FERRERO, Pier Francesco
Nacque a Vercelli nel 1513 dalla nobile famiglia biellese. Figlio di Gioffredo, signore di Casalvolone, Pezzana e Villata, tesoriere della duchessa di Savoia dal 1502 al 1503 e poi tesoriere generale delle Entrate dello Stato di Milano durante la dominazione francese e di Maddalena Aimerico Sanseverino, intraprese la carriera ecclesiastica sotto la protezione dello zio Bonifacio, il quale cedette al più anziano fratello del F., Filiberto, la diocesi di Ivrea e al F., nel 1526, la commenda dell'abbazia di S. Stefano a Vercelli e il 20 dic. 1536 il vescovado di quella città, suffraganea come Ivrea di Milano, pur riservandosi l'amministrazione e il regresso di entrambe le diocesi, nonché la metà dei frutti di Ivrea.
Nel 1542 il F. prese possesso della sua diocesi e l'anno successivo pubblicò le antiche costituzioni sinodali, evidentemente per ripristinare pratiche religiose cadute in disuso. Tentativo perseguito probabilmente anche negli anni seguenti, dato che nel febbraio del 1545 il papa Paolo III, per superare le resistenze incontrate dal F. alla riforma del capitolo della cattedrale, conferì, dietro sua richiesta, al fratello Filiberto, nunzio in Piemonte, speciali poteri per visitare e riformare gli esenti della diocesi.Numerosi furono i periodi di assenza e gli incarichi fuori diocesi del F., che tra il 1540 e il 1541 seguì il cardinale Bonifacio a Bologna come vicelegato; si recò poi al concilio di Trento, dove giunse il 3 maggio 1545 con un seguito degno delle sue tradizioni familiari; già a settembre però era in viaggio verso Roma, in missione per conto del cardinale L. Madruzzo. mentre più tardi raggiunse il principe Emanuele Filiberto di Savoia nei Paesi Bassi. Il F. non riuscì a tornare a Trento se non il 13 agosto dell'anno successivo per una sosta di soli quindici giorni, nei quali partecipò alla commissione "fede e opere nella giustificazione" dichiarando, il 17 agosto, nel suo unico intervento su questo argomento, di essere privo di qualsiasi preparazione teologica, mentre nel suo voto chiese, parlando del battesimo, che tutti i riti fossero unificati a quello romano. Lasciò nuovamente il concilio il 28 dello stesso mese con una licenza del cardinale A. Farnese per recarsi a Vercelli in occasione delle nozze di un nipote; rientrò a Trento il 24 febbraio, in tempo per intervenire alla VII sessione, senza tuttavia partecipare seriamente ai lavori.
Tale disimpegno in realtà era motivato, almeno in parte, dalla politica dei duchi di Savoia, i quali, per ragioni di equilibrio interno verso le famiglie nobili, si servivano dei vescovi per uffici e compiti civili, tanto che l'assenza del F. nella prima fase del concilio fu giustificata da una lettera indirizzata ai legati dallo stesso duca Carlo II, il quale, a differenza di quanto farà Emanuele Filiberto nel 1562-63, non manifestò alcun interesse verso l'assise conciliare, preoccupato com'era dei suoi rapporti con la Francia e del pericolo di perdere il Ducato.
Il 31 dic. 1547 il F. fu nominato collettore pontificio in Piemonte e nel 1556 partecipò a Roma alla grande commissione di riforma convocata da Paolo IV; nella discussione sulla gratuità dell'amministrazione dei sacramenti espresse nuovamente un'opinione tradizionalista. L'anno successivo fu inviato da Paolo IV a Bruxelles come uditore del cardinale Carlo Carafa e legato pontificio alla corte di Filippo II: un incarico, quello del F., che era anche un riconoscimento ai suoi sentimenti filoasburgici.
Nel febbraio del 1560 Carlo Borromeo, che col F. era imparentato, gli. ottenne, poco dopo l'elevazione di Pio IV, l'importante nunziatura di Venezia, dove il F. rimase fino al marzo dell'anno successivo. In tale veste il F. intervenne presso il Collegio, nel novembre successivo, per scongiurare, in nome dell'atteggiamento amichevole di Emanuele Filiberto verso la Serenissinia, le rappresaglie di questa contro Andrea Provana di Leynì, ammiraglio della capitana sabauda, che all'alba del 31 ottobre aveva fermato e saccheggiato due navi mercantili venete presso Cefalonia. Il F. si trovava ancora a Venezia quando fu nominato cardinale da Pio IV, nella seconda creazione del 31 genn. 1560. Il 31 giugno 1561 assunse il titolo di cardinale prete di S. Cesareo in Palazzo venendo traslato, il 10 novembre, a quello di S. Agnese in Agone e successivamente, il 7 ott. 1566, a S. Anastasia. Il 2 marzo 1562 resignò la diocesi di Vercelli al nipote Guido Ferrero, riservandosi la metà dei frutti, l'amministrazione e la collazione dei benefici.
Nel conclave seguito alla morte di Pio IV, tra i cardinali creati da questo pontefice venne proposto per la successione anche il F., che ebbe il temporaneo appoggio di Cosimo I de' Medici e, in un secondo tempo, del duca di Savoia, per mezzo del quale il F. sperò di guadagnarsi il favore della Francia e della Spagna. Giocarono però contro di lui il mancato appoggio di Carlo Borromeo, che non lo ritenne degno del pontificato, e l'ostilità di Vitellozzo Vitelli, il più importante tra i cardinali di Paolo IV, che, in breve tempo, raccolse contro di lui 32 voti tra i 53 conclavisti. Svanita ogni speranza di elezione, il F., infermo, delegò il nipote Guido a votare per un altro cardinale di Paolo IV, Michele Ghislieri, in effetti eletto col nome di Pio V.
Morì a Roma l'11 nov. 1566 e fu sepolto nella basilica di S. Maria Maggiore.
Fonti e Bibl.: Concilium Tridentinum, ed. Soc. Goerresiana, Diaria, I, V, X, XI, XIII,Friburgi Br. 1901-1938, ad Indices; P.Masini, Bologna perlustrata, III,Bologna 1666, p. 211; C. Tenivelli, Biografia piemontese, IV, 2, Torino 1792,p. 74;G. De Gregori, Istoria della vercellese letteratura ed arti, II,Torino 1820,pp. 130 s.; D. Arnoldi, Le carte dell'Archivio vescovile di Vercelli,in Bibl. della Società storica subalpina, LXXXV, Pinerolo 1917,pp. 418, 431, 441, 443, 446 s.; L. von Pastor, Storia dei papi, VIII,Roma 1951, ad Indicem; G. Alberigo, I vescovi italiani al concilio di Trento, Firenze 1958, ad Indicem; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-ecclesiastica, XXIV, pp. 191 s.; H.Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1648, pp. 113, 265 s.