MARTORELLI, Pierfilippo
– Figlio di Ambrogio, nacque a Spoleto presumibilmente all’inizio del Quattrocento da una delle più antiche famiglie popolari della città. Sebbene non si possiedano notizie dirette sulla formazione del M., è certo che studiò diritto: nel 1444 fu uno dei sei dottori di diritto eletti come oratori dal Comune di Spoleto, nel 1457 è citato come «dottore» dal cronista viterbese Nicola Della Tuccia (p. 66) e, in una nota autografa del 20 ott. 1470 in calce alla copia della Lectura Clementinarum di Francesco Zabarella da lui posseduta, lo stesso M. si definisce «utriusque iuris doctor» (Maffei, 1995, p. 292).
Il primo ufficio ricoperto dal M. fu quello di giudice, ad Amelia nel 1437. Dopo questa data non si hanno sue notizie fino al 1448, quando il Comune di Spoleto lo inviò come capitano a Cerreto, carica che ricoprì almeno sino al marzo dell’anno seguente, in un momento assai delicato per la città a causa delle controversie insorte con Norcia, riguardanti tra l’altro la giurisdizione sul castello di Cerreto. Nel 1451 fu stipulata una tregua tra le due città contendenti, proposta dal commissario pontificio Geronimo da Gubbio: in quell’occasione gli Spoletini, su suggerimento del M., ottennero che il trattato fosse confermato non dal commissario pontificio, come avrebbe gradito Niccolò V, ma dal governatore di Spoleto, Cesare Conti, e dai Priori.
Nel 1454 il M. fu podestà a Cascia; nell’ottobre del 1455 ricoprì la stessa carica ad Ancona. L’anno seguente fu di nuovo a Spoleto, dove rimase attivo sino a dicembre. La sua presenza in città, attestata dai registri delle Riformanze del Comune, contrasta con la tradizione che lo vorrebbe senatore a Roma per la prima volta proprio nel 1456. Quell’anno e il successivo furono cruciali per l’ascesa sociale del M.: nominato cavaliere da Callisto III nel 1456, insieme con i propri discendenti, divenne membro della nobiltà spoletina; nel 1457 fu investito dallo stesso pontefice conte palatino, ottenendo che anche questo titolo fosse trasmissibile in linea maschile. In quell’occasione fu nobilitato anche il padre.
Entrato a far parte della cerchia di Callisto III, nello stesso 1457 il M. fu a Viterbo al servizio di Pier Luigi Borgia, nipote del papa. Il 10 aprile, partito Borgia per Roma, il M. rimase in città come suo luogotenente, in un clima politico piuttosto acceso a causa della contrapposizione tra le fazioni dei Gatteschi e Maganzesi. Il 30 luglio 1458, per sedare un tumulto popolare, il M. vietò a tutti di girare armati, pena la vita, e ordinò che gli esponenti delle due consorterie si incontrassero nella chiesa di S. Francesco per risolvere il contenzioso pacificamente.
Il tentativo si rivelò infruttuoso: i Maganzesi, sostenuti dall’esterno, ritenevano di poter ottenere una facile vittoria, senonché i Gatteschi – su sollecitazione del cardinale Enea Silvio Piccolomini, che si trovava a Viterbo per curare la gotta –, insieme con i Priori e i funzionari papali, tra cui il M., riuscirono a mettere in fuga i membri della parte opposta, mantenendo il potere. Nella narrazione di Della Tuccia (p. 69) – il quale nel 1458 era uno dei Priori – alla guida del popolo gattesco in arme, che si muoveva per la città al grido di «viva la Chiesa», era proprio il Martorelli. Nel corso del soggiorno viterbese è attestata la nascita di un figlio del M., per la quale ricevette dai cittadini un dono di 15 ducati.
Alla morte di Callisto III (6 ag. 1458), il M. non fu danneggiato dal largo favore ricevuto dai Borgia. Infatti, Enea Silvio Piccolomini, che lo aveva conosciuto a Viterbo, nello stesso mese in cui fu coronato pontefice (Pio II) lo nominò governatore di Orvieto. Il M. esercitò il nuovo ufficio dal settembre 1458 all’aprile 1460; alla fine di giugno fu incaricato da Pio II di recare agli Orvietani la sua benedizione e le sue esortazioni.
Nel 1461 fu probabilmente a Roma: tre lettere inviate da quella città (Arch. di Stato di Perugia - Sez. di Spoleto, Comune, Corrispondenza, b. 3) portano la sigla «P.F.», che potrebbe essere sua. Nel 1464 fu podestà di Ascoli e l’anno seguente il cardinal legato della Marca d’Ancona, Latino Orsini, lo inviò a comporre la pace fra Tolentino e Urbisaglia. Il 25 marzo 1467, per conto dello stesso legato, risolse i rapporti tra Loro e San Genesio. Di nuovo nella sua città natale, il 14 marzo 1469 figura tra i sei spectabiles viri incaricati dai Priori di presiedere alla costituzione del Monte dei pegni: nell’atto di fondazione il suo nome è il primo dei sei a essere elencato (Majarelli - Nicolini).
Del resto, il M. doveva essere particolarmente qualificato per questo compito se è vero che, come suppone Savelli, fu autore di un famoso consilium, tradizionalmente attribuito a Fortunato Coppoli e databile proprio entro il marzo 1469, sulla legittimità dei Monti di pietà.
Il legame con la famiglia Orsini, e in particolar modo con Latino, non venne meno, tanto da essere citato addirittura in sede di Consiglio comunale a Fermo – città in cui il M. ricoprì l’incarico di podestà dall’aprile all’ottobre 1471 –, allorché si discusse del sindacato e degli onori e donativi da tributargli al termine dell’incarico. Lo stretto rapporto con gli Orsini fu coronato dal privilegio di assumere il cognome e l’arma della casata, concesso da Latino in una data compresa tra il 1475 e il 1477, poco prima della morte di questo. Nel 1475, infatti, in una lettera inviata da Roma in occasione di un’ambasciata condotta per conto del Comune spoletino, il M. si firmava ancora Pier Filippo, mentre nel 1477, quando era podestà di Firenze, risultava come «D. Petrus Philippus D. Ambrosii de Martorellis sive de Ursinis de Spoleto» (Inventario degli atti del podestà, p. 232) e nel suo stemma, ancora visibile nel palazzo del Bargello, erano inseriti l’arma e il cognome degli Orsini.
Nel 1479 il M. intercesse a favore di Bartolomeo Della Rovere, nipote di Sisto IV, affinché gli Spoletini consentissero a Della Rovere di porre sotto il proprio dominio alcune località del contado con l’assicurazione di mantenere quei luoghi a disposizione di Spoleto. Fra il maggio 1480 e l’ottobre 1484 compì molti viaggi a Roma, da dove inviò numerose lettere. Nel frattempo, nel 1482, aveva ricoperto nuovamente l’ufficio di podestà ad Ascoli, con grande soddisfazione degli Ascolani.
Nell’ottobre del 1484, insieme con ser Andrea di Paolo, fu nominato dal Comune di Spoleto per regolare i confini fra Trevi e Montefalco. Il 13 maggio 1488 si trovava a Todi, città da cui inviò una lettera ai propri concittadini esortandoli ad accogliere degnamente il cardinale di S. Giorgio, Raffaele Riario, in cammino per Forlì, nella quale è ricordato un figlio di nome Nicolò. Nel dicembre dello stesso anno il M. era nuovamente a Roma, dove la sua intensa e lunga carriera si concluse con la carica di senatore di Roma, rivestita dal 1489. Dopo tale data non si hanno più notizie del M., di cui non sono noti né il luogo né l’anno della morte.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Perugia - Sez. di Spoleto, Riformanze, 31, c. 24v; 32, cc. 4, 20v, 48, 114v, 117, 119; 33, cc. 9v, 54v, 55; 34, c. 103; 35, cc. 79v-80r, 116v, 140r, 142r, 156v; 36, cc. 91, 97v, 232v-233r, 234v, 283r, 310v, 336v, 341r, 374v; 37, cc. 139r, 148r, 152v; Arch. di Stato di Ascoli Piceno - Sez. di Fermo, Comune, Consigli e cernite, 1471-72, cc. 2v, 3, 4v, 6, 7v, 9v, 23, 24; Bussolo, 1458-80, c. 123r; Arch. di Stato di Terni - Sez. di Orvieto, Comune, Riformanze, 214, cc. 62, 65, 74v, 90v, 108, 134, 205-249v; 215, cc. 7, 11v-14, 21v-24, 25v-27, 39, 41, 47v, 98v, 99, 107, 108, 121, 128v, 129, 132, 133v; Ascoli Piceno, Arch. stor. comunale, Riformanze, A.I, 30, c. 52r; Todi, Arch. comunale, Arm. I, casella XI, 526; Spoleto, Biblioteca comunale L. Fausti, Famiglie ed uomini illustri di Spoleto (schede mss.), s.v. Martorelli, Mss., 207/1: B. Campello, Delle historie di Spoleti (copia del 1853), pp. 732, 772; Firenze, Museo naz. del Bargello, Stemmi, n. 173; Croniche anconetane, a cura di C. Ciavarini, Ancona 1870, pp. 178 s.; N. Della Tuccia, Cronaca di Viterbo, in Cronache e statuti della città di Viterbo, a cura di I. Ciampi, Firenze 1872, pp. XIV, 66 s., 69, 252 s.; S. Minervi, De rebus gestis atque antiquis monumenti Spoleti, in A. Sansi, Documenti storici inediti in sussidio allo studio delle memorie umbre, I, Foligno 1879, pp. 47, 97; Codice diplomatico della città di Orvieto, a cura di L. Fumi, Firenze 1884, pp. 717 s., 722 s.; Annali di ser Francesco Mugnoni da Trevi dall’anno 1416 al 1503, a cura di D.P. Pirri, in Arch. per la storia ecclesiastica dell’Umbria, V (1921), p. 228; Arch. di Stato di Firenze, Inventario degli atti del podestà, Firenze s.d., IV, p. 232; C. Santini, Saggio di memorie della città di Tolentino, III, Macerata 1789, pp. 150, 373; F.A. Vitale, Storia diplomatica de’ senatori di Roma…, II, Roma 1791, pp. 432, 477; R. De Minicis, Serie cronologica degli antichi signori, de’ podestà e rettori di Fermo dal secolo Ottavo all’anno 1550 e dei governatori vicegovernatori e delegati dal 1550 al 1885, Fermo [1855], p. 28; A. Sansi, Storia del Comune di Spoleto dal secolo XII al XVII…, II, Foligno 1884, pp. 37 s., 60, 63 n., 72 s., 76, 105; L. Fumi, Pio II (Enea Silvio Piccolomini) e la pace di Orvieto, in Studi e documenti di storia e diritto, VI (1885), pp. 252, 269-271; Solone di Campello, Biografie di illustri letterati spoletini, a cura di G. Marchesini, in La Nuova Umbria, 15 lug. 1888; C. Pinzi, Storia della città di Viterbo lungo il Medioevo, IV, Viterbo 1913, pp. 144, 151; C. Consacchi, Elenco dei più illustri podestà, capitani del Popolo, vicari, governatori del Comune di Amelia, dalla metà del sec. XIII a tutto il XVI, in Riv. araldica, XXXIII (1935), p. 114; L. Fausti, Le scuole e la cultura a Spoleto nell’Alto Medioevo, nel periodo comunale e nell’Età moderna, Spoleto 1943, p. 67; G. Fabiani, Ascoli nel Quattrocento, I, Ascoli Piceno 1950, p. 413; S. Majarelli - U. Nicolini, Il Monte dei poveri di Perugia. Periodo delle origini (1462-1474), Perugia 1962, p. 418; V. Giorgetti - A. Serantoni, I podestà di Cascia nel Medioevo. Aspetti e problemi del Comune nel secoli XIII-XVI, Cortona 1989, pp. 99, 129; D. Maffei, Un magistrato del Quattrocento, Pier Filippo M. da Spoleto, e l’edizione principe della «Lectura Clementinarum» di Francesco Zabarella, in Id., Studi di storia delle Università e della letteratura giuridica, Goldbach 1995, pp. 277*-298*; R. Savelli, Aspetti del dibattito quattrocentesco sui Monti di pietà: consilia e tractatus, in Banchi pubblici, banchi privati e Monti di pietà nell’Europa preindustriale. Atti del Convegno, Genova… 1990, in Atti della Soc. ligure di storia patria, n.s., XXXI (1991), 1, pp. 552-555.