PIEDIGROTTA
. Accanto all'ingresso della celebre grotta di Pozzuoli, che la leggenda attribuisce all'opera magica di Virgilio, sorgeva nel sec. XIII una chiesetta dedicata a S. Maria dell'Itria o Idria o De Litria, a causa di un'immagine bizantina ivi venerata. Quel titolo nel secolo successivo cedé il posto all'altro di Madonna di Pedegripta, volgarmente Piedigrotta, che i popolani invocavano non solo per aiuto dei mali, ma per dar forza ai loro giuramenti.
Secondo un'altra leggenda, il tempietto di questo nome sarebbe stato edificato nel 1353, in seguito all'apparizione miracolosa di Maria a tre persone contemporaneamente, un frate, una monaca e un eremita, nella notte dal 7 all'8 settembre; onde, poi, la festa che in tal giorno si celebra con grande devozione ed allegrezza. Al tempo dei Borboni, i sovrani si recavano personalmente alla chiesetta, dando luogo ad una magnifica "parata". Vi accorrono devoti e pellegrini da più provincie, e molti portano la nzerta, che consiste in un bastone sulla spalla con attaccate le primizie della stagione, specialmente grappoli d'uva. I fanciulli infilano cappelli di carta di strane fogge, a forma di pesce, di barca, ecc. Si mangia, si balla, si canta al suono di vecchi strumenti rumorosi (putipìt, scetavaiasse, triccheballacche, caccavelle). Con la festa è connessa l'origine della canzone popolare napoletana.
Bibl.: B. Capasso, Le fonti della storia delle provincie napoletane dal 568 al 1500, Napoli 1902; G. Scherillo, La R. Chiesa di S. Maria di Piedigrotta, in Annali civili del Regno delle Due Sicilie, XLVIII (1853); F. Lo Parco, Dell'antico titolo dell'Itria o Idria attribuito alla Madonna di Piedigrotta, in Atti Acc. Pontaniana, LIII (1923); D. Aguglia Desmoceaux, Costumes de Naples, Napoli s. a.; I. Galante e L. De Lillo, Mostra della canzone, ivi s. a.