NARDI, Piero
– Nacque a Vicenza il 6 agosto 1891, da Giuseppe e da Giuseppina Bettale.
All’età di sette anni perse il padre (che lavorava per conto di produttori di cuoiame) ed entrò in collegio, dove rimase fino al primo liceo, continuando successivamente gli studi da esterno. Ebbe tra i compagni di scuola Valentino Piccoli e manifestò presto l’interesse e la passione per la letteratura, prediligendo soprattutto le opere di Gabriele D’Annunzio e Antonio Fogazzaro. Nel 1911 si iscrisse alla facoltà di lettere di Padova; durante gli anni universitari frequentò in particolare Vincenzo Errante, Giuseppe Toffanin e Diego Valeri (che, partito per Parigi, gli affidò la pubblicazione della sua raccolta Le gaie tristezze, 1913). Nel 1914 pubblicò in un opuscolo per nozze la raccolta di versi intitolata Selecta (il titolo risentiva della suggestione di Disjecta di Igino Ugo Tarchetti: cfr. Altri tempi, p. 52), e nell’autunno di quello stesso anno si laureò con Tommaso Casini, da poco giunto a Padova, discutendo una tesi sulla Scapigliatura.
Supplente per alcuni mesi nella scuola media di Vicenza (tra i suoi alunni spicca il nome di Eurialo De Michelis col quale, anni dopo, instaurò un rapporto di amicizia), allo scoppio della guerra, spinto dall’entusiasmo interventista, chiese e ottenne la revisione della riforma e partì volontario, frequentando a Mestre il corso da sottotenente di artiglieria (insieme, tra gli altri, con Giuseppe Antonio Borgese) e poi partecipando alla campagna sul Grappa.
Dopo il congedo definitivo, nell’ottobre 1919 ottenne una supplenza presso le Normali femminili (istituto magistrale) di Vicenza; vinto nello stesso anno il concorso a cattedra, iniziò una lunga carriera di insegnamento, che lo portò dapprima a Mantova, poi a Palermo, Venezia, Ancona (dove nel 1935 diresse l’istituto nautico), Trieste, e infine di nuovo a Venezia (dove prestò servizio anche presso il conservatorio Benedetto Marcello).
Divenuto membro dal 1920 dell’Accademia Olimpica di Vicenza (presso la quale, già durante gli anni universitari, aveva tenuto la sua prima conferenza incentrata su Guido Gozzano), nel 1921 pubblicò a Vicenza la monografia Iginio Ugo Tarchetti. Profilo con alcuni documenti epistolari inediti e una Appendice bibliografica, e nel 1924 diede alle stampe a Bologna il saggio (ricavato dalla tesi di laurea) che ancor più lo segnalò all’attenzione dello scenario critico, ovvero Scapigliatura. Da Giuseppe Rovani a Carlo Dossi.
In questo volume – per il quale fu premiato dall’Accademia nazionale dei Lincei nel 1926 e che ristampò con lievi ritocchi nel 1968 per Mondadori con l’aggiunta di una interessante Premessa – rivendicò in particolare la necessità di assegnare all’esperienza ‘scapigliata’ un posto di rilievo nella storia letteraria del secondo Ottocento e insistette sulla centralità assunta in tale contesto dal rapporto tra le ‘arti sorelle’ (pittura, musica, poesia).
Ottenuto nel 1925 il premio per il miglior saggio bandito dalla Rivista d’Italia con un contributo intitolato Ariosto, diede alla luce numerose altre pubblicazioni. Nel 1926 uscì a Milano Novecentismo: abbozzi e cartoni, in cui, a mezzo fra saggistica, prosa d’arte e ricordo autobiografico, disegnò un affresco della letteratura italiana di inizio Novecento (con particolare attenzione a D’Annunzio, Gozzano, Valeri, Borgese, Renato Serra e al ruolo dei periodici); sempre al 1926 risale la pubblicazione sia delle Commedie di Carlo Goldoni (ibid.: con introduzione, note e una nuova edizione de Il burbero benefico), sia delle Novelle italiane dal 14. al 19. secolo (ibid.). Nel 1927 allestì per Mondadori un’edizione di canti selezionati e annotati dell’Orlando furioso per le scuole (più volte ristampata), cui seguì nel 1929 un’analoga selezione della Gerusalemme liberata.
Fortemente attratto tanto dal genere della biografia (che gli consentiva di unire alla rigorosa ricostruzione documentaria il gusto mai abbandonato per la scrittura in proprio), quanto dal confronto diretto con i testi, Nardi concentrò quindi l’attenzione critica su Antonio Fogazzaro, uno degli autori cui maggiormente restò legato il suo nome.
Al volume Fogazzaro su documenti inediti (Vicenza, 1929; II ed. riv., 1930), frutto anche della consultazione di materiale manoscritto messo a sua disposizione da Sebastiano Rumor e dagli eredi dell’autore (per es. abbozzi preparatori dei romanzi, un inedito prologo di Piccolo mondo antico e un inedito finale di Leila), seguì, in stretta contiguità, il lungo lavoro di cura dell’edizione di Tutte le opere (I-XV, Milano 1931-45), nonché la pubblicazione di una nuova monografia, Antonio Fogazzaro (ibid. 1938), nella quale le notizie biografiche già raccolte e illustrate nel precedente studio trovano una loro ancor più compiuta ed esaustiva sistemazione, senza mai trascurare il fronte più strettamente relativo all’esercizio critico.
Divenuto nel frattempo collaboratore di varie riviste e periodici (Pegaso, Nuova Antologia, Pan, La Fiera letteraria, cui si aggiunsero, nel corso degli anni, anche il Giornale storico della letteratura italiana, Lettere italiane, e più tardi Il Resto del Carlino), Nardi continuò indefessamente nell’edizione di antologie (Le più belle pagine di Carlo Dossi, Milano-Roma 1932; II ed., Milano 1940; Poesia d’oggi. Antologia critica, ibid. 1939; Tempi nostri. Antologia italiana per la scuola media, Firenze 1941) e nella cura di opere, con particolare riguardo al pubblico scolastico. Alla scelta e annotazione, in collaborazione con Remigio Marini, di brani dell’Eneide tradotta da Annibal Caro (Torino 1936), seguirono i commenti de I Malavoglia di Giovanni Verga (su testo curato da Lina e Vito Perroni, Milano 1940) e de I promessi sposi di Alessandro Manzoni (ibid. 1940), entrambi più volte ristampati; quindi nel 1942 procedette con la pubblicazione per Mondadori sia di Tutti gli scritti sia della Vita di Arrigo Boito (quest’ultimo lavoro, nuovamente edito nel 1944, si riallacciava a un giovanile articolo uscito nel 1915 nella Rassegna nazionale).
Impegnato a lungo, ancora per Mondadori, nella direzione dell’edizione di tutte le opere di David Herbert Lawrence, di cui scrisse nel 1947 una Vita e di cui tradusse anche Tutte le poesie (con introduz. e note, I-II,1959), nel contempo fece uscire l’uno dopo l’altro il Teatro di Giuseppe Giacosa (I-II, Milano 1948) e Vita e tempo di Giuseppe Giacosa (ibid. 1949, con tavole e riproduzioni di autografi), volume, quest’ultimo, che fu concepito in stretta continuità con la precedente monografia su Arrigo Boito e che nel 1952 gli valse il premio Marzotto.
In quegli stessi anni si mantenne ancora costantemente attivo sul fronte dell’allestimento e dell’edizione di testi destinati primariamente alla scuola: nel 1951 curò per Mondadori le Novelle di Verga e una scelta commentata di testi di Alfredo Panzini intitolata La mia storia, il mio mondo; al 1952 risale invece la stampa di Prisma. Antologia per la scuola media. Pubblicò inoltre una Nota alla Incoronazione di Poppea scritta da Giovanni Francesco Busenello per Claudio Monteverdi (Venezia 1949) e, in collaborazione con Ettore Janni, fece uscire Giuseppe Giacosa, Luigi Albertini. Ritratti (Torino 1952, in occasione delle celebrazioni commemorative tenute in quell’anno).
Nominato nel 1956 capo ufficio editoriale e stampa della Fondazione Giorgio Cini (per la quale, insieme con Vittore Branca, promosse nel 1957 la nascita dell’Istituto per le lettere, la musica e il teatro veneti), nel 1960 si dedicò all’autobiografia, facendo uscire un proprio breve profilo nella raccolta Ritratti su misura di scrittori italiani curata da Elio Filippo Accrocca (Venezia, pp. 296-298), e soprattutto dando alle stampe per Neri Pozza Altri tempi (Venezia), in cui, con la «misura di una palazzeschiana capacità di rievocazione del mondo di ieri e di una candida fede nella poesia e nelle lettere» (Branca, 1974), ripercorse l’intera parabola della propria vicenda umana e intellettuale (l’infanzia, la formazione, le amicizie, la guerra, gli studi).
Negli anni successivi, oltre a stendere i capitoli Giuseppe Giacosa e Carlo Dossi per la Letteratura italianaMarzorati (I minori, IV, Milano 1962, rispett. alle pp. 3113-3125, 3147-3157) e a pubblicare un omaggio all’amico Diego Valeri (I settantacinque anni di un poeta: 25 gennaio 1962, dapprima nel Resto del Carlino, poi Venezia 1962), fu impegnato nelle attività promosse dalla Fondazione Cini, curando sia alcuni volumi collettanei contenenti i testi delle lezioni del Corso internazionale di alta cultura (si veda: Arte e cultura contemporanee, Firenze 1964; Arte e cultura nella civiltà contemporanea; ibid. 1966; Il fenomeno “città” nella vita e nella cultura d’oggi, ibid. 1971), sia, insieme a Gerardo Guerrieri, la Mostra Eleonora Duse (Venezia 1969).
Negli ultimi anni di vita non abbandonò il consueto duplice binario della scrittura biografica e del confronto diretto con i testi d’autore. Nel 1965 diede alle stampe a Venezia (ancora per Neri Pozza) Un capitolo della biografia di Sibilla, nel quale poté avvalersi anche di documenti affidatigli dalla stessa Sibilla Aleramo (alcune pagine inedite di diario, che la scrittrice gli aveva consegnato nel 1958, nonché lettere di Giovanni Boine, Clemente Rebora, Umberto Boccioni); nel 1972 curò una edizione dei Cento anni di Giuseppe Rovani (uscita sia a Novara per le Edizioni del Club del libro, sia a Firenze per Vallecchi), e infine lavorò (sulla base dei fondi presenti nella Fondazione Cini) al Carteggio D’Annunzio-Duse. Superstiti missive: lettere, cartoline, telegrammi, dediche (1898-1923), che apparve postumo per Le Monnier (con prefazione di Vittore Branca, Firenze 1975).
Tornato nel 1972 nella sua città natale, morì a Vicenza il 9 giugno 1974.
Prima della morte aveva donato alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza parte del suo patrimonio librario e documentario. Oltre a tutti i suoi scritti (compresi dattiloscritti vergati con correzioni autografe), alla sua biblioteca personale e alle testimonianze degli scambi epistolari (con Arnoldo Mondadori, Neri Pozza, Benedetto Croce, Ada Negri, Diego Valeri, Arturo Pompeati, Eurialo De Michelis, Pietro Pancrazi, Filippo Sacchi), è di particolare rilievo il materiale relativo a Fogazzaro (autografi di prove narrative e di liriche, alcune lettere, e via enumerando). Carte di Nardi sono conservate anche presso la Fondazione Cini (fra cui i documenti affidatigli da Sibilla Aleramo) e a Palazzo Filomarino di Napoli (carteggio con Benedetto Croce).
Fonti e Bibl.: Necr., V. Branca, Un gentiluomo, maestro di lettere, in Corriere della sera, 22 giugno 1974. E.M. Fusco, Scrittori e idee. Diz. critico della letteratura italiana, Torino 1956, p. 408; Diz. generale degli autori italiani contemporanei, II, Firenze 1974, p. 893; V. Branca, Commemorazione di Pietro Nardi, in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, vol. 134, Parte generale e Atti ufficiali, a.a. 1975-76, pp. 34-38; Letteratura italiana (Einaudi), Gli Autori. Diz. bio-bibliografico e Indici, II, Torino 1991, p. 1248; Una precisa forma: studi e testimonianze per Diego Valeri, Atti del Convegno internazionale… 1987, Padova 1991, ad ind.; F. Bandini, L’Istituto per le lettere, il teatro e il melodramma della Fondazione Cini, in Notiziario bibliografico, 2006, n. 24, pp. 35 s.; G. Sasso, Croce, Serra e P. N., in La Cultura, XXXVII (1999), 1, pp. 143-147 (poi in Id., Filosofia e idealismo. IV. Paralipomeni, Napoli 2000, pp. 193-198); La Fondazione Giorgio Cini. Cinquant’anni di storia, a cura di U. Agnati, Milano 2001 (in partic. pp. 118 s., 169); A. Baù, Le carte d’archivio di P. N., in Venetica. Riv. di storia contemporanea, 2003, n. 7, pp. 161-166; Eurialo De Michelis (1904-1990), a cura di B. Bartolomeo, Pisa 2008, ad indicem.