LEONI, Pier Carlo (Carlo)
Nacque a Padova il 29 genn. 1812 da Nicolò, di famiglia nobile patavina, e da Antonietta Verri di Milano, figlia del celebre Pietro e di Vincenza Melzi d'Eril. Visse gran parte dell'infanzia e della giovinezza tra Padova e Arquà ed ebbe come precettore l'abate bassanese G. Barbieri, discepolo, amico e successore di M. Cesarotti sulla cattedra di eloquenza dell'ateneo padovano. Altro suo assiduo maestro fu il parroco G. Guglielmi, priore della parrocchia S. Benedetto, ubicata nei pressi dell'abitazione della famiglia Leoni; ma suo primissimo educatore, oltre che custode di alcune sue carte, fu il sacerdote P. Pierezza, residente nella stessa parrocchia.
Intrapresi gli studi letterari, storici e filosofici, poté, grazie alle agiate condizioni della famiglia, dedicarsi completamente alle lettere. Dal matrimonio con la milanese Teresa Sirtori, conclusosi con la separazione, ebbe un figlio, Gaspare Luigi, nato il 2 marzo 1843. Collaboratore, fra il 1844 e il 1847, di vari periodici e giornali, fra i quali la Rivista euganea, il Giornale euganeo, il Caffè Pedrocchi e la Rivista europea, fu in contatto con N. Tommaseo, C. Cantù, P. Giordani e altri letterati italiani e stranieri.
Fonte principale delle notizie riguardanti le vicende biografiche del L. è un suo diario personale rimasto inedito e pubblicato quasi un secolo dopo la sua morte: Carlo Leoni, Cronaca segreta de' miei tempi, 1845-1874, edito a Padova nel 1976 a cura e con prefazione e note di G. Toffanin jr. In particolare, nella sua città il L. fu assessore municipale dal 1845, fece parte del Comitato provvisorio dipartimentale durante il 1848, fu a Venezia durante l'assedio del 1849, e fu, quindi, un personaggio pubblico sorvegliato con attenzione dalla polizia austriaca.
Risulta dalla Cronaca che il L., pur non nascondendo la propria insofferenza per la dominazione austriaca e fornendo appoggi al movimento patriottico locale, cercò di mantenere una certa indipendenza sul piano politico. Un suo scritto del 1847, intitolato Lettera d'un galantuomo ai Lombardo-Veneti (poi in Cronaca…, cit., pp. 53-56), evidenzia nei confronti dei fermenti liberali un punto di vista abbastanza scettico sul grado di maturità politica del Lombardo-Veneto e si conclude con l'invito ai concittadini a dare prova di razionalità civica e a evitare impari conflitti con l'occupante austriaco.
A quanto afferma lo stesso L., i primi lavori da lui pubblicati furono dodici iscrizioni inserite in una strenna del 1834, che A. Manzoni, suo parente, avrebbe elogiato allorché lo ricevette in visita nel 1835, ma di cui gli studiosi non hanno trovato traccia. Certamente editi furono, invece, tre brevi racconti storici nei quali erano ricostruite le vicende di personaggi femminili di particolare spessore: Lucrezia degli Obizzi, Milano 1836; Speronella, o L'origine della Lega lombarda. Storia del secolo duodecimo, ibid. 1837; e Giovanna dei Cortuso, Padova 1837. Dopo questo esordio, il L. individuò due fondamentali indirizzi per i suoi interessi di studioso: la divulgazione storico-letteraria e l'iscrizione epigrafica in lingua italiana, sulle orme di P. Giordani (il quale aveva propugnato, in epigrafia, la sostituzione della tradizionale lingua latina con l'italiano). L'opera - che testimoniò la profonda competenza del L. in questo campo - fu pubblicata a Padova nel 1842 con il titolo Cento iscrizioni italiane.
Una malattia di origine nervosa che lo accompagnò per tutta la vita costrinse il L. a condurre un'esistenza appartata, lontana da occasioni mondane. Tuttavia, la fama di cui godeva in ambito locale gli procurò qualche noia con la polizia non solo per motivi politici ma anche per la censura che colpì alcuni testi della sua produzione letteraria. Fin dal 1842, infatti, l'ufficio di revisione di Milano aveva rilevato la presenza di concetti "antigovernativi" in un suo volume di Opere storiche; dopo varie correzioni, il lavoro vide la luce nel 1844, ma l'anno dopo la questione fu riaperta dalla direzione della revisione. Stessa sorte toccò nel 1865 a un'altra opera del L., Dante, storia e poesia, pubblicata a Venezia in occasione del sesto centenario della nascita dell'Alighieri e subito sequestrata su richiesta del patriarca di Venezia "perché avversa al dominio temporale" (Cronaca, pp. 579-583).
Un capitolo a parte meriterebbe la questione relativa al restauro del sepolcro di Petrarca sito in Arquà: ne fu incaricato il L. che però, a seguito di varie difficoltà burocratiche e di conflitti di competenza con implicazioni anche politiche, fu addirittura processato con l'accusa di "violata sepoltura".
Il L. morì a Padova il 13 luglio 1874.
Meno di un anno prima aveva lasciato al figlio alcune disposizioni (sottoscritte l'11 sett. 1873) circa la pubblicazione postuma di alcune sue opere che, secondo le sue volontà, sarebbero dovute uscire in "due volumi compatti" con il titolo di Iscrizioni e prose, da affidare, come egli stesso si preoccupò di specificare, a "illustre letterato di cuore e bene addentro nella filosofia e nell'arte come per es.: Tommaseo o Aleardi" (Cronaca, pp. 17 s.). Le indicazioni testamentarie furono assecondate in parte da G. Guerzoni con la cura del volume di Epigrafi e prose, Firenze 1879 e, circa un secolo dopo, da G. Toffanin jr. con l'edizione della Cronaca.
Altre opere del L.: I Carraresi, Milano 1842; La vita di Petrarca: memorie, Padova 1843; Opere storiche, I-II, ibid. 1844 [il primo volume, dedicato a L. Cibrario, contiene: Sguardo alla storia e alla civiltà italiana (dagli Etruschi alla Rivoluzione francese e al Regno italiano); La Lega lombarda narrata e considerata; Dante e la Divina Commedia; Appendice, con tre racconti: Il castello di Mantegalda, La rocca di Pendice, Sulla festa della Rua in Vicenza; il secondo, dedicato a V. Gioberti, contiene: La Repubblica padovana e i Carraresi; Gli Svevi, gli Angioini e il Vespro siciliano; Petrarca, sua vita e scritti; Storia di Masaniello; Della storia di Padova e de' suoi scrittori antichi e moderni; Appendice: Pensieri sui bisogni della presente letteratura, Iscrizioni edite ed inedite]; Dante e la Divina Commedia: pensieri, ibid. 1844; Salvatore Ruffini. Racconto, Venezia 1851; Storia della civiltà italiana. Introduzione, Padova 1852; Iscrizioni storico-lapidarie in Padova ed altre, ibid. 1858; Iscrizioni dantesche, ibid. 1863; I Vespri siciliani. Narrazione storica, Milano 1864; La vergine sicula. Poemetto epigrafico, Rovereto 1864; Iscrizioni storiche. Centuria prima, Milano 1864; Iscrizioni politiche, storiche, onorarie, I-IV, Milano-Padova 1864-67; Dante, storia e poesia, Venezia 1865; Libro pegli operai, Venezia 1866 (contiene: Vita di B. Franklin, Vizi e virtù, Proverbi veneti); Iscrizioni storico-politiche. Centuria IV, Padova 1867; Frusta e attualità. Ricordi, aforismi, bozzetti, fantasie, Padova 1868; Iscrizioni tre inedite ed altri componimenti poetici di diversi autori per le nozze Salvadori-Naratovich, Venezia 1870; Dell'arte e del teatro Nuovo di Padova. Racconto aneddotico, Padova 1873; Bello nell'attualità, ibid. 1873.
Fonti e Bibl.: A. Sagredo, recensione a C. Leoni, Storia della civiltà italiana. Introduzione, in Arch. stor. italiano, n.s., 1857, t. 6, parte 2ª, pp. 149 s.; A. Malmignati, Della vita e delle opere di C. L.: cenni, Padova 1875; G.I. Ferrazzi, Bibliografia petrarchesca, Bassano 1877, p. 54; G. Solitro, Una lettera inedita di Niccolò Tommaseo al conte C. L., in Atti e memorie della R. Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova, XLII (1925-26), pp. 311-326; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1964, ad ind.; G. Toffanin jr., Piccolo schedario padovano, Padova 1967, p. 60; G. Fabris, Cronache e cronisti padovani, Padova 1977, I, p. 8; II, pp. 101, 177, 274, 339, 531; G. Solitro, Fatti e figure del Risorgimento, Quarto d'Altino 1978, pp. 46, 50 s., 55 s., 73 s., 84, 91 s., 95, 105, 117, 140, 251, 370, 374, 403, 442, 453, 464 s., 480, 483, 492, 526-528; A. Brunialti, Annuario biografico universale, Roma-Napoli 1885, pp. 89-92 (E. Macola); Repertorio bibl. storico e critico della letteratura italiana 1933-42, I, p. 285; CLIO. Autori, IV, p. 2596.