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PIZZI, Pier Luigi

di Biancamaria Mazzoleni - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)
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PIZZI, Pier Luigi

Biancamaria Mazzoleni

Regista, scenografo e costumista, nato a Milano il 15 giugno 1930. Nel 1951 ha debuttato come scenografo allo Stabile di Genova con Léocadia di J. Anouilh, per la regia di G.C. Castello. Nei primi anni di apprendistato ha svolto un'intensa attività teatrale firmando scene e costumi per testi che spaziano dalla pochade ai grandi classici antichi e moderni, e accostandosi anche all'opera lirica, in cui ha esordito con un interessante Don Giovanni di Mozart al Teatro Carlo Felice di Genova (1952). Il 1956 è l'anno del determinante incontro col regista G. De Lullo e con R. Valli; il sodalizio produrrà per più di un ventennio spettacoli entrati nella storia del teatro: la rilettura di Pirandello, per es., che, iniziata con i Sei personaggi (1963), trova il suo punto più alto in Il gioco delle parti (1965) e in Enrico IV (1977); D'amore si muore (1958) e, sempre di G. Patroni Griffi, Metti una sera a cena (1967); Tre sorelle di Čecov (1965); Il malato immaginario di Molière (Spoleto, 1974); la shakespeariana Notte dell'Epifania in due diverse versioni (1961, 1979). Si forma così una ''cifra'' P.-Compagnia dei Giovani, in cui pare che ogni concetto, ogni immagine nasca come momento d'una straordinaria e armoniosa partitura. Parallelamente, sempre con De Lullo, si ha il debutto alla Scala col Trovatore e l'incontro con G. Gavazzeni, apertura d'un dialogo tra i più approfonditi e intelligenti: Cenerentola di Rossini (Milano, 1963), I Lombardi alla prima Crociata di Verdi (Roma, 1969), questa volta con la regia di L. Squarzina, I Vespri Siciliani di Verdi (Milano, 1970), clamorosa operazione, che lanciò la moda dello spostamento dell'azione all'epoca del compositore.

Fra le più importanti collaborazioni con De Lullo per il teatro lirico si ricordano: Alceste di Gluck, direttore V. Gui (Maggio Musicale Fiorentino, 1966) e sempre al Maggio, Maria Stuarda di Donizetti (1967). Ancora nel 1967, inaugurando la stagione alla Scala con C. Abbado, in Lucia di Lammermoor, si avverte la volontà di semplificazione, l'inesorabile esigenza di pulizia, la scoperta d'un modo di rappresentare fatto di pochi segni. Nel 1969, sempre alla Scala, per Oedipus Rex di Stravinskij, P. allestisce un immenso anfiteatro di statue che riempie la scena e nelle sagome immobili stanno i coristi, mentre i personaggi ''abitano'' i costumi, arrivando su ascensori o tapis-roulants. Per Macbeth di Verdi (Roma, 1969) le scene si formano ''a vista'' come necessità di palcoscenico attorno ai personaggi.

Negli anni Settanta avviene l'incontro con L. Ronconi per un Orlando Furioso televisivo, in cui le avventure inventate dall'Ariosto nella vastità immaginaria dell'universo sono ostentatamente rievocate nel recinto chiuso d'un palazzo. I tempi sono maturi per un discorso nuovo, che avviene, insieme a Ronconi, alla Scala di Milano, con la Tetralogia di Wagner (Die Walküre, 1974; Siegfried, 1975) interrotta e poi ripresa a Firenze con l'intero Ring (1979). Impossibile sintetizzare l'enorme produttività di P., che ha collaborato tra il 1951 e il 1981 ad almeno 220 spettacoli come scenografo e costumista, con registi diversi, e ha firmato, fra il 1977 e il 1993, 75 regie. A questo si devono aggiungere una trentina di film in cui è stato art director e costumista, e una trentina di produzioni televisive. Fra i registi di cinema per i quali ha lavorato sono da ricordare F. Vancini, V. De Sica, M. Bolognini, G. Montaldo, D. Damiani, M. Ferreri, P. Festa Campanile, F. Brusati.

In teatro P. firma la sua prima regia nel 1977: Don Giovanni di Mozart (Torino); seguono, fra le tante, due regie verdiane alla Scala: I Masnadieri (1978) e I due Foscari (1979); all'Opera di Roma I diavoli di Loudun di Penderecki (1979). Con Orlando Furioso di Vivaldi (Verona, 1978) P. affronta il problema dell'opera barocca, esperienza di recupero e insieme di reinvenzione: la mirabile barca delle illusioni di Alcina pare quasi il manifesto della nuova scoperta dell'antico, della fantasia spericolata e cosciente.

Negli anni Ottanta P., con una serie di spettacoli sorprendenti, s'impone definitivamente all'estero e soprattutto in Francia, particolarmente come inventore di spettacoli barocchi, che sono salutati dalla critica e dal pubblico come avvenimenti capaci di suscitare un interesse nuovo intorno a questo genere di teatro, e che gli valgono ambiti riconoscimenti e premi (premio Faust, 1980; Légion d'Honneur, 1983). A questo periodo appartengono tra l'altro: Les Indes Galantes, Hippolyte et Aricie e Castor et Pollux di Rameau, Ariodante e Rinaldo di Haendel, Alceste e Armida di Gluck, Les Danaïdes di Salieri, La Passione secondo S. Giovanni di Bach (per la prima volta in versione scenica), Nel giorno di Santa Cecilia di Purcell. A parte l'esperienza barocca, P. ha affrontato altri autori, tra cui Mozart (Il re pastore e La clemenza di Tito), Bellini, Verdi, Berlioz (Les Troyens, apertura dell'Opéra Bastille, Parigi, 1990), R. Strauss, Mussorgski, Rota (Il cappello di paglia di Firenze, Reggio Emilia, 1987). Rilevante il contributo di P. alla Rossini Renaissance: dalla memorabile Semiramide (Aix-en-Provence, 1980) alle collaborazioni col Rossini Opera Festival e inoltre agli allestimenti di L'assedio di Corinto (Firenze, 1982), Armida (Bonn, 1987), Guglielmo Tell (Parigi, 1989), L'Italiana in Algeri (Montecarlo, 1990), Mosè (Monaco di B., 1988; Venezia, 1993).

Bibl.: C.E. Rava, Orientamenti della scenografia, Novara 1960-65; R. Rebora, Scenografia in Italia oggi, ivi 1974; Visualità del Maggio, Bozzetti, figurini e spettacoli al Maggio Musicale Fiorentino dal 1933 al 1979, Roma 1979; P.L. Pizzi, Scene e costumi, Catalogo della mostra al Teatro Municipale di Reggio Emilia, con un saggio di L. Arruga, Reggio Emilia 1980; F. Mancini, L'illusione alternativa, Torino 1980; M. Cantoni, Wagner. Mito, racconto, musica. La Tetralogia di Ronconi e Pizzi a Firenze, Firenze 1982; D. Fernandez, Pizzi le magnifique, in Le Nouvel Observateur, 31 maggio-6 giugno 1985; S. Lannes, Quand l'oeil écoute, in L'Express, 23-31 ottobre 1985; G. Macassar, P.L. Pizzi, la récréation d'un univers baroque, in Beaux Arts, 24 (maggio 1985); C. Rizzo, P.L. Pizzi. Regista, Scenografo, costumista, tesi di diploma Accademia di Belle Arti, Roma 1986-87; Storia dell'Opera italiana, a cura di L. Bianconi e G. Pestelli, parte ii: 1 Sistemi, 5 La Spettacolarità, Torino 1988; R. Lussan, Une expression du baroque, in Catalogue de l'exposition au Centre Culturel de Courbevoie, Parigi 1989; S. Masi, Costumisti e scenografi del Cinema italiano, Istituto Cinematografico dell'Aquila, 1989; M. Gerosa, Il segno immaginario. Le luci barocche di P.L. Pizzi, in AD, 108 (maggio 1990); V. Sgarbi, Il pensiero segreto, Milano 1990; A. Arnoux, Figure de proue: P.L. Pizzi, in Vogue Décoration, 39 (1992); Bâtir l'éphémère, intervista, in Connaissance des Arts, 487(settembre 1992); F. D'Amico, Scritti teatrali 1932-1989, Milano 1992; L'immagine e la scena. Bozzetti e figurini dall'Archivio del Teatro La Fenice 1938-92, Padova 1992; P.L. Pizzi. Dessins pour la scène, Catalogo della mostra alla Bibliothèque du Musée de l'Opéra de Paris, Parigi 1992.

Vedi anche
Piero Cappuccilli Baritono italiano (Trieste 1928 - ivi 2005). Esordì a Milano, nel 1956, in Pagliacci; nel 1962, a Firenze, cantò in Rigoletto accanto ad A. Kraus e R. Scotto. Memorabile la sua interpretazione della Lucia di Lammermoor, nel 1964, alla Scala. Nel 1992 venne coinvolto in un grave incidente automobilistico, ... Muti, Riccardo Direttore d'orchestra italiano (n. Napoli 1941), allievo di V. Vitale e B. Bettinelli e, per la direzione orchestrale, di A. Votto. La sua attività spazia da Vivaldi ai contemporanei, con particolare attenzione per il melodramma ottocentesco. Direttore dell'orchestra della RAI di Milano (1968), poi (1968-80) ... Gabriella Pescucci Costumista italiana (n. Rosignano Marittimo 1941). Ha prediletto sempre il film in costume lavorando con registi come M. Scorsese e S. Leone con i quali ha ricostruito le varie epoche basandosi su una puntigliosa documentazione, ma è anche riuscita a dar forma al mondo fantastico e onirico di F. Fellini ... Mehta, Zubin Mehta ‹méhta›, Zubin. - Direttore d'orchestra indiano (n. Bombay 1936); allievo del padre (Mehli, n. 1908 - m. 2002, buon direttore e violinista), poi al Conservatorio di Vienna e all'Accademia Chigiana di Siena; direttore delle orchestre di Montreal (1960-66), Los Angeles (1967-77) e del Maggio musicale ...
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    Scenografo, regista e costumista italiano (n. Milano 1930). Dal 1951 ha svolto attività di scenografo e costumista collaborando a spettacoli teatrali di prosa e di lirica. Di particolare importanza il suo sodalizio con G. De Lullo e la Compagnia dei giovani come anche la collaborazione con L. Ronconi. ...
Vocabolario
pizzo¹
pizzo1 pizzo1 s. m. [da un tema onomatopeico piz-]. – 1. a. region. Con accezione generica, estremità appuntita di qualche cosa, cocca, lembo: il p. del fazzoletto, della camicia; un cappello a due, a tre p., a due, a tre punte; sedere...
lüigi
luigi lüigi s. m. [dal nome proprio Luigi; fr. louis]. – 1. Moneta d’oro, del valore di 10 lire, coniata in Francia nel 1640 per ordine di Luigi XIII, con il busto del sovrano al dritto e una croce formata da 8 L addossate e coronate al...
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