CASTIGLIONE (de Castelliono), Pier Antonio
Scarsissime notizie biografiche ci restano del C., che, nato probabilmente a Borgo San Donnino, esercitò attività di editore e di libraio in Milano almeno fino al termine del XV secolo.
Il C. non fu mai tipografo, ma ricorse sempre ad altri per la stampa dei libri che decideva di diffondere sul mercato; fu perciò in relazione con i più noti artigiani milanesi dell'epoca: Antonio Zarotto, Filippo Cavagni, Giovanni da Onate, Cristoforo Valdafer. Dottore in giurisprudenza ed assai esperto, se non studioso, di diritto, specializzò in questo la sua produzione, come si può vedere anche solo dal fatto che tutti i libri, tranne uno, attribuitigli dal Burger sono libri giuridici. Non ci sono rimaste notizie della sua famiglia: un fratello, Niccolò, compare come suo socio nel contratto stipulato fra i Castiglione, lo Zarotto, Gabriele Orsoni, Gabriele Paveri Fontana e Cola Montano il 4 giugno 1472, ma dopo di allora non viene più ricordato.
La prima menzione che ci resta del C., in un atto del 20 maggio 1472 rogato dal notaio Menino Corbetta, ce lo mostra come socio finanziatore della "compagnia" stretta tra il sacerdote Gabriele Orsoni, Gabriele Paveri Fontana, Cola Montano ed il tipografo Antonio Zarotto, per la durata di tre anni, con lo scopo di "stampire e far stampire Libri". Il C. si impegnava ad anticipare cento ducati per impiantare quattro torchi "che continuamente se facciano lavorare"; avrebbe partecipato agli utili concorrendo alla divisione, in parti uguali con gli altri soci all'infuori dello Zarotto, dei due terzi del guadagno.
Mentre era tassativamente previsto che nessuno dei soci potesse avere qualsivoglia rapporto di lavoro con altri tipografi, ad esclusione dello Zarotto, per il C. veniva contemplata l'eccezione di poter fare stampare da chi volesse, "uno o doi Volumi e non più, per sua specialità",a condizione però che avesse prima offerto alla società di assumere l'edizione di queste opere e non fosse riuscito ad ottenerne l'assenso.
I successivi patti del 4 giugno 1472, che gli studiosi sostanzialmente unanimi interpretano come chiarimento ed appendice del contratto del 20 maggio, mostrano quanto stesse a cuore del C. l'editoria giuridica. Egli si impegnava infatti a finanziare l'impianto di altri tre torchi per "stampire libri... in iure civili e in medicina e in iure canonico",mentre dal canto loro i soci avrebbero dovuto evitare la pubblicazione con i loro quattro torchi di "alcuna opera in le tre dicte facultà... senza licentia expressa e consentimento" dei fratelli Castiglione. Assistiamo forse ad una diversa valutazione, all'interno della società, delle necessità e possibilità di assorbimento di libri del mercato milanese, in seguito alla quale si lascia al C. la responsabilità di occuparsi della produzione collegata con l'insegnamento di diritto e medicina.
I risultati concreti non furono tuttavia molti: fino al 1475, loZarotto non pubblicò nessun libro di diritto e solo uno di medicina, senza tuttavia menzionare Pietro Antonio, che pure generalmente curava che i colophon ricordassero la sua iniziativa ed il suo finanziamento della pubblicazione.
In seguito, tra il 1478 ed il 1484, il C. fu socio di Ambrogio Caimi sempre per la pubblicazione di testi di diritto civile e canonico e di procedura. Per circa due anni, dal 1480 all'82, i due furono in rapporti commerciali con la nota società di edizione e commercio librario di Giovanni da Colonia, Nicolò Jenson e compagni, con sede a Venezia; ma i rapporti non furono tranquilli, al punto che si ebbero strascichi processuali e si dovette ricorrere ad un arbitrato, che fu eseguito, stando almeno alle lamentele del C., con qualche difficoltà.
Dagli accordi del C. con Filippo di Lavagna del 1490 risulta che egli aveva esteso la sua rete commerciale ed intratteneva rapporti regolari, a mezzo di agenti, con le altre piazze europee importanti nel commercio librario, come Lione, Venezia, Francoforte; in seguito non si hanno più notizie del C., che morì probabilmente verso la fine del sec. XV.
Bibl.: G. Sassi, Historia literaria-typographica Mediolanensis, in F. Argelati, Bibl. script. Mediol., I, Mediolani 1745, pp. CIII,CVII, CCCCXLVII-CCCCLII; E. Motta, Di Filippo di Lavagna e di alcuni altri tipografi-editori milanesi del Quattrocento, in Arch. stor. lomb., s. 3, XXV (1898), pp. 42-45, 59-66; K. Burger, The printers and publishers of the XV century with lists of their works. Index to the Supplem. to Hain's Repertorium bibliographicum...,Berlin 1926, p. 373; E. Pastorello, Bibliogr. storico-analit. dell'arte della stampa in Venezia, Venezia 1933, p. 90.