PIERLEONI
. Antica famiglia nobile romana. Il cognome si fissò nel sec. XI con Pietro di Leone (Petrus Leonis), ma assai prima ebbe origine la potenza di questa famiglia. Senza fermarsi alla leggendaria sua discendenza dagli Anici, è da ricordare che fu il nonno di Pietro, banchiere ebreo di nome Baruch, ad iniziare l'ascesa conquistandosi la benevolenza dei papi con l'imprestare loro denaro durante la lotta per le investiture. In seguito, mutando il nome in quello di Benedetto Cristiano, si fece battezzare insieme col figlio Leone, al quale morendo indicò la via da percorrere a fianco e nell'organismo stesso del papa. Leone si fece infatti caldo fautore d'Ildebrando, tanto da far credere che il grande monaco fosse suo nipote per parte di una figlia, e che Gregorio VI, cui Ildebrando si mostrò così fedele, fosse suo fratello. Dopo il 1061 non si hanno più notizie di Leone. Il figlio Pietro continuò a essere devoto ai papi e questi, in riconoscenza, concessero numerosi privilegi ai membri della famiglia e specialmente furono benevoli col figlio di lui che portava lo stesso nome e che nel 1120 fu creato cardinale. Tanta potenza destò l'invidia di altre famiglie ugualmente ambiziose, specialmente dei Frangipani, i quali, benché imparentati con i Pierleoni (la moglie di Benedetto Cristiano era forse una Frangipani) cercarono di creare ostacoli ai loro successi. Pietro muore tra il 1124 e il 1130, lasciando dieci figli: Obicione, Guido, Pietro, Leone, Graziano, Ruggero, Giovanni, Giordano, Guimondo e Tropea. Pietro, eletto papa nel 1130 col nome di Anacleto II, lottò coraggiosamente per otto anni contro Innocenzo II che, riconosciuto come il vero papa da tutti i sovrani di Europa, poteva contrapporgli forze maggiori di quelle di Ruggero, unico alleato di Anacleto, che lo aveva incoronato re di Sicilia. I fratelli di Anacleto (morto nel 1138), sotto l'autorevole guida di Leone, rimasto capo della famiglia dopo la morte del padre, agirono concordi, a eccezione di Giordano, che nei moti del 1143 si schierò dalla parte del popolo e giunse persino a levar le mani contro papa Lucio II, il quale, a detta d'un cronista, ne morì di dolore. La turrita casa dei Pierleoni sorgeva in Roma sulla riva del Tevere nei pressi del Teatro Marcello, eretta da un Domenico Pierleoni nel 1375, e da loro traeva il nome la via di Porta Leone, ancora oggi ivi esistente. In seguito, benché i P. continuassero ad esercitare pubblici uffici in Roma (un Giovanni nel 1436 fu Conservatore), scema la loro importanza politica, e forse si collegano con l'antica famiglia di Roma i più tardi rami dei Pierleoni di Città di Castello e di Matelica. È del ramo stabilito a Città di Castello, e tuttora vivente, quel Florido Pierleoni (morto nel 1829) che, nominato vescovo di Acquapendente da Pio VII, fu tra i prelati condotti in Francia insieme con il papa nel 1809: in favore del nipote di lui, Vincenzo, Leone XII eresse in contea la frazione di S. Donnino, presso Città di Castello. Vivente è anche il ramo trasferitosi nel secolo XIV a Matelica: tra i suoi membri è da ricordare il capitano Giovan Battista.