BATTISTELLI, Pier Francesco
Nacque a Pieve di Cento (Bologna) nella seconda metà del sec. XVI. Fu pittore di architettura e di ornato "fondatissimo nella quadratura e nella prospettiva" come sottolinea il Malvasia. La sua attività, svoltasi prevalentemente nelle regioni comprese fra Parma e Bologna, risulta documentata solo nel secondo e terzo decennio del Seicento. Essa consiste, per la massima parte, in lavori a carattere ornamentale-decorativo che il B. eseguì su commissione dei signori locali, tutti ugualmente impegnati nello sforzo di abbellire i loro palazzi, secondo i dettami del nuovo gusto prospettico.
La prima notizia che lo riguarda si riferisce al "delicato pregevol lavoro" che il B. eseguì ad affresco nella cupola del santuario della Madonna della Celletta, nei pressi di Argenta, nel 1613. Quest'opera, miracolosamente scampata al rovinoso terremoto che colpì la zona nel 1624, è stata purtroppo distrutta dai bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale. Dai Farnese, al cui servizio si trovava fin dal 10 maggio 1618, il B. fu invitato a partecipare alla decorazione del palazzo ducale di Parma e successivamente il duca della Mirandola, volendo decorare con prospettive un intero salone del suo palazzo, gli affidò tale incarico, imponendogli però di servirsi del disegno che già il bolognese Francesco Brizzi aveva approntato a tale scopo; a questo infatti non era stato concesso di attuare il proprio progetto, nonostante "richiedesse poco prezzo per l'esecuzione" (Campori, 1855). Sembra inoltre che anche i Bentivoglio chiamassero il B. a lavorare nella loro residenza di Gualtieri: a questo proposito il Campori, traendola dalla sua collezione di autografi, riporta una rozza lettera del B. al marchese Enzo Bentivoglio, datata 29 apr. 1623, dove si parla di una "andata a Gualtiero" da doversi ancora rimandare per via della costruzione di una "barceta" (evidentemente una piccola barca), commissionata dal duca Farnese.
Si ha notizia (Campori, 1870) di un solo quadro dipinto dal B. e un tempo conservato nel palazzo del Giardino a Parma. Esso raffigurava "Un paese con fiume e ponte con gran quantità di soldati a cavallo et a piedi, ed uno con una bandiera rossa, sopra della quale vi sono le seguenti lettere: S.P.Q.R. di Batti Stella".
L'alta considerazione in cui fu tenuto questo artista, provata da incarichi di notevole responsabilità e da impegni di un certo rilievo, non può essere oggi convalidata dallo studio diretto delle opere, quasi interamente perdute durante le numerose manipolazioni che subirono gli edifici nominati. Il B. morì a Bologna il 16 marzo 1625.
Bibl.: C. C. Malvasia, Felsina Pittrice, II, Bologna 1678, p. 118; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 320; F. Baldinucci, Notizie de'professori del disegno..., VI, Firenze 1728, p. 267; F. L. Bertoldi, Storia della miracolosa immagine della Madonna della Celletta, Faenza 1761, p. 44; P. Zani, Encicl. metodica critico-ragionata delle Belle Arti, Parma 1820, III, 1, p. 132; G. Baruffaldi, Vita de'pittori e scultori ferraresi, Ferrara 1846, II, p. 595; F. De Boni, Biogr. degli Artisti ovvero Diz. della vita e delle opere dei pittori, degli scultori, degli intagliatori, dei tipografi e dei musici di ogni nazione..., Venezia 1840, p. 74; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 57 s., 97; Id., Raccolta di Cataloghi ed Inventarii inediti di quadri, statue, disegni, bronzi... dal sec.XV al XIX, Modena 1870, p. 253; Guida d'Italia del T.C.I. Emilia Romagna, Milano 1957, p. 301; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 50.