Scrittore italiano (Milano 1902 - Arzo, Canton Ticino, 1999). Caratteristico dei suoi racconti e romanzi (L'entusiastica estate, 1924; Liuba, 1926; Mozzo, 1930; Beati regni, 1954, che raccoglie il meglio della sua produzione fino a questa data; Adamira, 1956; Vanterie adolescenti, 1960; La paura, 1970) è un tono di lirica levità, come di viaggio nel tempo e nella memoria, per cui la narrazione si fa, propriamente, evocazione. Più legato al dato documentario, scrupolosamente ricercato, è il romanzo storico Gagliarda, ovvero la presa di Capri (1932); la stessa esigenza di precisione storica, vivacizzata da una commossa partecipazione, anima alcuni saggi (Incomparabile Italia, 1947; "La famiglia italiana" a Milano, nel vol. collettivo Tre cattolici liberali, 1972). Si occupò anche di critica cinematografica (Cinema e civiltà, 1960; Cinema e giustizia, 1961; Cinema e libertà, 1963; ecc.) e scrisse un'agile biografia pucciniana (Vita e melodie di Giacomo Puccini, 1955).