PIERINO da Vinci
Scultore, nato a Vinci (Valdarno) nel 1529, o ai primi del 1530, da Bartolomeo fratello del grande Leonardo; morto a Pisa all'inizio del 1553. La sua attività indicata dal Vasari riceve conferma dai moderni ritrovamenti della critica. L'influsso del Tribolo, con cui lavorò dopo un breve alunnato col Bandinelli, è evidente nei putti da lui modellati, poi fusi in bronzo da altri, per il bacino della fontana di Castello (circa 1546), in un putto per fontana (Arezzo, Museo), agili di disegno pur nella classica epurazione della forma. In seguito, viaggi a Roma, favoriti dal suo mecenate Luca Martini, per il quale lavorò poi, a Pisa, fino alla morte, gli dànno, col restauro del classico, con lo studio diretto dell'opera plastica e pittorica di Michelangelo, più ampio stilismo formale, più complessa composizione, pur nell'individuale preferenza verso valori pittorici. Fondere tali elementi in apparenza contraddittorî era problema della scultura fiorentina contemporanea. Lo riflette originalmente la sua opera matura, sia nel bassorilievo, memore del bandinelliano schiacciato (il Cosimo I che libera Pisa [Vaticano], la Sacra famiglia [Bargello] con ricordi dell'incisione di Luca da Leida, il Conte Ugolino nello stesso museo più vivamente chiaroscurato), sia nella grande statua, la Dovizia (Pisa, Mercato), il Sansone e il Filisteo (Palazzo Vecchio, Cortile), di cui il Vasari lodò, pur nell'ispirazione michelangiolesca, la "maniera dolcissima". A queste opere certe e al progetto della tomba di Baldassarre Turini (Pescia, Duomo) si aggiungono dalla critica: una statua di Fiume al Louvre, da altri data al Tribolo, varî putti (Londra, Victoria and Albert Museum; Detroit, Museo), alcuni rilievi (Milano, Museo archeologico; Vaticano, ecc.) e una serie di bronzetti, principale dei quali una Furia (Vienna, collezione Auspitz).
Bibl.: G. Vasari, Le vite, II (1568), a cura di G. Milanesi, Firenze 1878 segg., V, p. 315 segg.; M. Reymond, La sculpture Florentine, Firenze 1899-1900, IV, p. 146; A. E. Brinkmann, Barockskulptur, Berlino-Neubabelsberg [1919], p. 100; W. Bode, Die italienische Plastik, Berlino-Lipsia 1922, p. 188; U. Middeldorf, Additions to the work of P. da V., in The Burl. Mag., LIII (1928), p. 299 segg.; A. Lensi, Palazzo Vecchio, Milano-Roma 1929, p. 253; E. Kris, Zum Werk des P. da V., in Pantheon, I (1929), p. 94; L. Planiscig, Piccoli bronzi italiani del Rinascimento, Milano 1930, pp. 43-44; W. Gramberg, Beiträge zum Werk und Leben P. da Vinci's, in Jahrb. d. preuss. Kunsts., XXII (1931), pp. 223 segg.; V. Valentiner, A Flor. Fountain Figure of the High Renaissance, in Bull. of the Detroit Inst., maggio 1932; B. Harris Wiles, The Fountains of Florentine sculptors, ecc., Cambridge (Mass.), 1933, pp. 85-86; A. M. Vandelli, Contributo alla cronol. della vita di P. d. V., in Riv. d'arte, XV (1933), p. 109 segg.