Zuffi, Piero
Scenografo e costumista teatrale e cinematografico, nato a Imola il 28 aprile 1919. Formatosi in ambito teatrale e dedicatosi fin da giovane alla pittura, Z. nella sua breve carriera cinematografica è riuscito a coniugare realismo e fantasia pur lavorando con registi profondamente diversi tra loro. Dopo aver soggiornato dal 1935 al 1941 in America Meridionale, dove si dedicò alla pittura, Z. decise di frequentare l'Accademia di Belle Arti di Firenze e nel 1943 fece un'esperienza come scenografo e costumista al Teatro Piccinni di Bari. Tornato alla pittura, nel 1952 ebbe l'occasione di lavorare in uno spettacolo diretto a Milano da G. Strehler. Fu questo l'inizio di una lunga carriera teatrale. Fu impegnato invece per la prima volta nel cinema quando per Il generale Della Rovere (1959) di Roberto Rossellini approntò una documentata ricostruzione di Roma durante l'occupazione tedesca, mentre la stessa città in epoca prefascista (1921) fa da sfondo, in chiave farsesca, a Che gioia vivere! (1961) di René Clément. È invece Milano, raffigurata come immagine del capitalismo e del deserto dei sentimenti, a prestare i suoi luoghi asetticamente moderni a La notte (1960) di Michelangelo Antonioni. Suggestive anche l'ambientazione nel Sud ottocentesco per I briganti italiani (1961) di Camerini e quella nella Budapest insorta nel novembre 1956 per I sogni muoiono all'alba (1961) di Indro Montanelli, Mario Craveri ed Enrico Gras.
Il suo lavoro più interessante rimane però quello per Le tentazioni del dottor Antonio, l'episodio diretto da Federico Fellini del film collettivo Boccaccio '70 (1962). Una gigantesca Anita Ekberg, discesa da un enorme cartellone pubblicitario, vaga per un quartiere di Roma, notturno e deserto (l'EUR) a turbare i sonni del censore interpretato da Peppino de Filippo. L'attrice campeggia davanti a un modello del Palazzo della civiltà del lavoro costruito in scala ridotta da Z., per farla sembrare gigantesca, mentre De Filippo viene ripreso al fianco del vero edificio così da apparire minuscolo. Abbandonato il cinema, Z. vi ha fatto un breve ritorno nel 1970 come regista di Colpo rovente, dagli esiti contrastanti, ma con una inconsueta scelta di ambientazione nella New York underground.