BOTTAZZONI, Pier Francesco
Ignota è la data della sua nascita, ma, considerato che alcuni contemporanei lamentano la sua morte come prematura, si ha ragione di pensare che nacque a Bologna nella seconda metà del sec. XVII. Addottoratosi in legge nei primi anni del sec. XVIII, il marchese Gian Giuseppe Orsi lo volle suo segretario.
Aggregato alla Scuola dei Confortatori, il B. nel 1706 pronunziò una pubblica orazione nella solennità di S. Giovanni decollato. Ma risale all'anno successivo il suo ingresso ufficiale nel mondo delle lettere: ne fu occasione la controversia Orsi-Bouhours a proposito del celebre libro Manière de bien penser dans les ouvrages d'esprit, al quale l'Orsi aveva risposto con le sue Considerazioni del 1703.
Nel 1705, quando sembrava che il clamore della disputa fosse sopito, circolò manoscritta una Lettera toccante le Considerazioni sopra la maniera di ben pensare, scritta da un anonimo accademico che ben presto venne identificato nella persona del conte Francesco Montani di Pesaro. La Lettera, molto critica nei confronti dell'Orsi, suscitò risposte da parte degli amici dell'Orsi stesso, quali il Fontanini, lo Zeno, il Baruffaldi e altri. Primo a prendere le difese del suo protettore fu proprio il B., il quale in Tre lettere inviate da Bologna in data 18 ottobre, 25 ottobre e 1º nov. 1707, forniva a Bernardino Trevisano notizie sulle vicende delle opere e sui protagonisti della controversia. Le lettere, date alle stampe in Padova nel 1707, vennero successivamente accolte nella silloge definitiva dei documenti sulla disputa stampata a Modena nel 1735.
Qualche anno dopo Girolamo Baruffaldi, avendo preparato alcune Osservazioni critiche alla Lettera del Montani, si era trovato davanti a un evidente contrasto tra il manoscritto della Lettera, sul quale aveva lavorato, e il testo che, nel frattempo, era stato stampato. Interpellato il B., questi mediante una Lettera... con le varie annotazioni del censore del 10 ag. 1709 lo informava sui rapporti che erano intercorsi tra l'Orsi e il Montani, i quali si erano incontrati a Bologna molto amichevolmente e avevano discusso anche sulle modifiche da apportare alla Lettera che il Montani aveva divisato di dare alle stampe; tuttavia, malgrado gli accordi, il Montani aveva operato alcune variazioni che il B. diligentemente annotava a beneficio del Baruffaldi.
Aggregato a varie accademie, fra le quali quella dell'Arcadia col nome di Ergindo Pamiseo, nel 1710 il B. venne eletto principe dell'Accademia bolognese dei Difettuosi, i quali, in occasione delle nozze tra Guido Ascanio e Caterina Orsi, pubblicarono una corona di Prose e rime pastorali (in Raccolta di varj componimenti d'alcuni moderni autori, Bologna 1710), per le quali il B. scrisse dodici scorrevoli prose, una frottola e una novelletta di sapore boccaccesco. L'anno successivo curò la pubblicazione delle Rime di M. Giovan Girolamo de' Rossi (Bologna 1711); oltre alla dedica agli accademici Difettuosi da lui firmata, sua è la compilazione della vita del Rossi. Nominato professore di umane lettere nello Studio di Bologna, tenne la cattedra dal 4 nov. 1712, giorno della sua prima lezione, fino all'anno della morte.
Risale a questa epoca il progetto del B. di una dissertazione sul Quadriregio, di cui intendeva porre in dubbio la paternità del Frezzi. La dissertazione, che oltre a essere progettata, sembra fosse stata anche redatta quasi per intero, non uscì mai, e in seguito il B. rinunciò alle proprie tesi. Amicissimo di letterati di fama quali A. Zeno e il Muratori il 25 maggio 1714 il B. istituì l'Accademia degli Ansiosi, alla quale concesse la sua protezione il Senato di Bologna.
Si spense nella città natale il 26 ottobre del 1725.
Alcuni anni dopo la sua morte apparve la sua opera teorica più impegnativa: le Lettere discorsive intorno ad alcuni poetici abusi (Napoli 1733), alla quale lavorava già nel 1712, come risulta da una lettera inviata a G. Pagliarini, in cui si dichiarava vinto nella controversia sul Quadriregio.
Fonti eBibl.: G. M. Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, Venezia 1730, V, p. 126; VI, p. 382; L. A. Muratori, Vita del marchese G. G. Orsi, in Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, XI, Venezia 1735, p. XLVII; G. G. Orsi, Considerazioni sopra la maniera di ben pensare, Modena 1735, I, pp. XIII, XVI, 43-116 (le Tre lettere del B.), 216; II, pp. 206, 207, 215, 378, 379-407 (lettera del B. al Baruffaldi); F. S. Quadrio, Della Storia e della ragione d'ogni poesia, I, Bologna 1739, p. 59; II, Milano 1741, p. 253; A. Zeno, Lettere, Venezia 1752, pp. 234, 326, 330; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1889-90; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1782, pp. 317-319; G. Baruffaldi, Rime serie e giocose, I, Ferrara 1786, p. 259; Lirica del Frugoni e de' bolognesi del sec. XVIII, Venezia 1791, in Parnaso italiano, LI, pp. 373, 453; A. Lombardi, Storia della letter. ital. del sec. XVIII, IV, Modena 1830, p. 182; S. Mazzetti, Repert. di tutti i professori antichi e moderni..., Bologna 1847, p. 69, n. 619; F. Foffano, Una polemica letteraria del Settecento, in Ricerche letter., Livorno 1897, pp. 327 ss.; E. Filippini, L'Accademia dei Rinvigoriti di Foligno, I, Perugia 1911, passim;Id., Studi frezziani, Foligno 1922, pp. 207 n., 210, 215, 243, 254; L. Simeoni, Storia della univers. di Bologna, II, Bologna 1947, p. 133.