CAPPONI, Piero
Figlio di Scipione di Piero e di Elisabetta di Piero Strozzi, nacque a Firenze il 30 dicembre 1641. Appartenne al ramo dei Capponi che aveva la propria dimora in Firenze, nel quartiere di S. Spirito, nel gonfalone del Drago e, precisamente, nel popolo di S. Frediano. Alla morte del padre, terzo ed ultimo marchese di Loro, avvenuta il 5 nov. 1665, ereditò, insieme al fratello Vincenzio Maria, i beni di famiglia. All'inizio del 1666 sposò Lucrezia di Vincenzio de' Medici (Arch. di Stato di Firenze, Carte Pucci), ma non ebbe discendenza diretta. Ricoprì vari uffici nella vita pubblica: risiedette tra i quattro buonuomini delle Stinche (1668, 1679), tra i dodici buonomini (1678, 1689), tra gli Otto di guardia e balia (1679), tra gli Accoppiatori (dal 1690 al 1718, più volte: Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 524-526, 964), appartenne al Consiglio dei duecento (1681: ibid., 524), e al Senato dei quarantotto (1689: Ibid., Manoscritti, 139 e 281, e Manni). Ebbe incarichi diplomatici di rappresentanza: tra questi assume rilevanza la missione alla corte d'Inghilterra svoltasi tra il novembre 1685 e il febbraio 1686 con lo scopo di far presente alla corte inglese il "vivissimo dolore" del granduca di Toscana per la "morte del re Carlo di gloriosa memoria" e la gioia per l'assunzione al trono di Giacomo II.
A Londra il C. abitò presso l'incaricato di affari della corte di Toscana, Francesco Terriesi, il quale, dopo la partenza dell'inviato straordinario, rimise a Firenze la nota delle spese sostenute durante il soggiorno londinese da "Piero Capponi, e sue Camerate" (Arch. di Stato di Firenze, Mediceo, 4213).Questi erano Federigo de' Ricci, figlio della sorella Lucrezia, Piero Scarlatti, Benedetto Tornaquinci, Giovanni de Narvaez (Firenze, Bibl. naz., Mss. Palatini, serie Capponi, 155).Nel viaggio di ritorno la comitiva toscana soggiornò in Francia e fu a Parigi, Versailles, Chantilly, Lione; alla corte francese, che il C. ebbe modo di frequentare, vide il re e rese visita ai nobili più in vista quali il principe di Condé (Arch. di Stato di Firenze, Mediceo, 2662).
Rientrò quindi a Firenze ai primi di giugno del 1686 (Ibid., Manoscritti, 138). Cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano, all'interno del quale ebbe alte cariche (Litta), già gentiluomo di camera di Cosimo III, egli fu nominato poi maestro di camera di Violante Beatrice di Baviera, "dal giorno che l'A. S. venne sposa in Firenze dalla Germania, fino al mese di aprile 1717 che andò al Governo di Siena" (Ibid., 142).
In tale qualità il C. partecipò al viaggio intrapreso dalla corte granducale a Livorno in occasione del passaggio da quel porto di Filippo V di Spagna nel 1702: il suo nome appare, infatti, tra i gentiluomini che accompagnarono la principessa Violante (Ibid., 141, c. 73); quale inviato della medesima principessa legata al sovrano spagnolo da vincoli di parentela, si recò a Genova alla fine del 1702 per "far complimento con S. M. Cattolica" (Ibid., 141, e Depositeria generale, 850 e 1114). Nell'ottobre del 1706 seguì Violante a Faenza, dove ella ebbe un incontro con la cognata, la elettrice di Baviera (Ibid., Mediceo, 6932).
Il C. ebbe l'ordine di far rispettare lo stretto incognito nel quale viaggiava la principessa sotto il nome di contessa di Pitigliano anche nei confronti di illustri personaggi ("monsignor governatore di Faenza", "il signor cardinale legato di Ravenna", "il cardinale legato di Bologna", "il cardinale arcivescovo di quella città"), salvo poi il permesso di svelarsi ai medesimi in segreto. Violante, da parte sua, doveva cercare di dissuadere la cognata da ogni eventuale idea di soggiorno in Toscana, che sarebbe stata in contrasto con la volontà dell'elettore di Baviera.
Ancora al seguito della principessa Violante il C. fu a Loreto e in altre località dello Stato della Chiesa tra il maggio e il giugno del 1714 (Ibid., 6393). Si trattò in questo caso di un pellegrinaggio religioso che ebbe un'appendice romana. Infatti, sulla via del ritorno, si separò a Foligno dalla "padrona" per inchinarsi in suo nome al papa dal quale fu ricevuto due volte: il 4 e l'8 giugno.
Nel marzo 1716 il C. accompagnò ancora una volta Violante che si recava a Bologna per incontrarsi con il nipote, il "principe elettorale" di Baviera; il viaggio si svolse felicemente nonostante che il peso degli anni si facesse oramai sentire.
Il C. aveva partecipato anche alla vita letteraria del tempo: si ricorda che ebbe, giovanissimo, la presidenza dell'Accademia degli Infecondi e che, in occasione dell'insediamento, Carlo Antonio Gondi recitò un'orazione latina in suo onore (1658), nella quale sono tessuti gli elogi del giovane "principe" e della nobile famiglia dei Capponi. Inoltre, nelle controversie tra Giovanni Andrea Moniglia e Giovanni Cinelli, egli assunse la difesa del primo (Arch. di Stato di Firenze, Manoscritti, 140).
Il C. morì il 9 dic. 1718, lasciando come eredi il fratello Vincenzio Maria e i figli di questo (testamento rogato il 20 dic. 1714 da Giovanni Antonio Pecorini, Ibid., Notarile, 22752).
Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio dell'Opera di S. Maria del Fiore, Battesimi dell'Oratorio di S. Giovanni Battista;Arch. di Stato di Firenze, Carte Sebregondi, Carte Pucci, Carte Dei, famiglia Capponi; Ibid., Libro d'oro dei patrizi di Santo Spirito I, n. 20; Ibid., Processi di nobiltà, f.2, n. int. 4; Ibid., Decima granducale, ff.1526, nn. int. 603, 604; 1672, nn. int. 208, 209; regg. 2051, n. int. 110; 3580, 3581; Ibid., Medici e speziali, morti, regg. 262, c. 340; 263, c. 207v; Ibid., Notarile, prot. 22752 del notaio Giorgio Antonio Pecorini, cc. 84 ss.; Ibid., Tratte, regg. 524, 525, 526, 964; Ibid., Manoscritti, 138, cc. 516 s., 538v; 139, c. 123v; 140, cc. 828, 840v-841; 141, cc. 71 ss., 148v, 278v; 142, cc. 93 s., 97, 199, 201 s., 308v; 281, c. 59; Ibid., Mediceo del Principato, filze 2662, 4213, 6392, 6393; Ibid., Depositeria generale, regg. 850, c. 61; 1114, n. int. 424; Firenze, Bibl. nazionale, Manoscritti Palatini, serie Capponi, nn. 153, 155 (diario del viaggio a Londra fino all'arrivo), 156, 192, 193, 195; Ibid., Libri di comm. dei Capponi;nn. 141-144, 149 ss.; Ibid., Carte Passerini, fam. Capponi, n. 48, pp. 122 s.; Ad Petrum Capponium illustr. march. Scipionis fil., Academiae Infaecundorum principem renuntiatum, oratio habita a Carolo Antonio Gondo eiusdem Academiae alumno, auspice patre D. Iulio Perotto Mediolanensi Cler. Reg. Barnabita, Rethoricae artis professore…, Firenze 1658; D. M. Manni, IlSenato fiorentino o sia notizia de' Senatori fiorentini dal suo principio fino al presente..., Firenze 1771, p. 34; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, sub voce Capponi, tav. IX; V. Spreti, Encicl. storico-nobiliare ital., II, p.293.