BOYANCÉ, Pierre
Latinista francese, nato ad Annecy (Haute Savoie) il 13 settembre 1900, morto a Six-Fours (Var) il 20 settembre 1976. Dal 1924 al 1926 soggiornò presso l'Ecole française di Roma; dopo una breve permanenza all'università di Grenoble, fu nominato maître de conferences di Lingua e letteratura latina a Bordeaux; nel 1945 fu chiamato a insegnare alla Sorbona di Parigi, dove rimase fino al 1960, quando assunse la direzione dell'Ecole française di Roma, incarico tenuto fino al 1970.
Nel 1936, sotto la guida di J. Carcopino e F. Cumont, pubblicò la sua tesi di dottorato, Le culte des Muses chez les philosophes grecs. Etudes d'histoire et de psychologie religieuses, in cui è evidente l'influsso dei due maestri nell'intreccio fra archeologia, filosofia e credenze religiose pagane, che sarà tipico di buona parte della sua produzione. La tesi complementare, Etudes sur le Songe de Scipion (1936), affronta la questione delle fonti filosofiche di Cicerone, cercando di sfatare il mito ottocentesco di una onnipresenza di Posidonio, per accreditare un possibile approccio diretto ai testi platonici. L'intreccio delle grandi correnti filosofiche greche nella Roma del 1° sec. a.C. divenne una delle costanti dell'attività di B., che si è interessato soprattutto dell'epicureismo e della sua diffusione a Roma, come testimoniano in particolare i volumi su Lucrèce et l'épicuréisme (1963), Lucrèce (1964), Epicure (1969).
Parallelamente B. si è dedicato allo studio della ricezione a Roma di neoplatonismo e stoicismo, con una fitta serie di contributi minori. L'attenzione alla filosofia romana fu sempre connessa a un vivo interesse per la religione, sia nei suoi aspetti arcaici e più tipicamente 'romani', sia dal punto di vista dell'influsso greco (con articoli in parte raccolti nelle Etudes sur la religion romaine, 1972). Tali interessi furono confermati da B. nello studio di due autori cruciali per la ricezione delle idee filosofiche greche a Roma: Cicerone e Virgilio.
Al primo, dopo il volume giovanile sul Somnium Scipionis, ha dedicato molti articoli, culminati nelle Etudes sur l'humanisme cicéronien (1970) e nell'unica edizione critica da lui curata, quella dell'orazione Pro Cluentio (1954). A Virgilio B. ha dedicato una serie innumerevole di contributi minori, in buona parte confluiti nel volume La religion de Virgile (1963), tesi a chiarire le idee filosofiche virgiliane, attenuando la tradizionale tendenza a ricollegarle soprattutto a Epicuro, per richiamare l'attenzione su altri influssi, come quello di Empedocle e del pitagorismo.
B. fu anche attento organizzatore di cultura, come testimonia la sua decennale attività di direzione dell'Ecole française e la sua appassionata partecipazione al dibattito sull'utilità dello studio delle civiltà antiche con numerosi articoli sul ruolo degli studi classici nell'insegnamento superiore.
Bibl.: F. Lecoy, in Comptes Rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles Lettres, 1976, pp. 437-40; P. Grimal, in Revue des Etudes Latines, 54 (1976), pp. 25-29; Bibliographie des travaux de P. Boyancé 1925-1973, in Mélanges de philosophie, de littérature et d'histoire ancienne offerts à P. Boyancé, Roma 1974, pp. xi-xxxii.