DELLA MARIA, Pierre-Antoine-Dominique
Nacque a Marsiglia il 14 giugno 1769 da Domenico e Marguerite Bertrand. Suo padre, un italiano di origine genovese, affermato suonatore di mandolino, si era stabilito a Marsiglia ove svolgeva attività di concertista, di insegnante di mandolino e violoncello e di commerciante di strumenti musicali. Dal matrimonio con la francese Marguerite Bertrand nacque il D., unico figlio, che mostrò assai presto una spiccata predisposizione per la musica.
Cominciò a studiare teoria musicale e canto con un anziano maestro di Marsiglia di nome Benedit, poi, col padre, intraprese lo studio del mandolino e soprattutto del violoncello, di cui divenne assai esperto. Si ha notizia di un Air varié che il D. compose a soli dieci anni, e di una breve opera di cui non si conosce il titolo, scritta a diciotto anni e rappresentata con un certo successo, probabilmente a Marsiglia. Il pianista e compositore P. Legrand, dal 1780 direttore dorchestra del Grand-Théâtre e della Société des concerts di Marsiglia, fu suo insegnante di armonia e contrappunto, ma il compimento della sua formazione di musicista il D. lo ebbe in Italia, ove trascorse circa dieci anni della sua vita, a partire dal 1786. A Napoli fu allievo di G. Paisiello, alla cui scuola ebbe modo di affinare le sue qualità di eleganza e purezza nell'ispirazione melodica che lo avrebbero poi sempre caratterizzato. A Napoli conobbe anche D. Cimarosa, dalla cui opera il D. trasse fondamentale esempio.
Verso gli ultimi anni della sua permanenza in Italia lavorò anche come strumentista, e dal carnevale 1792 al carnevale 1796 fu primo violoncello al teatro S. Pietro di Trieste, mentre nell'autunno del 1795 e 1796 fu al S. Sarnuele di Venezia, sempre come violoncellista.
Morì a Parigi il 9 marzo 1800. Ai funerali il discorso funebre fu tenuto dall'altro celebre compositore di opere comiche del tempo, Nicolas-Marie Dalayrac, che aveva già avuto modo di esaltare il D. all'epoca del successo di Le prisonnier; Alexandre Duval gli fece erigere un monumento funebre nella sua residenza di Romainville.
Nel periodo italiano il D. compose sei opere buffe, di cui rimangono quattro titoli certi: Le tre Grazie, commedia in due atti, libretto di A. Sografi, Trieste, teatro S. Pietro, 26 genn. 1792; Il maestro di cappella, dramma giocoso in tre atti, libretto di A. Palomba, Napoli (alcuni riferiscono la prima rappresentazione al teatro Nuovo, carnevale 1793, poi Trieste, teatro S. Pietro, carnevale 1793); l'opera fu poi rappresentata a Corfù, teatro di S. Giacomo, carnevale 1794 e a Barcellona, teatro S. Cruz, stagione 1796-97; Chi vuol non puote, dramma giocoso, in due atti, libretto di A. Palomba, Vicenza, teatro Nuovo, estate 1795 (successivamente anche in altri teatri veneti, a Corfù e a Madrid, teatro de los Cafios del Peral, 2 luglio 1795); Il matrimonio per scommessa, ossia La guerra aperta, dramma giocoso su testo di F. Cesari, rappresentato al S. Sainuele di Venezia nell'autunno 1795. Altri lavori conosciuti del periodo italiano sono: L'Ape musicale, ossia Il poeta impresario, cavatina e sestetto nel pasticcio, su libretto di L. Da Ponte, dato al S. Pietro di Trieste nel carnevale 1792 e La Partenope, ossia Le tre sirene, cantata scenica, testo di A. S. Sografi, rappresentata a Trieste il 26 febbr. 1792. li D. ritornò in Francia tra il 1796 e il 1797; si stabilì a Parigi ove incontrò il poeta librettista Alexandre Duval, cui era stato raccomandato dal fratello pittore Amaury Duval, residente a Roma. In quel periodo il Duval, per conto della Comédie-française, stava lavorando al libretto dell'opera in tre atti Le vieux cháteau ou La rencontre, che il D. musicò molto celermente e che fu rappresentata a Parigi, Salle Feydeau, il 15 marzo 1798 (Salle Favart secondo il Manferrari); il lavoro riscosse un enorme successo ed ebbe ben trenta repliche consecutive.
In quel tempo il Duval aveva lavorato ad un atto unico che, si dice, scrisse poi in poche ore; il D. compose la musica in poco più di una settimana. Doveva diventare il lavoro di maggior successo per entrambi: Le prisonnier ou La ressemblance, opéra-comique in un atto, rappresentata per la prima volta alla Salle Favart di Parigi il 29 genn. 1798 con interpreti d'eccezione quali J. Elleviou e S. Chenard, A. A. Saint-Aubin e G. Dugazon. L'esecuzione perfetta e l'entusiasmo del pubblico per la musica brillante e di immediata comprensione ne decretarono il successo quasi trionfale, tanto che l'anno successivo in Inghilterra ne fu tradotto e pubblicato il testo, e in Germania l'opera fu appresentata alla Hofoper di Francoforte sul Meno, con il titolo Der Arrestant,e poi a Pietroburgo per le nozze della granduchessa Alessandra. Famosissima rimase per molti anni, ed eseguita anche separatamente dall'opera, fu la romanza strofica "Il faut des époux assortis dans les liens du mariage".
Seguirono nel breve arco di due anni ben quattro nuove opere buffe tutte rappresentate a Parigi: Jacquet ou L'école des mères, su libretto di Desprez e C.-G. Rouget de Lisle, il cui soggetto era stato ripreso da un patetico racconto di J. F. Marmontel, rappresentata alla Salle Favart il 28 maggio 1798; L'Opéra-Comique, sutesto di J. Ségur e E. Dupaty, data all'Opéra Comique il 10 luglio dello stesso anno, con un successo quasi pari a quello de Le prisonnier, tant'è vero che rimase nel repertorio del teatro fino al 1838; L'oncle valet, atto unico su testo di A. Duval, rappresentato invece con scarso successo nello stesso teatro l'8 dicembre del medesimo anno: il libretto fu tradotto in tedesco, e a Vienna l'opera ebbe una tale risonanza (al di là del suo valore reale), che nello stesso dicembre 1798 due teatri se ne contesero la rappresentazione; La maison du Marais, con testo di A. Duval, rappresentata l'8 novembre dell'anno successivo, sempre all'Opéra-Comique, che si risolse in un vero fiasco da cui il D. non riuscì più a riprendersi. Stava componendo la sua quinta nuova opera del periodo francese, La fausse duègne, quando a Parigi, la sera dell'8 marzo 1800, ebbe un attacco apoplettico e morì appena trentunenne il giorno successivo, senza riprendere conoscenza. Fu identificato solo molti giorni dopo. L'opera La fausse duégne, su libretto di Moncloux d'Apinay, fu poi terminata dal compositore e tenore italiano Felice Blangini e rappresentata all'Opéra-Comique il 24 giugno 1802.
Lasciò molta musica inedita, tra cui varie sonate per strumenti e frammenti d'opere, di cui i parenti materni di Marsiglia si divisero i manoscritti rimasti poi in quella città. Curò anche personalmente l'arrangiamento e la riduzione per diversi organici strumentali di varie parti delle sue opere, ouvertures comprese, adattate per flauto e pianoforte, o addirittura per duetto d'archi e per due flauti. Si ha poi notizia di un Air de danse del 1799, per il balletto Annette et Lubin, coreografo A. Vestris. La caratteristica fondamentale della musica del D. è senza dubbio l'immediatezza melodica e formale, naturale prodotto di una personalità semplice e sincera, facile alla commozione e ad autentici slanci d'entusiasmo. Padrone della tecnica orchestrale, ne diede prova nelle ouvertures strutturate in un unico movimento Allegro preceduto a volte da un preludio lento; la strumentazione risulta sempre molto efficace e raffinata. Le arie vengono trattate dal D. nei modi più diversi; ne possiamo trovare due tipici esempi in Le prisonnier, ove la famosa chanson à couplets "Ilfaut des époux assortis" assume nel suo svolgersi le caratteristiche di una canzonetta orecchiabile, fino al profondo accorato sentimento che anima la romanza del carcerato "Lorsque dans ma tour obscure", ricca di autentica commozione. I duetti, terzetti e quartetti sono spesso trattati in forma di rondò, così da renderli più vivi e spiritosi. Si trova nel D. anche un profondo rispetto per l'accentuazione delle parole e l'architettura generale delle frasi, da cui risulta una feconda interdipendenza tra melodia, testo e accompagnamento orchestrale, ad un tempo discreto e chiaro nei suoi movimenti. Musica piacevole e ben fatta, dunque, alla quale il pubblico rispose, almeno in un primo momento, molto entusiasticamente, decretandone un successo fuori dalla portata reale delle opere, soprattutto in virtù di una reazione alle pesanti atmosfere dei drammi di J.-F. Lesueur e di E. N. Méhul, e al dilagare del gusto che all'epoca aveva portato all'inserimento di troppi momenti patetici e angosciosi nelle opere comiche. Il D., con la sua brillante inventiva melodica e il suo entusiasmo per i più tenui colori del tempo, fu in definitiva un anticipatore di quel ritorno al comico che avrebbe raggiunto i suoi maggiori risultati nella prima metà dell'Ottocento con le opere comiche di François-Adrien Boïeldieu, autore di una nuova pagina di storia dell'opera comica rispetto ai grandi lavori di A..., E-M. Grétry dalla comicità tipicamente settecentesca. A fra questi due fondamentali nomi, Grétry da un lato e Beïeldieu dall'altro, che assai dignitosamente si colloca la sensibilità e l'intuizione di Della Maria.
Fonti e Bibl.: A. Duval, Notice sur le compositeur D.,in Décade philosophique, 10 germinal VIII (31 marzo 1800), p.35; N. E. Framery, Notice sur le musicien D. mort depuis peu, Paris 1800; P. Smith, Le prisonnier, in Gazette musicale de Paris, IX (1842), p. 42; A. Pougin, D., in Revue et Gazette musicale de Paris, XXVI(1859), p. 245; Id., D., souvenirs d'un musicien oublié, in Le Menestrel, 1878, nn. 47-51; A-G. Chouquet, Hist. de la mus. dram. en France depuis ses origines jusquà nos jours, Paris 1873, pp.205s.; M. de Thémines, D., in L'Art musical, XVIII (1879), pp. 305, 315;C. L. Curiel, Il teatro S. Pietro di Trieste, Milano 1937, pp. 393 s.e passim;M. Briquet, D., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, III,Kassel-Basel 1954, coll. 142-145;U.Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I,Firenze 1954, p. 305;P. Letailleur, D., in The New Grove Dict. of Music and Musicians, V,London 1980, p. 346; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 382; Répértoire intern. des sources musicales-Einzeldriicke vor 1800, II, pp. 332-337; Baker's Biograph. Dict. of Musicians, p. 261; Cyclopedia of Music and Musicians, p. 411;C.Schiniffi, Diz. univers. dei musicisti, I, p. 427; Supplemento, p. 248; H.Riemanns, Musik Lexikon, pp. 383s.