GRIBAUDI, Piero
Nacque a Cambiano, vicino Torino, il 27 giugno 1874 da Bartolomeo e Teresa Pennazio.
Di modesta famiglia, il G. frequentò le scuole medie nelle case salesiane per il personale interessamento di don Giovanni Bosco; poté continuare gli studi grazie all'aiuto di varie borse che gli permisero di superare le ristrettezze economiche della famiglia e quindi di iscriversi all'Università di Torino, dove si interessò principalmente a ricerche erudite di storia locale sotto la guida di C. Cipolla; conseguì la laurea in lettere nel 1898. Nei due anni successivi proseguì gli studi alla Scuola di perfezionamento di Firenze; qui i suoi maestri furono, tra gli altri, C. Paoli, P. Villari, e G. Marinelli; quest'ultimo indirizzò definitivamente il G. verso gli studi geografici.
Al biennio fiorentino 1899-1900 risalgono le sue prime compilazioni di testi geografici e antologie per la scuola, dal Testo di geografia (Torino 1899) alla raccolta di Letture geografiche (Firenze 1899) con prefazione di Marinelli. Al giovane G. fu proposto nello stesso periodo da Attilio Mori di collaborare con la Rivista geografica italiana: sul periodico fiorentino il G. pubblicò, tra il 1898 e il 1900, vari articoli di argomento politico-economico.
Il G. iniziò la sua carriera di insegnante nel 1900, come incaricato nella scuola normale di Nuoro; l'anno successivo fu reggente presso la stessa scuola, prima di passare alle normali di Grosseto e di Velletri. Nel 1902, sposatosi con Giovanna Gilardi (dalla quale ebbe tre figli: Ferdinando detto Dino, Cencio e Teresa) si trasferì come vincitore di concorso all'istituto nautico di Gaeta rimanendovi tre anni. Insegnò poi (1906-07) all'istituto tecnico di Parma. Nel frattempo, già dal 1903, figurava nella terna del concorso per la cattedra di geografia commerciale presso la scuola superiore di commercio di Bari e, nel 1907, vinse il concorso per la stessa cattedra presso la scuola superiore di commercio di Torino, successivamente trasformata in facoltà di economia e commercio.
Fino a questa data il G. aveva orientato le sue ricerche in prevalenza verso la storia della geografia e delle esplorazioni. Dopo aver ripercorso le tappe della geografia dell'Ottocento nel saggio su La geografia nel sec. XIX specialmente in Italia, pubblicato nel 1900 nella Rivista di fisica, matematica e scienze naturali (riedito in P. Gribaudi, Scritti di varia geografia, Torino 1955, pp. 199-234), illustrò vari aspetti della cartografia e della cosmografia del Medioevo e dell'Età moderna con saggi su Isidoro di Siviglia (Per la storia della geografia del Medioevo, Torino 1906), Matteo Ricci (Il p. Matteo Ricci e la geografia della Cina, in Riv. di fisica, matematica e scienze naturali, 1902, ristampato in Scritti…, pp. 169-195) e con ricerche erudite come l'Inventario dei manoscritti geografici della R. Biblioteca Palatina di Parma (Parma 1907); i frequenti spostamenti legati alla professione di insegnante nelle scuole medie diedero invece al G. l'occasione per alcuni saggi di geografia descrittiva (Il golfo di Gaeta, in Riv. di fisica…, 1906, poi in Scritti di varia geografia, pp. 421-453, e I Monti Ausoni, in Riv. di fisica…, 1910, poi in Scritti…, pp. 455-571).
L'assunzione alla cattedra universitaria segnò una svolta definitiva nella produzione scientifica del G.: a partire dallo studio su La posizione geografica e lo sviluppo di Torino (Torino 1908) fino a Lo sviluppo edilizio di Torino dall'epoca romana ai giorni nostri (ibid. 1933), egli intraprese una serie di studi di geografia urbana, industriale e delle comunicazioni prevalentemente rivolti al Piemonte (Il problema delle comunicazioni nel Piemonte, ibid. 1913) e a Torino (Sui fattori geografici dello sviluppo industriale di Torino, discorso inaugurale dell'anno accademico 1932-33, in Scritti…, pp. 271-304), ma anche ai porti mediterranei (con saggi su Genova, Trieste e Marsiglia), ai trafori alpini e, parallelamente, agli sviluppi della politica italiana nonché alle questioni coloniali.
All'interesse teorico verso i problemi delle comunicazioni e dei trasporti si andavano affiancando anche vari incarichi nelle commissioni tecniche cittadine che, uniti a un'intensa attività pubblicistica, gli valsero nel 1909 l'elezione a consigliere comunale di Torino e la carica di assessore alla Pubblica Istruzione: in tale veste si interessò per sedici anni ai problemi dell'istruzione popolare e professionale.
Dopo la prima guerra mondiale, alla quale il G. aveva partecipato come ufficiale dell'esercito e che era stata l'occasione per una serie di scritti di argomento geopolitico - dal discorso inaugurale dell'anno accademico 1914-15, Popoli e confini (in Scritti…, pp. 473-488), alla prolusione 1919-20, La carta politica della nuova Europa (rielaborata in La nuova Europa, Torino 1921) - il G. si affermò soprattutto come autore di una fortunata serie di testi scolastici (L'uomo e il suo regno ebbe più di trenta edizioni dal 1912 al 1946), antologie geografiche, biografie di viaggiatori per le scuole di ogni ordine e grado, da La geografia nella IV classe elementare (Torino 1923) al testo universitario di Geografia commerciale (ibid. 1932).
A questa produzione, ma anche all'esperienza giovanile di insegnante nelle scuole medie superiori, si collegano gli interventi del G. su questioni di didattica della geografia sia nei congressi geografici nazionali sia in riviste come L'Educazione nazionale di G. Lombardo-Radice, volti a difendere l'autonomia della geografia, e in special modo della geografia economica, come materia di insegnamento.
Nel corso degli anni Trenta le scelte del G. in campo didattico e scientifico risentirono dell'orientamento impresso dal regime fascista alla propaganda interna e alla politica estera italiana, dalla guerra d'Etiopia, le cui conquiste furono dal G. illustrate ne Il nuovo Impero di Roma (Torino 1937), fino all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, alla quale il G. dedicò l'unico intervento da lui pubblicato nella rivista Geopolitica (L'Italia, la Germania e la Francia in un "Memorandum" geopolitico di Bismarck, IV [1942], n. 4-5, pp. 169-175); nel pieno dell'occupazione tedesca il G. tornava però alle indagini di storia locale dando alle stampe l'opuscolo intitolato Un capitolo della storia del Comune di Cambiano (Chieri 1944). Nel secondo dopoguerra, la pubblicazione di Terra e civiltà (Torino 1946-49) - manuale di geografia umana, politica ed economica concepito come una sintesi di geografia storica e redatto in collaborazione con il figlio Ferdinando - concluse l'attività scientifica del G., il quale nel 1949 fu collocato a riposo.
Il G. morì a Torino il 24 marzo 1950.
Fonti e Bibl.: C. Gribaudi - D. Gribaudi - T. Gribaudi, Pubblicazioni scientifiche e didattiche del prof.P. G. (1897-1946), Torino 1946 (con cenni biografici); A. Codignola, L'Italia e gli italiani, Genova 1947, ad ind.; E. Malesani, P. G. (1874-1950), in Riv. geografica italiana, LVII (1950), 4, pp. 243-248; U. Toschi, P. G., in Boll. della Soc. geografica italiana, s. 8, IV (1951), 3-4, pp. 117-121; D. Gribaudi, Profilo biobibliografico, in P. Gribaudi, Scritti di varia geografia, Torino 1955, pp. 3-7, seguito dalle Pubblicazioni in ordine cronologico, pp. 9-16; A.K. Vlora, Dino Gribaudi. L'uomo e lo studioso, Bari [1971], pp. 7 s.; I. Luzzana Caraci, La geografia italiana tra '800 e '900. Dall'Unità a Olinto Marinelli, Genova 1982, pp. 139, 175, 200; L. Stanzione, Il dibattito sull'insegnamento della geografia negli anni Venti, in R. Almagià e la geografia italiana nella prima metà del secolo. Una rassegna scientifica e una antologia degli scritti, a cura di G. Corna-Pellegrini, Milano 1988, pp. 206, 208-210; Chi è? 1928, 1931, 1936, 1948, sub voce.