Bayle, Pierre
Filosofo ed erudito francese (Carlat, Ariège, 1647 - Rotterdam 1706). I fatti e le leggende della biografia di D., le principali sue idee in materia di politica e religione, i temi dibattuti nelle dispute pro e contro D. da parte dei polemisti riformatori e gesuiti, furono pazientemente raccolti e discussi dal B. nel suo grande Dictionnaire historique et critique, e da lui consegnati al sapere europeo del Settecento (specialmente in Germania, Francia e Inghilterra). Nella prima edizione dell'opera (1697) D. viene ricordato soltanto nell'articolo su Ugo Capeto, e accusato di aver diffuso la " ridicola menzogna " che il fondatore della dinastia capetingia fosse figlio di un beccaio di Parigi (Pg XX 52); il B. respinge con sdegno tale notizia, riporta le discordanti opinioni dei commentatori del passo dantesco e polemizza con coloro che, per scagionare D. presso l'opinione francese, hanno interpretato la parola ‛ beccaio ' in senso metaforico. Nella seconda edizione del Dictionnaire (1702) il B. aggiunse un articolo su Dante. Con la caratteristica ampiezza e minuziosità bibliografica e l'attenzione indiscriminatamente portata a fatti piccoli e grandi, egli vi raccolse molte notizie su D. e sulla sua opera, avendo a principali fonti P. Valeriano, R. Volaterrano, P. Giovio, M.Poccianti, P. Masson, L. Moreri, I. Bullart e A. Baillet. Il B. conosce e usa la traduzione francese del Grangier, conosce anche un'edizione veneziana della Commedia con note del Landino e del Vellutello (1578) e direttamente conosce il commento all'Inferno del Buonanni (ingiustamente perciò il Farinelli, in D. e la Francia [II 153] lo accusa di citare solo frantumi di versi della traduzione del Grangier, e sempre di seconda mano).
L'immagine che il B. dà di D. è quella ormai diffusa ai suoi tempi: di uomo taciturno e collerico, di poeta erudito e focoso, di critico acerbo dei papi. Loda (forse accogliendo motivi di polemica antigesuita) il fatto che D. abbia scritto nella " lingua materna ", ma qualsiasi attenzione alle qualità stilistiche o artistiche dell'opera di D. non era nei suoi intendimenti. Il B. si sofferma sulle idee antipapali di D. e sul contenuto della Monarchia; quanto alla disputa sull'ortodossia del poeta, non prende posizione, e consegna alla cultura francese del Settecento una dichiarazione di incertezza e sospensione di giudizio: " È da tener presente che D. fornisce argomenti sia a coloro che lo ritengono un buon cattolico sia a coloro che affermano il contrario ". Gli studiosi della fortuna di D. in Francia (dall'Oelsner al Counson al Farinelli) hanno giudicato con severità l'articolo del B., accusandolo di pedanteria inutile e insensibilità ai valori poetici della Commedia. Effettivamente la figura di D. non commosse eccessivamente il B., il quale fu più attento alle dispute dei commentatori danteschi che al testo dell'opera del poeta fiorentino. Eppure raccolse con grande scrupolo le informazioni che aveva a disposizione, ed è importante che il poeta fiorentino sia presente, con largo spazio, nel diffusissimo e influente dizionario.
Bibl. - Si veda quella citata alla voce FRANCIA (particolarmente i contributi di H. Oelsner, A. Counson, A. Farinelli e W.P. Friederich). L'articolo del B. su D. è nel Dictionnaire historique et critique, Amsterdam 17304, 38 e 242-246; su di lui E. Labrousse, P. B. (con amplissima bibliografia), 2 tomi, l'Aja 1963-1964.