constance, Le fidèle, Les tromperies, derivate anch'esse da autori italiani). La commedia cinquecentesca francese, in versi, nonostante i tentativi di Jodelle, di Grévin, di Jean de la Taille, ecc., non aveva dato alcuna opera importante, oppressa dall'imitazione delle commedie greche o latine: il L., invece, s' ispira all'italiano, terza letteratura classica del Cinquecento, e pur traducendo, è originale. Egli ha spiegato il suo procedimento nel prologo della Constance. Ogni età, dichiara, deve avere un suo teatro, che sia uno specchio della società ambiente; perciò egli non si contenta di essere puro e semplice traduttore, ma abbrevia, allunga, sopprime, pospone, muta nomi, luoghi, situazioni, intreccio; di Firenze fa Parigi; di Palazzo Pitti, il Louvre; sicché poco dell'originale rimane nelle sue commedie. La sua lingua, che egli talvolta ottiene pur con lievissime modificazioni dell'originale, è sempre viva, saporosa, piena di vis comica. Basti rammentare che il Molière lo studiò, forse lo recitò nelle sue peregrinazioni in provincia, e che gli deve qualche cosa per l'Avare (cfr. Le laquais), per l'École des maris (cfr. Aes Esprits), così come se ne è ispirato il Regnard per Le retour imprévu (cfr. Les Esprits). Importante anche è il L. per aver voluto, adducendo l'esempio del Dovizi, del Piccolomini, dell'Aretino, tradurre in prosa, aprendo una nuova via ai successori, fra i quali il Molière. Naturalmente questa commedia del L. è più importante dal lato formale e storico, che da quello artistico. I tipi sono quelli ormai stilizzati dalla tradizione; lo scioglimento è dato sempre da una fortunata agnizione. Il L. ha inoltre tradotto: Les Facétieuses nuits du seineur Straparole (1572), Deux livres de philosophie fabuleuse (il primo è tradotto dall'italiano del Firenzuola, 1577), La Philosophie et Institution morale di Aless. Piccolomini (1580), Discours divers (di Lorenzo Cappelloni, 1595), L'Humanité de Jésus-Christ (dall'Aretino, 1604), Les Veilles de Barthélemy Arnigio (1608 circa).

Ediz.: Viollet-le-Duc, Ancien théâtre franåais (nella Bibliothèque elzévirienne), IV-VII, Parigi 1853-1898.

Bibl.: G. Wenzel, P. de Larivey's Komödien und ihr Einfluss auf Molière, in Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen, 1889; R. Doumic, "Les Esprits" de P. L., in Revue des Cours et Conférences, 1893; E. Rigal, Les personnages conventionnels de la Comédie au XVIe siècle, in Revue d'hist. litt., 1897; id., Le théâtre français avant le période classique, parigi 1901; Petit de Julleville, Le téâtre en France, Parigi 1923.

Vocabolario
pïèrre
pierre pïèrre s. m. e f. [lettura della sigla P(ubbliche) R(elazioni)], invar. – Persona che cura le relazioni esterne di un’istituzione o di un’azienda.
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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