Del Nero, Piero
Figlio di Simone di Marco e di Lucrezia Gualterotti. Collezionista e trascrittore di codici (m. nel 1598). Dai suoi codici egli stesso o altri accademici della Crusca trassero spogli per il Vocabolario o per altre opere. Alla sua morte restarono usufruttuari del patrimonio il fratello fra Bernardo, vescovo di Bisignano, e la madre; l'asse ereditario pervenne ai figli maschi della sorella Maria, sposata ad Alessandro Guadagni. Per questa disposizione gran parte dei codici di Piero entrarono a far parte della biblioteca Guadagni e vi rimasero fino alla vendita, avvenuta nel 1800. Di essi la maggior parte furono acquistati dal bibliofilo livornese Gaetano Poggiali e alla morte di lui, avvenuta nel 1814, furono rivenduti dal figlio Domenico. In tale occasione circa cinquecento ne furono acquistati per il granduca Ferdinando dal bibliotecario palatino Francesco Tassi, e fanno perciò oggi parte del fondo Palatino della Biblioteca Nazionale di Firenze. Sembra tuttavia lecito supporre che un piccolo gruppo di codici raccolti dal Del N. per tramite del fratello Bernardo siano passati a Francesco di Vincenzio Nori, accademico fiorentino, canonico nel 1603, poi vescovo di San Miniato (dal 1624 al 1631, anno della sua morte). Infatti alcuni manoscritti, con nota di possesso di Piero, portano anche la testimonianza della vendita che la monaca sorella ed erede di Francesco Nori aveva fatta a Vincenzo di Giovanni di Francesco Martelli. I codici Martelli, per dono della famiglia, costituiscono ormai il fondo omonimo della biblioteca Medicea Laurenziana.
Dall'Avviso ai Lettori dell'edizione Manzani della Commedia (Firenze 1595) fatta per l'Accademia della Crusca, risulta che il Del N. possedeva almeno 14 codici del poema dantesco, perché tanti ne imprestò per questa edizione, sembra nel 1591; né è esatto quanto afferma il Poggiali (cfr. Divina Commedia, Livorno 1807, I XXIII) che tutti questi erano passati a lui. Di essi infatti soltanto sei si trovano oggi nel fondo Palatino della Nazionale fiorentina, e precisamente quelli segnati Palat. 313, 315, 316, 318, 319, 321; tre altri si conservano invece a Oxford nella Bodleian Library, dove pervennero con la raccolta Canonici acquistata nel 1817, e corrispondono ai nn. 95, 96, 104 del Catalogo del Mortara. Il Riccardiano 1094, conservato nell'omonima biblioteca a Firenze, è descritto a p. 96 del Catalogo del Morpurgo (contiene il Paradiso e scritti minori di D.); non se ne conosce l'anno di acquisizione, ma è da supporsi anteriore al 1800, perché com'è noto la biblioteca dei marchesi Riccardi, anche se non ancora in vendita, era inattiva dal 1799. Il Colomb de Batines, nella sua Bibliografia dantesca, identificò altri due codici (ai nn. 180 e 181) con altrettanti di proprietà Martelli (oggi 11 e 7 del deposito della Bibl. Martelli nella Bibl. Laurenziana); la sua tesi, sostenuta con una premessa errata, non fu accettata dal Gentile; ma per quanto si è detto sopra e per le informazioni che il biografo dice di aver ricevuto dall'erudito bibliotecario dei Martelli, Casimiro Basi, potrebbe avere solido fondamento; comunque l'ipotesi non era stata estesa al terzo codice Martelli della Commedia, il Martelli 11.
Bibl. - Firenze, Arch. di Stato, Arroti, Quartiere di S. Spirito 1598, c. 150 V e Testamenti 1593, n. 50, c. 505; A. Bartoli - T. Casini, Il Canzoniere Palatino della Biblioteca Nazionale di Firenze, in " Il Propugnatore " XIV (1881) I 230 ss.; L. Gentile, I codici Palatini della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Firenze 1889, I XVI e singole descrizioni; A. Mortara, Catalogo dei manoscritti italiani che sotto la denominazione di codici Canoniciani italiani si conservano alla Biblioteca Bodleiana di Oxford, Oxford 1864, 109, 110, 119; S. Morpurgo, I codici italiani della biblioteca Riccardiana di Firenze, Roma 1900.