FERRERI (Ferrero), Pier Battista
Nacque intorno alla metà del sec. XV a Savona, in una famiglia trasferitasi nella città ligure dall'entroterra con Giovanni di Orlando intorno al 1374 e distintasi poi nelle magistrature cittadine, in ambascerie e nel comando di navi.
Secondo la poco convincente genealogia del Poggi, il F. sarebbe stato figlio di un non documentato Orlando di Teodora Grimaldi e del capostipite Giovanni: è più probabile invece che fosse figlio di Nicolò (poiché anche il primogenito del F. ebbe questo nome), figlio a sua volta e non nipote, come suggerisce il Poggi, dello stesso Giovanni.
Scarse anche le altre notizie intorno al Ferreri. Si sa che fu dottore in legge e ambasciatore presso il duca di Milano nel 1477 e nel 1498, ma è ricordato soprattutto come primus orator nell'ambasceria che Savona inviò al nuova papa Giulio II nel i 504. Di questa ambasceria rimangono lettere agli Anziani di Savona, firmate dal solo F., sebbene scritte anche a nome dei suoi colleghi di legazione, Marco da Pisa, Girolamo de Bruschi e Bernardino Della Chiesa. A probabile che la preminenza accordata al F. in questa ambasceria sia da mettere in relazione con la presenza nella corte portificia di un suo parente, il vescovo Antonio Ferreri Della-Rovere, maestro del S. Palazzo, poi creato cardinale da Giulio II.
Eletti il 23 genn. 1504, il F. ed i suoi compagni partirono circa un mese dopo con splendido apparato e arrivarono via terra a Roma dopo ventidue giorni di viaggio. Il primo problema politico che il F. doveva affrontare col papa era quello delle convenzioni tra Savona e Genova.
Nel 1503 l'elezione di Giuliano Della Rovere al pontificato aveva infatti riacceso nei Savonesi la speranza di impossibili rivalse: perciò il F. e compagni dovevano esporre le "molestie ad noi illate per li signori genoensi contra ogni iusticia" (lettera del F., 15 marzo 1504, in Burckard, p. 520) e richiedere la mediazione papale appellandosi ad una vecchia bolla, che faceva appunto del papa l'arbitro delle trasgressioni alle convenzioni tra le due città (bolla di cui Giulio II non conosceva, o diceva di non conoscere, l'esistenza).
Il papa, anche nel corso di incontri privati con il F., dimostrò tutta la sua benevolenza e promise lettere per il governo genovese e per il re di Francia; ma la sua protezione non poté avere effetti, almeno nell'immediato, sul delicato problema delle convenzioni, tanto più che in quel momento Giulio II non intendeva interferire nei rapporti tra Luigi XII, Genova e Savona. Ma se furono generici gli appelli alla pace e all'equità, ben più concreti furono gli aiuti che il F. seppe ottenere dal papa sotto il profilo degli approvvigionamenti. Tra fine marzo e aprile, mentre il F. era a Roma, anche Savona, come il resto della Liguria, venne investita da una tremenda pestilenza, che rendeva ancora più precari i rifornimenti di grano. Ma con lettera del io aprile il F. poteva comunicare agli Anziani i termini della prima fornitura: avendo il papa ricevuto dal re di Spagna 8.000 salme di frumento di Sicilia, ne stornava 1.000 per Savona. E il F., "fingendo noi non aver il modo del denaro" (Burckard, p. 521), otteneva che il pagamento di 800 ducati fosse anticipato dal papa; il quale poi lo incaricava di impiegare il ricavato della vendita, invece che nel saldo del debito, nella costruzione del molo nel porto di Savona.
Il successo della legazione del F. non poteva tuttavia evitare l'acuirsi dei contrasti tra Genova e Savona, esasperati da epidemia e carestia; anzi il 13 maggio, quando ormai la legazione del F. aveva lasciato Roma da circa un mese, Genova arrivò a proclamare il blocco terrestre e marittimo contro Savona.
Dopo il ritorno a Savona il F. non risulta aver ricoperto altre cariche, forse occupato anche nelle cure della numerosa famiglia. Aveva sposato in prime nozze Margherita Viale, sorella del vescovo di Savona, Vincenzo, e in seconde Maria Beccali. Ebbe nove tra figli e figlie (una di loro, Franceschetta, andò sposa a Oddone Borgarello, creato conte palatino dall'imperatore Massimiliano); dei tre maschi solo uno, Nicolò, ricoprì cariche pubbliche.
La data e il luogo della morte del F. sono ignoti.
Fonti e Bibl.: Genova, Civ. Bibl. Berio, m.r. X, 2, 168: L. Della Cella, Famiglie di Genova, II, 1780, c. 159; I. Burchardi, Liber notarum, a cura di E. Celani, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXXII, 2 pp. 440, 444, 519 ss.; A. De Monti, Memorie istoriche di Savona, Roma 1697, p. 145; V. Verzellino, Delle memorie particolari della città di Savona, Savona 1835, I, p. 401; V. Poggi, I presunti avanzi del mausoleo di Gastone di Foix in Savona, in Miscell. di storia ital., XXXI (1894), p. 573 e tavv. I-II; F. Bruno-F. Noberasco, Il crepuscolo della libertà savonese e Giulio II, Genova 1913, pp. 13-20.