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BARZANI, Pier Antonio

di Italo Zicàri - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BARZANI, Pier Antonio

Italo Zicàri

Nacque a Bagnolo nel Bresciano da Domenico e da Maddalena Pilotta il 26 febbr. 1705.Trasferitosi giovanissimo a Brescia, studiò grammatica e retorica presso i gesuiti e, ordinato sacerdote, si perfezionò in lingua ebraica con Pio Rosini e in lingua e letteratura greca con, il famoso Panagioti. Fece così rapidi progressi che fin dal 1728 poté aprire una scuola privata di lingue e letterature classiche ancora fiorentissima, a detta del Mazzuchelli, nel 1758. Nel 1738 egli pubblicò la sua prima operetta, H [ieronymo] B [aruzzio] P [etrus] A [ntonius] B [arzanius] S [alutem] (Brixiae 1738), una bella epistola latina orazianamente atteggiata, nella quale esorta il giovane destinatario allo studio delle lettere greche.

In cortese e dotta polemica con Casto Innocente Ansaldi, che aveva proposto nella sua Dissertatio de loco Iohannis aliter atque habet Vulgata a nonnullis Patribus lecto, Brixiae 1746, una nuova lezione di un passo del Vangelo di s. Giovanni, pubblicò nel 1746 a Brescia una lunga replica, De nova Iohannis Cap. I, vers. 13 lectione, nella quale con appropriato uso delle fonti e con una ingegnosa interpretazione del passo di Tertulliano, De Carne Christi, XIX, 2, fondamento della nuova lezione, dimostra che essa deve essere respinta, come incongruente con il pensiero stesso di Tertulliano e con la più sicura tradizione manoscritta. L'operetta riveste una certa importanza, perché come quella dell'Ansaldi esprime un tipo di esegesi e di commento della Sacra Scrittura, che, avvalendosi del metodo storico e filologico, si distacca da quello scolastico, giungendo talora ad accogliere i risultati della più libera indagine degli studiosi non cattolici. È questa tuttavia la sola opera del B. (in cui del resto egli si dimostra più filologo che teologo) che riguardi l'erudizione ecclesiastica.

Più congeniali sentiva le letterature classiche e in specie la poesia di Orazio, che gli ispirò altre due operette: l'[Epistola] P. Federico Commendono, Brixiae 1752, nella quale descrive un viaggio compiuto con il fratello del destinatario da Brescia a Bergamo, a Milano, a Novara, ecc., e l'Iter autumnale anni 1753, Brixiae 1753, ove narra di un suo viaggio da Brescia a Venezia e il ritorno a Bagnolo; in esse i giri di frase, il vocabolario e la versificazione molto risentono dell'Orazio delle Satire e delle Epistole. Ma non mancano spunti originali; ché la forma oraziana, non mortifica, anzi perfettamente s'adegua alla sua pacata ironia, all'ingegno suo tutto moderno e "razionale". Nel 1760 pubblicò a Brescia una Vita del Panagioti da Sinope, con la trad. di alcune sue lettere dal greco. Collaborò alla catalogazione dei codici greci della biblioteca Nani di Venezia, ma non poté vederne stampato il catalogo, per la morte sopraggiunta l'anno prima della sua pubblicazione a Brescia nel 1784.

Bibl.: Miscellanea di varie operette, V, Venezia 1741, p. 168; Novelle della repubblica letteraria, Venezia 1748, pp. 19-21; Novelle letterarie pubblicate in Firenze, Firenze1748, coll. 361-363; Nova Acta Eruditorum, Lipsiae 1749, p. 88; Novelle della repubblica letteraria, Venezia 1753, pp. 404 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia1753, p. 818; II, 1, ibid. 1758, pp. 494 s.; Storia letteraria d'Italia, Modena 1755, VII, pp. 71-74; VIII, pp. 13 s.; V. Peroni, Biblioteca bresciana, I, Brescia 1818, pp. 97 s.; A. Lombardi, Storia d. letteratura italiana nel sec. XVIII, V, Venezia 1832, p. 263; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia, Appendice, Venezia 1857, p. 158.

Vedi anche
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