REDAELLI, Piero
REDAELLI, Piero. – Nacque a Milano il 18 aprile 1898, da Alessandro e da Teresa Piccinini.
A 17 anni partecipò come tenente di fanteria alla prima guerra mondiale; fu decorato di croce di guerra e raggiunse il grado di maggiore medico di complemento in congedo.
Si laureò in medicina e chirurgia nel 1922 a Pavia, ove fu allievo di Achille Monti, di cui fu assistente, dal 1922 al 1926, e aiuto, dal 1927 al 1930 ( P. Redaelli, Achille Monti e la sua opera didattica e scientifica, in Bollettino della Società medico chirurgica di Pavia, XII (1937), 3, pp. V-XXIX).
Nel 1926 ottenne la libera docenza in anatomia patologica. Il 1° dicembre 1931 ottenne la cattedra di anatomia patologica nell’Università degli studi di Catania (ordinario dal 1° dicembre 1934), dopo essere stato incaricato della stessa per oltre un anno (dal febbraio 1930 al novembre 1931). Passò poi a Pavia nel 1935, succedendo al suo maestro Achille Monti, e quindi a Milano dal 29 ottobre 1943, in seguito al suicidio di Mario Chiovenda, il 21 maggio di quello stesso anno.
Dopo l’8 settembre 1943, partecipò alla guerra partigiana comandando dal novembre 1944 formazioni di Giustizia e libertà, delle quali aveva fatto parte dal 20 settembre 1944 (divisione orobica), nelle Valli Seriana, Brembana e Cavallina in provincia di Bergamo; promosse l’attività clandestina dell’APAU (Associazione Professori e Assistenti Universitari) e del CLNAPAU (Comitato di Liberazione Nazionale dei Professori e Assistenti Universitari) a Milano negli anni 1944-45 (Attività clandestina…, 1945, passim).
Alcune testimonianze, peraltro di dubbia attendibilità, come quella di Pier Gildo Bianchi, lo dicono presente all’autopsia del cadavere di Benito Mussolini, avvenuta il 30 aprile 1945.
Nel dopoguerra fu un importante esponente del Partito d’azione e ricoprì cariche nel ricostituito Ordine dei medici chirurghi della provincia di Milano. Il suo impegno in ambito assistenziale e umanitario si esplicò anche attraverso molte cariche ricoperte in istituzioni cittadine.
Si segnalano la Croce rossa italiana, il Centro regionale di educazione igienico-sanitaria del popolo, l’Istituto vaccinogeno antitubercolare, la Lega italiana contro i tumori, l’Istituto sieroterapico milanese Serafino Belfanti.
Ebbe anche incarichi amministrativi, quale consigliere dell’Ente manifestazioni milanesi e della commissione consultiva per le Collezioni artistiche, storiche e scientifiche del Comune di Milano. Uomo di vasta e poliedrica cultura, fu anche pittore.
Piero Redaelli fu autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche; anche se non tralasciò temi di patologia generale e anatomia patologica, il suo principale filone di ricerca fu quello della micologia medica. L’attività scientifica di Redaelli può essere scandita cronologicamente dai suoi passaggi istituzionali. Fu autore di monografie che riflettono la progressiva maturità dei suoi studi nei vari ambiti di interesse, alle quali si rimanda facendo riferimento alle bibliografie specifiche. Alcuni aspetti sono degni di nota: sul piano della ricerca spicca la compresenza di elevate competenze biologiche e mediche; dal punto di vista dei frutti della sua operosità, sono di rilievo le ricerche di morfologia patologica, condotte con metodologia istochimica e istofisica (per usare un termine d’epoca), così come l’attività in campo endocrinologico, chimico-biologico, allergologico e geriatrico.
Del suo primo periodo di attività, quello pavese, si può ricordare il volume di ambito epatologico, che per molto tempo consentì di mettere a fuoco la patologia epatica analizzata (Epatiti parenchimatose, epatiti interstiziali croniche e tumori epiteliali del fegato. Contributo anatomo-patologico allo studio della cosiddetta cancrocirrosi epatica, Pavia 1926). Precoce fu la collaborazione con il botanico Raffaele Ciferri: essa fu alla base di tutta la loro attività di micopatologi; il sodalizio Redaelli-Ciferri farà delle istituzioni pavesi e milanesi (dopo il trasferimento di Redaelli) un punto di riferimento nazionale e internazionale della disciplina.
Nel suo periodo di servizio universitario catanese Redaelli si occupò, fra gli altri, di un argomento particolarmente rilevante al tempo, anche per i suoi riflessi sulla medicina coloniale: la leishmaniosi (Ricerche e studi sulla leishmaniosi viscerale nel Mediterraneo, Catania 1933; Studio anatomo-patologico della leishmaniosi viscerale spontanea nel cane, Catania 1933). Questo tema era stato affrontato, in Italia, da diversi anatomopatologi, fra i quali si distingueva al tempo Salomone Enrico Emilio Franco. A riguardo della sua attività in ambito micopatologico si deve segnalare un suo importante contributo tecnico: il manuale di Tecnica micologica medica. Patogenesi ed anatomia patologica generale delle micosi umane e degli animali (Bologna s.d., ma 1931).
Tornato a Pavia, Redaelli riprese con maggior lena la collaborazione con Ciferri, fondando la rivista Mycopathologia e costituendo il Centro di micologia umana e comparata (v. a firma di entrambi: Costituzione, organizzazione e attività del Centro di micologia umana e comparata istituito presso l’istituto di anatomia ed istologia patologica della R. Università di Pavia, Pavia 1938; Relazione sul primo quinquennio (1938-1943) di attività del Centro di micologia umana e comparata della R. Università di Pavia, Pavia 1943; Un quadriennio di attività del Centro di micologia umana e comparata di Pavia (1938-1942), in Mycopathologia, 1947, vol. 4, n. 1, pp. 54-59). Ultima pubblicazione del periodo pavese (ma non certo ultima per importanza), fu il volume sulle granulomatosi fungine (Le granulomatosi fungine dell’uomo nelle regioni tropicali e subtropicali, Firenze 1942), quinto volume del Trattato di micopatologia umana diretto da Gino Pollacci e iniziato nel 1925.
Il periodo milanese, ben presto condizionato dall’attività clandestina e resistenziale, può essere considerato una prosecuzione e un’implementazione di quello pavese. A riguardo dell’organizzazione, non cessarono i rapporti con Ciferri, giacché il Centro pavese si sdoppiò in due sezioni: quella botanica, che rimase nell’Ateneo ticinese, e quella medica, che fu impiantata nell’Ateneo milanese (il Centro fu riconosciuto di interesse nazionale con circolare ACIS 420/20349.26 del 24 maggio 1955).
Tracce della sua attività didattica si trovano nelle lezioni, litografate (nel periodo pavese: Anatomia patologica. Parte I. Appunti guida alle lezioni di anatomia patologica generale; Parte II. Anatomia patologica speciale. Raccolti da A. Giordano e da L. Bertolero, a.a. 1937-38, XVI, Pavia 1938) o date alle stampe (nel periodo milanese: Anatomia patologica generale e speciale. Guida alle lezioni del prof. Piero Redaelli delineata da lui stesso, Milano 1944-1948) sia in un volume di guida alle autopsie (Guida all’autopsia del corpo umano, Milano 1948); riprodusse qui, non citando la fonte, molte delle illustrazioni presenti nel Manuale-atlante di tecnica delle autopsie (Messina 1926) di Franco. Non poteva inoltre mancare una produzione iconografica specifica a uso degli studenti (Istologia patologica. Testo atlante, Milano 1950, con C. Cavallero).
Redaelli partecipò attivamente alla rifondazione postbellica della Società italiana di anatomia patologica (che era stata promossa nel settembre 1940 dal cattedratico milanese Alberto Pepere) sotto la nuova denominazione di Società italiana di patologia, assumendone la carica di segretario.
In essa era presente una specifica sezione di patologia comparata. Nel 1954 Redaelli fu con Ciferri il fondatore dell’International Society for human and animal mycology (ma l’idea si era concretizzata a Roma nel 1953). Fu membro del comitato per la biologia e la medicina del Consiglio nazionale delle ricerche, socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei e dell’Istituto lombardo, dell’Accademia Gioenia di Catania e dell’Accademia di anatomia di Rio de Janeiro. Un grande impegno scientifico ed editoriale (condotto con Ciferri e pubblicato postumo) profuse nei due volumi della Bibliographia mycopathologica 1800-1940 (Firenze 1958). Diresse anche la scuola di specializzazione in odontoiatria dell’Università degli Studi di Milano.
Cessato dalle funzioni di direttore dell’istituto di anatomia e istologia patologica dell’Università degli studi di Milano il 15 ottobre, morì a Ischia il 25 ottobre 1955.
Sposato con Marcella Calchi-Novati (che gli premorì nel 1939), aveva cinque fratelli: Cesare, Eugenio, Elisa, Ettore e Davide.
Redaelli fu benemerito della scuola, della cultura e dell’arte (alla memoria). A lui sono state intestate nel 1966 e nel 1971 le sedi di Milano e di Vimodrone (presso Milano) dell’odierna Azienda di servizi alla persona Golgi-Redaelli, in ragione del suo impegno sviluppatosi anche in ambito geriatrico, nell’Associazione geriatrica italiana.
Fonti e Bibl.: Presso l’Archivio storico dell’Università degli studi di Milano è conservato il suo fascicolo personale (f. 2609). Presso l’Archivio storico dell’ospedale Maggiore di Milano è conservato (b. 1625) un fascicolo pubblicato dal comitato promotore per la Fondazione prof. Piero Redaelli per la ricerca scientifica (s.i.e., ma post 1955) che contiene un profilo ergobiografico di Redaelli.
Attività clandestina dell’Associazione professori e assistenti universitari (Apau) e del Comitato di liberazione nazionale dei professori e assistenti universitari(Clnapau) in Milano negli anni 1944-1945, a cura del Comitato direttivo provvisorio dell’Associazione professori e assistenti universitari, Milano 1945, passim; M. Ciferri - P. Redaelli, Bollettino dell’Istituto sieroterapico milanese, 1955, vol. 34, n. 11-12, pp. 749 s.; Iid., Mycopathologia et mycologia applicata, 1956, vol. 7, n. 3-4, pp. 217-219. Si veda anche G.G. Ainsworth, Introduction to the history of medical and veterinary mycology, Cambridge 1986, passim.