ARMANDI, Pier Damiano
Uomo di guerra, patriota, scrittore, nato a Faenza, di famiglia di Fusignano, il 22 febbraio del 1778, morto ad Aix il 2 agosto del 1855. Uscito dalla Scuola militare di Modena, servì nell'esercito della Repubblica e dell'Impero, combatté a Genova, a Savona, poi in tutte le guerre napoleoniche, segnalandosi nelle battaglie di Austerlitz, Vicenza, Wagram, Bautzen, dove sul campo fu da Napoleone nominato colonnello d'artiglieria, quindi a Dennewitz, a Lipsia, a Hanau. Caduto Napoleone, poté recarsi a Roma, dove divenne istitutore dei figli di Luigi Bonaparte, ex-re d'Olanda, e tenne anche l'amministrazione di Girolamo Bonaparte e di Ortensia. Nella rivoluzione del 1831 fu dal governo rivoluzionario di Bologna promosso generale e nominato ministro della guerra. La sua opera in tale carica fu assai criticata da uomini come il Mazzini e il colonnello, poi generale, Sercognani. Le accuse di lentezza, d'imprevidenza, di mancanza d'iniziativa non sono destituite di qualche fondamento: egli si difese con la pubblicazione Ma part aux événements importants de l'Italie centrale en 1831 (Parigi 1831), che il Sercognani controbatté aspramente. Dalla Francia, ove si era riparato, corse in Italia dopo l'amnistia di Pio IX ed ebbe parte gloriosa nella difesa di Venezia. Tornato in Francia ebbe da Napoleone III la nomina di bibliotecario imperiale a Saint-Cloud. Come scrittore, ottenne grande successo con l'opera (che si cita ancora volentieri) Histoire militaire des eléphants, depuis les temps les plus reculés jusqu'à l'introduction des armes à feu (Parigi 1842).
Bibl.: G. Vicini, La rivoluzione dell'anno 1831, Imola 1889; L. Vicchi, Il generale Armandi, Imola 1893; G. Fantoni, Il generale Armandi e la difesa di Venezia, in Risorgimento italiano, I, n. 4 (settembre 1908), p. 583 segg.; G. Canevazzi, La Scuola milit. di Modena, Modena 1914, I, pp. 234-237; A. Sorbelli, Opuscoli stampe alla macchia, ecc., Firenze 1927, pp. XXIX-XXXI.