PIDNA (Πύδνα, Pydna)
Antica città sulla costa macedone della Pieria settentrionale, 2 km a S di Makryghialòs. Formatosi verso la fine del Tardo Bronzo, l'insediamento ebbe un sensibile sviluppo nella prima Età del Ferro e nell'età arcaica, accogliendo molto verosimilmente in questo arco di tempo anche abitanti della Grecia meridionale.
Il suo periodo di maggiore fioritura è il V sec., epoca in cui le testimonianze degli storici antichi fanno regolarmente riferimento a P. come a una città macedone. I risultati degli scavi mostrano che, nella prima metà del V sec., al tempo di Alessandro I (498-454 a.C.), ci fu una significativa estensione dell'abitato, mentre venivano apprestate anche solide difese. Sulla base dei dati attualmente in nostro possesso si può affermare che P. costituiva il maggior centro cittadino del regno macedone, con un'estensione dell'insediamento fortificato intorno ai 250 acri, particolarmente significativa per il V sec., dato che valori analoghi di grandezza si manifestano in Macedonia generalmente dopo Filippo II. Ciò va sicuramente attribuito alla presenza del porto; infatti la necessità di attrezzare un grande impianto portuale che potesse rispondere alle nuove esigenze del commercio dopo le guerre persiane, stimolò sia l'ampliamento dell'abitato, sia la creazione delle fortificazioni. P. era il porto macedone più vicino alla capitale del regno, Aigai (v.), e da qui si esportavano i legnami macedoni, indispensabili per le costruzioni navali.
Alla fine del V sec. la prosperità della città, allora ricca e popolosa, subì un duro colpo in seguito a una ribellione causata dalle riforme del re Archelao che, nel tentativo di riorganizzare le finanze dello stato, probabilmente limitò i privilegi del porto. Dopo un prolungato assedio P. fu costretta alla resa, e i suoi abitanti vennero deportati, secondo la tradizione antica, in una località dell'entroterra a 4 km dal mare, che le recenti ricerche localizzano nell'odierno villaggio di Kitros. Ma il regno macedone non poteva privarsi di un porto così importante ed è quindi molto probabile che l'abitato non venisse totalmente abbandonato. È certo che gli abitanti di P. verso la metà del IV sec. a.C. non solo ritornarono nell'insediamento costiero, ma, per un certo periodo di tempo, conquistarono anche l'autonomia, sfruttando lo smembramento che dopo la morte di Archelao investì il regno macedone a causa delle guerre civili. Dopo Filippo II e Alessandro Magno, P. perse molta della sua importanza, ma continuò a svolgere un ruolo rilevante, grazie al porto e alla posizione strategica.
Non è un caso che il suo nome sia legato a due fatti storici che ebbero una parte determinante per le sorti della Macedonia in epoca ellenistica. Il primo è l'assedio di Olympias da parte di Cassandre nel 317-316 a.C., con la cui uccisione si estingue di fatto il casato degli Argeadi. Il secondo è la battaglia del 168 a.C. che fu una delle più grandi dell'antichità ed ebbe conseguenze determinanti per gli sviluppi politici in Grecia. Qui le forze romane, guidate da Lucio Emilio Paolo (v.), sbaragliarono le armate di Perseo, e dopo la sconfitta del regno macedone l'andamento dei fatti nel resto della Grecia nell'ottica degli interessi romani era solo questione di tempo.
P., tuttavia, continuò a essere abitata durante la conquista romana e fu il centro più importante della Pieria settentrionale, ma il suo ruolo storico venne ulteriormente limitato. I dati di scavo mostrano che l'abitato fu ristretto al settore meridionale, presso il mare, mentre le costruzioni appaiono più modeste.
Con il nuovo nome di Kitros, P. conosce una nuova grande fioritura in età bizantina. Dopo la conquista da parte dei Turchi, la città viene spostata all'interno a causa delle incursioni piratesche, nell'attuale sito di Kitros.
L'area archeologica di P. si estende dal moderno villaggio di Makryghialòs fino all'abitato di Alykon Kitrous, comprendendo una fascia costiera lunga 5 km e larga tra 1 e 2 km. L'abitato fortificato è circondato da nuclei minori e da necropoli di epoche diverse. Gli scavi di recupero, iniziati nel 1975, hanno restituito interessanti reperti.
Nell'area dell'abitato sono stati scavati settori di case di epoca classica, ellenistica e romana, che consentono di tracciare una prima immagine del suo sviluppo urbanistico; sono stati inoltre localizzati un santuario ellenistico, officine di bronzisti e tratti delle mura che erano costruite in gran parte con mattoni in terra cruda a eccezione della base sulla faccia esterna che era di blocchi squadrati.
Nell'area delle necropoli sono state scavate tombe della prima Età del Ferro, di epoca classica, ellenistica e romana, per la maggior parte inviolate, che hanno restituito corredi particolarmente ricchi. Le tombe sono a fossa e a cista, talvolta di dimensioni monumentali; sono state trovate anche due tombe macedoni a camera singola, una delle quali intatta.
Bibl.: Ch. Edson, The Tomb of Olympias (Macedonica IV), in Hesperia, XVIII, 1949, p. 84 ss.; D. M. Robinson, Macedonica I. The Epigram of the Aeakid Alcimachus, in Γέρας Α. Κεραμοπουλλου, Atene 1953; Ch. M. Danoff, in RE, Suppl. X, 1965, c. 833 ss., s.v. Pydna; D. Kanatsouli, Η Μακεδονία απο των αρχαιότατων χρονών μέχρι της ανοδου του Φίλιππου Β', Salonicco 1976, p. 34 ss·; M. Besios, Η αρχαία Πυδνα, in Οι αρχαιολογοι μιλούν για την Πιερία, Θεσσαλονίκη 1984, Salonicco 1985) p. 51 ss.; id., Ανασκαφές στην Βόρεια Πιερία, in AErgoMak, I, 1987) p. 209 ss.; id., Ανασκαφές στην Πυδνα (1988), ibid., II, 1988, p. 181 ss.