CHIARA, Piero
Scrittore, nato a Luino (Varese) il 23 marzo 1913, morto a Varese il 31 dicembre 1986. Rifugiatosi in Svizzera nel 1943, iniziò come collaboratore di quotidiani e periodici e come autore di versi (Incantavi, 1945), che anticipano le prose di Itinerario svizzero (1950). Solo in età matura si scopre narratore capace di creare storie ricche d'ingredienti beffardi, burleschi, sensuali, causticamente ironici che rivelano il volto nascosto della realtà, specie di quella provinciale, particolarmente presa di mira nei due romanzi Il piatto piange (1962) e La spartizione (1964).
Ma l'osservazione disincantata dei costumi provinciali non esaurisce la ricerca dello scrittore, il quale già l'anno seguente pubblica Con la faccia per terra e altre storie (1965), volume dai riflessi autobiografici. Nel 1967 appare Il balordo, romanzo incentrato sull'enorme e sgraziata figura di un profeta buono, ma involontario, in un mondo indifferente, appena uscito dalla guerra. Seguono i racconti di I ladri (1967), ''Ella, signor giudice...'' e Un turco tra noi (1970), e i romanzi I giovedì della signora Giulia (1970, ma apparso già nel 1962 a puntate sul Corriere del Ticino) e Il pretore di Cuvio (1973), opera ambientata ancora nella provincia degli anni Trenta.
A partire da La stanza del vescovo (1976) C. rafforza il tema della ricerca di un'identità personale, avviata sin dalla silloge di racconti L'uovo al cianuro e altre storie (1969) e proseguita con l'omogenea trilogia di Sotto la sua mano (1974). Il tema dell'identità improbabile, oltre che in diversi racconti de Le corna del diavolo (1977), riemerge in Il cappotto di astrakan (1978), romanzo ambientato a Parigi, il cui protagonista riconosce nel figlio della padrona di casa, personaggio in realtà ambiguo, un suo possibile alter ego, tentando pure di seguirne le orme sentimentali. Alla provincia luinese C. torna con Una spina nel cuore (1979), mentre con Vedrò Singapore? (1981) riprende il gusto per la divagazione, con un protagonista insicuro e confusionario anche nell'esprimersi e nel pensare.
Negli ultimi racconti toni irreali, beffardi o satirici, e scorci di vita erotica e sentimentale convivono con note melanconiche, come nella storia del reduce in Viva Migliavacca! e altri 12 racconti (1982) o come in quella di un rifugiato politico in Il capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1985). Da ricordare ancora − a parte Il vero Casanova (1977) e la singolare Vita di Gabriele D'Annunzio (1979) − il racconto Una macchina volante (1978), Le avventure di Pierino al mercato di Luino (1980), Diario 1940 (1981), Il banco degli asini (1983), le raccolte postume Saluti notturni dal passo della Cisa (1987), Pierino non farne più (1987) e Di casa in casa, la vita e Gli anni e i giorni (1988), racconti già apparsi, anche in anni lontani, su quotidiani e riviste.
Bibl.: V. Bramanti, ''I ladri'' di P. Chiara, in Antologia Vieusseux, gennaio-marzo 1968; R. Fedi, Favola e letteratura nella narrativa di P. Chiara, in Italianistica, 1976; E. Ghidetti, Invito alla lettura di Chiara, Milano 1977; G. Tesio, P. Chiara, Firenze 1983; G. Amoroso, in Narrativa italiana 1975-1983 con vecchie e nuove varianti, Milano 1983; AA. VV., P. Chiara, ivi 1983; D. Lajolo, Parole con P. Chiara. Conversazione in una stanza chiusa, ivi 1984; C. Marabini, P. Chiara, scrivere e vivere, in Nuova Antologia, fasc. 2161 (1987), pp. 162-65.