VALERIANO, Pierio
Nato a Belluno il 3 febbraio 1477, da Lorenzo dalle Fosse, ebbe il nome di Giovan Pietro, che latinizzò in quello di Pierio Valeriano, sotto cui è comunemente conosciuto. Dedicatosi in patria e poi a Venezia allo studio delle lettere, a quindici anni già poetava in latino, e della lingua latina e della greca fu studiosissimo, intrattenendo relazioni con i più celebri umanisti, come il Sabellico e il Valla, nonché col Lascaris. Nel 1509 si trasferì a Roma, dove godette i favori di Giulio II e di Leone X, e alla famiglia Medici fu sempre legatissimo, avendo istruito Ippolito, poi cardinale, e Alessandro, poi duca. Morì a Padova nel 1560.
In latino compose la maggior parte delle sue opere tra cui ricorderemo alcune favole mitologiche (Venezia 1509) e i cinque libri di elegie, Amorum libri; ma pure notevole è il Dialogo sopra le lingue volgari, in italiano, nel quale il V. si associa alla corrente trissiniana.
Bibl.: Annali di Gabriel Giolito de Ferrari, in Indici e cataloghi pubblicati dal Ministero della P. I., Roma 1890, pp. 244-45, 301-02; G. Bustico, Un poeta bellunese dimenticato, P. V., in Studi bellunesi, II (1897), n. 4.