PUCCIONI, Piero
PUCCIONI, Piero. – Nacque a Firenze il 2 settembre 1833 da Giuseppe e da Teresa Poggi.
Il padre, giurista insigne e magistrato, fu docente di giurisprudenza e procedura penale all’Istituto di studi superiori di Firenze e presidente di sezione della Suprema corte di cassazione del Granducato di Toscana. Membro della Consulta di Stato (1859) e poi dell’Assemblea dei rappresentanti della Toscana (1859-60), nel 1861 fu nominato senatore del Regno d’Italia.
Dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Siena, Puccioni esercitò la professione di avvocato. Sul finire degli anni Cinquanta si avvicinò al gruppo di liberali che sosteneva la causa dell’unificazione e dell’indipendenza italiana sotto la dinastia dei Savoia e aderì alla sezione toscana della Società nazionale, di cui fu segretario. Fu tra gli artefici della ‘rivoluzione pacifica’ del 27 aprile 1859 che portò alla cacciata dei Lorena e creò le condizioni per l’annessione dell’ex Granducato di Toscana al Regno di Sardegna. Il governo provvisorio toscano, insediatosi quello stesso 27 aprile, lo nominò commissario a Siena e Grosseto. Nel luglio seguente, insieme a Leopoldo Cempini e Carlo Fenzi, fondò a Firenze il quotidiano La Nazione, che dette voce alle istanze dei liberali toscani e in particolare di Bettino Ricasoli. Nel maggio del 1860 Puccioni assunse la direzione del giornale che tenne fino all’11 gennaio 1865.
Ricasoli restò a lungo il principale referente politico di Puccioni e quando nel 1865 l’ex presidente del Consiglio costituì a Firenze l’Associazione liberale egli ne divenne il segretario. Quell’anno, che vide il trasferimento della capitale a Firenze, segnò il suo vero e proprio ingresso nella politica attiva. Nel 1865 fu eletto infatti nel Consiglio provinciale di Firenze, dove fu successivamente confermato, salvo un intervallo di dieci anni dal 1873 al 1883, fino alla morte. Nell’ottobre del 1865, inoltre, fu eletto deputato in rappresentanza del collegio di Sansepolcro, che gli rinnovò il mandato per altre cinque volte fino alla XIV legislatura, che concluse i suoi lavori nel 1882. Dal 21 novembre 1876 al 23 gennaio 1878 ricoprì la carica di vicepresidente della Camera.
Nel 1874 Puccioni fu tra i fondatori a Firenze della Società Adamo Smith, che raccolse, accanto a finanzieri ed economisti, diversi parlamentari ed esponenti della Destra toscana che si riconoscevano nelle teorie liberistiche.
La dialettica fra liberismo e interventismo pubblico nell’economia fu in quel periodo al centro del dibattito politico e fornì il quadro di riferimento teorico alla lotta che si combatté fra le componenti interne della Destra governativa e l’opposizione di Sinistra (in particolare sull’esercizio statale delle ferrovie), portando alla cosiddetta «rivoluzione parlamentare» del 18 marzo 1876.
Quel giorno fu Puccioni a parlare alla Camera a nome dei ‘dissidenti’ toscani e a illustrare i motivi che li avevano indotti a votare contro il governo Minghetti. Nei mesi successivi – questa volta distinguendosi dalle posizioni di Ricasoli – egli si dichiarò a favore di un vero e proprio accordo con la Sinistra moderata di governo che superasse le vecchie divisioni e portasse alla nascita di un grande raggruppamento liberale. Nel settembre del 1876, spiegando ai suoi elettori le ragioni della scelta compiuta nel marzo precedente, dichiarò che con quel voto si era finalmente «entrati nella vera applicazione del sistema parlamentare coll’alternarsi dei partiti al Governo» e che adesso era perciò «possibile, anzi necessaria una trasformazione di parti politiche, fondata sulle idee, sui principii, non sulle simpatie od antipatie personali» (Discorso pronunziato in un’adunanza elettorale convocata in S. Sepolcro il 1° settembre 1876, Firenze 1876).
Negli anni seguenti fu impegnato nella costruzione di forme associative che dessero una struttura più organizzata al liberalismo moderato. Nel 1876 aderì alla sezione fiorentina dell’Associazione costituzionale centrale promossa da Quintino Sella, da cui si dissociò dopo qualche mese per rientrarvi nel 1882 in polemica con l’Unione liberale monarchica di Firenze. Nel 1887 fu poi tra i promotori dell’Associazione Italia e Statuto, di cui assunse la presidenza.
Nel 1882, candidato da varie liste nel collegio plurinominale di Arezzo, non risultò eletto. Nel giugno del 1886 venne però nominato senatore. Come già alla Camera, prese parte attiva ai lavori del Senato quale relatore di disegni di legge sulla pubblica sicurezza e sul credito fondiario e intervenendo nelle discussioni sulle modificazioni alla legge comunale e provinciale, sull’istruzione secondaria, sulla conservazione dei monumenti, sull’ordinamento della giustizia amministrativa, sulla riforma delle Opere pie, sulle strade nazionali e provinciali, sullo stato degli impiegati civili. Negli anni della sua esperienza come senatore ricoprì anche importanti cariche nell’amministrazione della Provincia di Firenze: fu presidente della Deputazione provinciale dal 1889 al 1892, vicepresidente del Consiglio provinciale dal 1893 al 1895 e poi presidente dal 1896 fino alla morte. Rappresentò inoltre la Provincia in diverse altre istituzioni come il Consiglio provinciale di sanità e i consigli d’amministrazione dello Spedale degli Innocenti e della Pia casa di lavoro, di cui fu presidente. Dal 1889 al 1898 fu membro del consiglio direttivo e poi vicesoprintendente dell’Istituto di scienze sociali Cesare Alfieri. Fece parte infine del consiglio d’amministrazione delle Ferrovie Meridionali e dal 1897 fino alla morte fu presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze.
Morì a Firenze il 5 aprile 1898.
Puccioni, vedovo di Caterina Poggio (morta il 20 maggio 1869) e coniugato in seconde nozze il 1° settembre 1880 con Iole Maria Teresa Giovannozzi, ebbe due figli, Mario (1860-1940), dalla prima moglie, e Nello (1881-1937), dalla seconda. Mario esercitò anch’egli la professione di avvocato e ricoprì cariche politico-amministrative a Firenze, dove fu consigliere e assessore comunale, oltre che membro della giunta provinciale, e a Pontassieve, di cui fu per molti anni sindaco. Di orientamento politico liberal-conservatore, fu un appassionato cultore di memorie e studi storici sul Risorgimento, sul quale pubblicò numerose opere (Vincenzo Malenchini nel Risorgimento italiano, Firenze 1930; L’unità d’Italia nel pensiero e nell’azione del barone Bettino Ricasoli. Storia documentata della rivoluzione liberale in Toscana, Firenze 1932; Storielle, ricordi e memorie. Reminiscenze italiane dal 1848 al 1939, Firenze 1940).
Scritti e discorsi. Vincenzo Salvagnoli, Torino 1861; Del rinnuovamento della commedia italiana. Discorso di P. P. letto nell’adunanza solenne della Società d’incoraggiamento all’arte teatrale de’ 6 gennaio 1862, Firenze 1862; Sullo schema di legge pei provvedimenti finanziari. Discorso pronunziato da P. P. alla Camera dei Deputati nella tornata del 25 giugno 1873, Roma 1873; Giurisprudenza delle elezioni politiche, Firenze 1874.
Fonti e Bibl.: L’Archivio Puccioni è conservato presso la Biblioteca nazionale di Firenze. M. Puccioni, In memoria di P.P. Inaugurandosi per cura del Comune di Firenze la lapide sulla casa che fu sua, Firenze 1924; Il Risorgimento italiano nell’opera, negli scritti, nella corrispondenza di P. P., a cura di M. Puccioni, Firenze 1933; G. Carocci, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino 1956, pp. 49, 59, 115-117; A. Salvestrini, I moderati toscani e la classe dirigente italiana (1859-1876), Firenze 1965, ad ind.; L. Mascilli Migliorini, La Sinistra storica al potere. Sviluppo della democrazia e direzione dello Stato (1876-1878), Napoli 1979, ad ind.; G. Spadolini, Firenze capitale. Gli anni di Ricasoli, Firenze 1979, pp. 72, 131, 146, 197, 245-247; Ubaldino Peruzzi. Un protagonista di Firenze capitale, a cura di P. Bagnoli, Firenze 1994, ad ind.; La Provincia di Firenze e i suoi amministratori dal 1860 ad oggi, a cura di S. Merendoni - G. Mugnaini, Firenze 1996, ad ind.; M. Sagrestani, Lo scrutinio di lista in Toscana (1882-1891). Dalla competizione possibile alla competizione mancata, Firenze 1999, ad ind.; G. Paolini, Il tramonto di una dinastia. La Toscana e il 27 aprile 1859, Firenze 2010, ad ind.; La rivoluzione toscana del 1859. L’unità d’Italia e il ruolo di Bettino Ricasoli, a cura di G. Manica, Firenze 2012, ad ind.; Camera dei Deputati, Portale storico, http://storia.camera.it/deputato/ piero-puccioni-18330902/bpr#noNav (20 febbraio 2016); Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, sub voce, http://notes9.senato.it/ web/senregno.nsf/P_l2?OpenPage (20 febbraio 2016).