DEL CASTAGNO, Piero
Nacque forse a Firenze, fra la fine del sec. XIV e i primi anni del XV, da Andrea. Entrò giovanissimo nell'Ordine dei carmelitani, sicuramente nel convento di S. Maria del Carmine a Firenze: lo troviamo elencato nel numero dei frati di quella comunità nel febbraio del 1419 (stile fiorentino 1418) e il 13 ott. 1419, in un atto con cui si concedeva alla Compagnia carmelitana di S. Alberto di costruire un edificio o cappella all'interno del complesso del convento. In vari documenti del convento il D. risulta studente in teologia nel 1425, sottopriore nel 1427, lettore nel 1430 e nel 1431, baccelliere dal 1432 al 1437.
Nel frattempo, il 6 ott. 1433 il D. entrò a far parte dello Studio teologico fiorentino come maestro di teologia. In data 12 luglio 1435 il D., insieme con altri quattro confratelli, sottoscrisse un impegno di usufrutto stipulato dal priore del convento, Agnolo d'Agostino, con una donatrice. In questa sottoscrizione autografa il D., che aggiunge la qualifica di baccalarius, si firma subito dopo il padre provinciale della Toscana, Antonio di Matteo da Pisa, a evidente testimonianza del grado di importanza che rivestiva nell'ambito dell'Ordine, e che mantenne negli anni successivi, come appare, ad esempio, da una bolla di Eugenio IV del 20 luglio 1440.
Pur nella mancanza di una completa documentazione (andata in gran parte dispersa durante l'alluvione fiorentina del 1966), il D. risulta priore del convento nel febbraio 1437; carica che mantenne fino al 20 marzo del 1438.
In una "ricordanza" del convento, dell'11 maggio 1438, il D. è citato, senza più la qualifica di priore, quale compratore, insieme con un altro confratello, di una casa confinante col convento (questa casa è ricordata inoltre in una nota dell'11 dic. 1450 relativa a una donazione anche da lui sottoscritta).
Il D. morì a Firenze il 15 sett. 1457, come appare da un necrologio che lo qualifica "optimus predicator nec non valde utilis in aquisitione ornamentorum sacristie" e in un libro di entrate ed uscite del convento, relativo ai proventi ricavati dalla vendita ad altri frati degli oggetti personali appartenenti al D., e alle spese sostenute per la sua malattia e il funerale (queste note di entrate ed uscite, pur non datate, sono poste fra altre segnate 1456 e 1458).
In due elenchi di frati del Carmine, ad esempio, datati 15 maggio e 16 ag. 1458, il nome del D. non compare più: l'affermazione, riportata anche dal Cerracchini e da quanti altri si sono occupati del D., per cui egli sarebbe morto il 15 sett. 1459, pare in tal modo essere frutto di un errore di lettura della data.
Il D. fu sicuramente fra i religiosi più illustri del convento fiorentino del Carmine nel corso della prima metà del Quattrocento, distinguendosi non solo per l'apporto dato alla vita della comunità, in particolare curando la sacrestia della chiesa, ma anche per la sua fervida attività di predicatore e di studioso di testi sacri. La fama del D. è legata soprattutto alla sua Vita di s. Andrea Corsini (1301-1373), vescovo carmelitano di Fiesole, il cui manoscritto originale, in lingua latina, è conservato nella Biblioteca Vaticana, Vat. lat. 3813. L'opera - tramandata anche da altri manoscritti, fra cui il Magl. XXXVIII, 116, cc. 20r-35r, della Bibl. nazionale di Firenze e un altro della Biblioteca della famiglia Corsini di Firenze - rimase inedita e venne stampata solo nel 1638 a Parigi, sulla base del ms. vaticano, a cura del carmelitano scalzo Domenico di Gesù; più tardi venne pubblicata anche dai bollandisti negli Acta Sanctorum februarii, II, Antverpiae 1543, pp. 1061-1073. La Vita di s. Andrea Corsini del D. ebbe un'importanza non irrilevante anche per la causa di canonizzazione del Corsini.
Il D., che era molto devoto alla figura di Andrea Corsini, era stato in contatto diretto con molte persone che avevano conosciuto il santo e che erano state testimoni dei suoi miracoli. In particolare, uno degli interventi miracolosi attribuiti al Corsini fu quello avvenuto durante la battaglia d'Anghiari, il 29 giugno 1440, in cui i Fiorentini riportarono una strepitosa vittoria. In questa occasione vennero tributate al Corsini, in segno di riconoscenza, onori e festeggiamenti, e la domenica successiva, 3 luglio, venne organizzata una solenne processione. Il D., come baccelliere del convento, fu incaricato di pronunciare l'orazione panegirica in onore del Corsini. Lo stesso D. ricorda di essere stato in dubbio se chiamare il Corsini santo o beato, e di aver ricevuto dal cardinale Niccolò Albergati il permesso di chiamarlo in entrambi i modi, prima ancora che fosse stato iniziato il processo di canonizzazione. Il D. riferisce anche che al suo discorso fu presente tutta la cittadinanza, compresi cardinali, vescovi e tutto il clero fiorentino, insieme alle massime magistrature dello Stato. Da questo episodio nacque probabilmente il progetto di scrivere una vita del Corsini, in cui fossero ricordate tutte le azioni straordinarie da lui compiute e quelle che gli erano attribuite dopo la morte, la cui stesura fu affidata al D., che, come si è detto, era stato molto in contatto con coloro che avevano conosciuto il santo in vita. Il pregio dell'opera del D. è, infatti, quello di avere un supporto storico abbastanza sicuro, rispetto anche alle altre biografie del Corsini fiorite nel XV e XVI secolo, essendo fondata su fatti e testimonianze di miracoli accertati e di cui il D. era a conoscenza di persona. In particolare il D. sviluppò la narrazione della vita del Corsini tenendo presente proprio quei fatti straordinari che ne testimoniavano la santità, per accrescerne il prestigio anche a vantaggio di tutto l'Ordine carmelitano. In tal modo non si preoccupò di verificare, ad esempio, la cronologia e l'analisi documentaria, e circondò di un alone quasi mistico tutta la figura del Corsini. Ciononostante la sua biografia, oltre ad essere la prima dedicata al Corsini, ne è anche la fonte più autorevole, fermo restando l'impostazione senza dubbio agiografica che il D. dette a questa sua opera.
Alla biografia del D. si rifece anche un autore, anonimo, vissuto nella seconda metà del sec. XV, che scrisse in latino una vita del Corsini (pubbl. a Colonia nel 1569), che fu tradotta e stampata anche in volgare (in Rivista storica carmelitana, I [1929-1930], pp. 8-20, secondo il testo tramandato dal già ricordato manoscritto di casa Corsini).
Fonti e Bibl.: Tutti i riferimenti ad avvenimenti cronologicamente documentati della vita del D. si trovano in vari registri dell'Archivio del convento di S. Maria del Carmine, conservato in Arch. di Stato di Firenze, Conventi soppressi 113. In particolare, hanno fornito dati, per lo più sconosciuti, i registri: 16, cc. CXXVII, CXXIX, CXXXI; 17, cc. 50v-51; 19, c. 379; 81, passim; 85, cc. 13v, 39, 51, 86, 114, 129, 139v, 152, 168v, 183, 207, 218v, 228v, 236, 250; 86, cc. I, 1; 189, passim; nonché alcune pergamene segnate Diplomatico 1426 luglio 4; 1440 luglio 20. Cfr. inoltre: I.B. Lezana, Annales Ord. carmel., IV, Romae 1656, p. 852; G. Negri, Istoria degli scritt. fiorentini, Ferrara 1722, p. 451; L.G. Cerracchini, Fasti teologali, Firenze 1738, p. 114; B. De Montfaucon, Bibliotheca bibliothecarum manuscriptorum nova, II, Parisiis 1739, p. 1280; C. de Villiers, Bibliotheca Carmelitana, Orléans 1752, I, col. 78; II, col. 543; C. Baronio, Annales eccles., a cura di O. Rinaldo, Romae 1752, VII, p. 244; IX, p. 350; G. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 704; G. Richa, Notizie istor. delle chiese fiorentine, X, Firenze, 1762, pp. 29-60; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, I, Firenze 1805, p. 226; I. A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, V, Florentiae 1858, pp. 228 s.; P. Caioli, S. Andrea Corsini, Firenze 1929, passim (su questo libro sono importanti le recensioni di Anastasio di S. Paolo, in Analecta Ordinis carmelitarum discalceatorum, IV [1930], pp. 238-250; R. Lechat, in Analecta Bollandiana, XLVIII [1930], pp. 432-34; B. Zimmerman, in Rivista storica carmelitana, II [1930-31], pp. 37-40; A. Cuschieri, La biografia di s. Andrea Corsini nel secolo e nell'Ordine carmelitano, in Rivista storica carmelitana, I [1929-30], pp. 21-39); L. Saggi, A. Corsini santo, in Diz. biogr. d. Ital., Roma 1961, pp. 90 s.; A. Potthast, Bibliotheca historica Medii Aevi; II, p. 1164; T. Casini, S. Andrea Corsini, Firenze 1974, passim; A. Sabatini, Alcuni particolari della vita di s. Andrea Corsini, in Carmelus, XXI (1974), pp. 265-280.