TEDALDI, Pieraccio
Poeta fiorentino, vissuto tra il 1285 e il 1353 circa. Scarsissime e incerte le notizie biografiche. Fu alla battaglia di Montecatini, ove cadde in mano dei Pisani; castellano a Montopoli, nel 1328; visse lungamente fuori di Firenze, a Lucca, a Faenza e in altri paesi della Romagna, sospirando la patria, ove non sappiamo se ritornasse mai.
Restano di lui 43 sonetti (Cod. Vat. 3213). In essi, toltine alcuni politici, di corrispondenza e varî (uno in morte di Dante, due sulla natura d'amore, uno sulle regole metriche del sonetto), canta la passione della donna, del danaro, del giuoco; impreca contro la seconda moglie (della prima, invece, serba affettuoso rimpianto); e poi, pentitosi, si confessa, prega, spera, ammaestra e consiglia; in parecchi considera la sorte, l'infelicità e i costumi degli uomini. Ci sono così rappresentati il suo carattere morale e la sua vita: trascorsa dissipata e gaudente fino ad età più che matura, e volta poi, nella triste vecchiezza, alla cura dell'anima e a Dio. Il T., in generale, non domina l'esperienza autobiografica e scrive senza vera ispirazione poetica; rozza la lingua, grossolano e povero lo stile, pur, qua e là, con tratti di vivacità e di energia; duro e incondito il verso. È tuttavia il migliore, dopo l'Angiolieri, di quei poeti cosiddetti realistici-borghesi, che ebbero in comune la materia poetica, taluni modi dell'espressione e alcune qualità dell'indole e del carattere (cfr. le Rime, a cura di S. Morpurgo, Firenze 1885).
Bibl.: N. Sapegno, Il Trecento, Milano 1934.