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Fermat, Pierre de

di Luca Dell'Aglio - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Fermat, Pierre de

Luca Dell'Aglio

Con il suo 'ultimo teorema' ha impegnato i matematici per oltre tre secoli

Fermat contribuì alla nascita di importanti teorie quali il calcolo delle probabilità e la geometria analitica. È noto soprattutto per aver formulato uno dei teoremi più celebri nella storia della matematica, il cosiddetto ultimo teorema di Fermat, che è stato dimostrato oltre tre secoli dopo la sua enunciazione

Un avvocato appassionato di matematica

Il francese Pierre de Fermat è uno fra i più importanti matematici del 17° secolo, sebbene, nel corso della sua vita, abbia per lo più svolto la professione di uomo di legge. Ha lasciato numerosi lavori sulla teoria dei numeri e ha contribuito alla nascita di moderne teorie matematiche di fondamentale importanza, quali in particolare la geometria analitica, il calcolo infinitesimale e il calcolo delle probabilità.

I lavori di Fermat, però, sono stati in gran parte resi noti solo dopo la sua morte, e, per questo motivo, molti suoi contributi vengono spesso associati alle opere di altri matematici, come quelle di Cartesio per quel che riguarda la geometria analitica.

L'ultimo teorema di Fermat

Il teorema di Pitagora, la proprietà geometrica che lega tra loro le misure dei lati di un triangolo rettangolo, dice che se si fa la somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti si ottiene l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa. Se indichiamo con x e y le misure dei cateti e con z la misura dell'ipotenusa, allora la somma dei prodotti di x e di y per sé stessi è proprio uguale al prodotto di z per sé stesso. Scritto in modo sintetico, ciò significa che x2+y2=z2 e tre numeri interi che soddisfano questa equazione formano una terna pitagorica (x, y, z). Per esempio, possiamo subito verificare che (3, 4, 5) è una terna pitagorica: infatti, se si somma il quadrato di 3 (9) al quadrato di 4 (16) si ottiene 25 che è proprio il quadrato di 5. Si sa da molto tempo che esistono infinite terne di questo tipo.

Nel teorema di Pitagora non facciamo che sommare quadrati per ottenere quadrati. Ma cosa succede se invece dei quadrati si hanno cubi? Continua a valere una eguaglianza come quella di prima per le somme di cubi? Ossia, esistono terne di numeri interi (x, y, z) che verificano l'equazione x3+y3=z3 ?

Se, per esempio, prendiamo x=2, y=0, z=2, va tutto bene, l'eguaglianza è verificata. Ma lo stesso continua a valere anche quando x, y e z sono tutti diversi da zero?

Che cosa succede nel caso della quarta potenza, della quinta potenza e così via, delle grandezze considerate? Cioè, che cosa succede quando consideriamo un'equazione come xn+yn=zn, dove n è un numero che può prendere, a nostro piacimento, come valori interi: n=3, n=4, e così via?

A forza di provare, ci si rende presto conto che non è molto facile trovare soluzioni per queste equazioni, cioè, terne di numeri interi tutti non nulli che le verificano; anzi, ci si rende conto che è praticamente impossibile. Questa impressione si trasformò in un'ipotesi o, come si dice spesso in matematica, in una congettura: non esistono terne di numeri interi tutti non nulli che soddisfano l'ultima equazione scritta, con n=3, 4, 5, … cioè per n maggiore di 2. Questa affermazione va sotto il nome di ultimo teorema di Fermat, perché fu il matematico francese a formularla per primo.

Una dimostrazione davvero complicata

Come si è visto, enunciare il teorema è molto semplice; dimostrarlo lo è invece assai meno. Dopo aver elaborato il teorema, Fermat lasciò scritto sul bordo del libro che stava leggendo ‒ l'Aritmetica del matematico alessandrino Diofanto, il principale libro dell'antichità sulla teoria dei numeri ‒ di conoscere la dimostrazione, ma di non avere spazio per scriverla. Da allora, l'ultimo teorema di Fermat è diventato una specie di ossessione per intere generazioni di matematici; molti di coloro che si occuparono dopo Fermat di teoria dei numeri provarono a dimostrarlo, riuscendo a farlo solo in alcuni casi particolari. La dimostrazione completa del teorema è stata ottenuta per mezzo di molti passi intermedi solo nel 1994, più di tre secoli dopo Fermat, dal matematico inglese Andrew Wiles.

Come spesso accade nello sviluppo della scienza, per cercare di raggiungere un obiettivo si è prodotta un'enorme quantità di conoscenze che ha aperto nuovi problemi e fornito stimoli per altre ricerche, persino oscurando quasi il punto da cui si era partiti.

Vedi anche
Andrew John Wiles Wiles ‹u̯àilʃ›, Andrew John. - Matematico britannico (n. Cambridge, Inghilterra, 1953), prof. alla Princeton University (1982); ha dato fondamentali contributi alla teoria dei numeri provando con metodi nuovi, basati sulla teoria delle curve e funzioni modulari, quelle congetture (e in partic. la congettura ... numero Ciascuno degli enti astratti che costituiscono una successione ordinata e che, fatti corrispondere ciascuno a ciascun oggetto preso in considerazione, servono a indicare la quantità degli oggetti costituenti un insieme. matematica Nell’uso comune i numero sono adoperati: a) per indicare il posto occupato ... aritmetica matematica Parte della matematica che riguarda lo studio dei numeri, in particolare dei numeri interi. Il termine fu usato per la prima volta dai pitagorici, per indicare la scienza astratta dei numeri, contrapposto a λογιστική (logistica), che era invece la parte pratica del calcolo numerico: ma nell’uso ... René Descartes Descartes ‹dekàrt› (latinizz. Cartesius; it. Cartèsio), René. - Matematico e filosofo (La Haye-en-Touraine 31 marzo 1596 - Stoccolma 11 febbraio 1650). Nel collegio dei gesuiti di La Flèche, seguì per nove anni (1605-1614) il consueto curriculum delle classi di grammatica, umanità, retorica, filosofia; ...
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  • BIOGRAFIE in Matematica
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  • CALCOLO DELLE PROBABILITÀ
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  • GEOMETRIA ANALITICA
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Altri risultati per Fermat, Pierre de
  • Fermat
    Enciclopedia della Matematica (2017)
    Fermat Pierre de (Beaumont-de-Lomagne, Tarnet-Garonne, 1601 - Castres, Tarn, 1665) matematico francese. Fu uno dei più importanti matematici della prima metà del xvii secolo insieme a Cartesio. Di professione giurista, raggiunse la più alta carica presso la corte penale di Tolosa, dove si trasferì nel ...
  • Fermat, Pierre de
    Enciclopedia on line
    Matematico francese (Beaumont-de-Lomagne, Tarn-et-Garonne, 1601 - Castres 1665). Autore di studi sul calcolo delle aree di figure piane, sul calcolo delle probabilità in problemi di giochi d'azzardo e nel campo dell'ottica geometrica, ha legato soprattutto il suo nome a teoremi di teoria dei numeri ...
  • Fermat Pierre de
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    Fermat 〈fermà〉 Pierre de [STF] ( Beaumont de Lomagne 1601 - Castres 1665) Matematico. ◆ [OTT] Principio di F.: fondamentale nell'ottica geometrica, è un principio variazionale secondo il quale un raggio luminoso percorre, fra due punti, il cammino cui corrisponde il minore tempo di propagazione: v. ...
  • FERMAT, Pierre
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Matematico, nato a Beaumont de Lomagne il 17 agosto 1601, morto a Castres il 12 gennaio 1665. Il F. è da considerarsi come uno dei più originali matematici di tutti i tempi. Fr. van Schooten lo cita tra Descartes e Roberval al primo posto dei geometri. Figlio di un commerciante di corami, il F. trascorse ...
Vocabolario
pïèrre
pierre pïèrre s. m. e f. [lettura della sigla P(ubbliche) R(elazioni)], invar. – Persona che cura le relazioni esterne di un’istituzione o di un’azienda.
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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