BERRYER, Pierre-Antoine
Nato a Parigi il 4 gennaio 1790. Allievo degli Oratoriani nel collegio di Juilly, entrò giovanissimo nello studio d'avvocato del padre, celebre penalista. Lo spettacolo dei trionfi del primo Impero non riescì ad avvincere il suo spirito libero che per brevissimo tempo; e, prima ancora dell'esito disastroso della campagna di Russia, egli era convinto fautore della monarchia costituzionale. All'inizio della restaurazione il B. difese con abilità ed efficacia generali napoleonici incriminati per mera passione politica e mostrò già allora quell'indipendenza di atteggiamenti che doveva spingerlo qualche anno dopo a sfidare le ire del ministro Decazes, costituendosi difensore dei generali ultra-realisti Canuel e Donnadieu. Non entrò nel parlamento che nel 1830, segnalandosi fra i pochissimi fautori del ministro principe di Polignac. Continuamente rieletto durante la monarchia di luglio, fu universalmente riconosciuto come uno dei migliori oratori delle Camere francesi, in cui sostenne con gran coraggio la causa dei vinti Borboni. Si espose ai pericoli dell'arresto per difendere la duchessa di Berry, della quale aveva pur disapprovato i tentativi insurrezionali; fu l'avvocato dello Chateaubriand, quando il governo credette di poter imbastire contro di lui un processo, come reo di partecipazione alla rivolta; fu anche uno dei difensori del principe Luigi Bonaparte quando questi fu processato per il colpo di mano di Boulogne. Quando il ministro Guizot si lasciò trascinare alla famosa flétrissure dei legittimisti recatisi a Londra per ossequiare il giovane conte di Chambord, il B., presa la controffensiva, seppe trasformare quella stolta mossa del governo in un'apoteosi del legittimismo. In odio al re Luigi Filippo e al suo ministero, i parlamentari di sinistra spalleggiarono il B. nella sua vigorosa opposizione. Dopo la rivoluzione del febbraio 1848, il B., eletto deputato all'assemblea costituente e poi a quella legislativa della seconda Repubblica, sedette fra i difensori dell'ordine pubblico; ma resistette alle lusinghe del suo antico cliente di Boulogne, il principe presidente. Escluso dal parlamento dopo il 2 dicembre, difese in un celebre processo di stampa l'amico conte di Montalembert, di cui aveva sempre caldeggiato i progetti per la libertà d'insegnamento. Rientrato nel corpo legislativo nel 1863, il B. combatté la politica estera del secondo Impero e segnatamente la spedizione al Messico; ma morì, prima dell'esperienza dell'Impero liberale, il 29 novembre 1868 nel castello di Angerville che gli era stato offerto dai suoi ammiratori d'ogni parte politica.
Bibl.: Berryer, Discours parlamentaires, voll. 5, Parigi 1872-74; id., Plaidoyers, voll. 4, Parigi 1875-78; Lecannet, Berryer, Parigi 1892; Lacombe, Berryer, Parigi 1804.