PIAZZA ARMERINA (A. T., 27-28-29)
ARMERINA Città della provincia di Enna, dalla quale dista circa 33 km. Si stende, a 721 m. s. m., in posizione assai ridente, su tre poggi, nella regione sorgentifera del fiume di Disueri, che scende nella piana di Gela, ove forma il fiume omonimo, dopo la confluenza col Maroglio. Tra i colli che la recingono, l'Armerino sembra fosse la sede della città più antica; ma l'ipotesi che questa fosse la Plutia mentovata da Cicerone non sembra sostenuta da validi argomenti. L'attuale abitato è d'origine medievale e non anteriore al sec. XII. Dopo la distruzione ordinatane dal normanno Guglielmo I, risorse nelle vicinanze ed ebbe parte rilevante nei fatti che sconvolsero l'isola sotto gli Aragonesi. La popolazione. notevolmente aumentata nel sec. XV, cominciò a uscir fuori dalla città murata e si estese verso S., formando la cosiddetta città nuova. Della vecchia e robusta fortezza ben poco rimane; ma l'impronta medievale si conserva in varî punti della città che era dentro la vecchia cinta. Ha strade decorose, qualche bella piazza, un bel giardino pubblico. Ebbe intorno a 15.000 ab. nella seconda metà del secolo XVI: ma la popolazione diminuì gradatamente nei due secoli seguenti (1714: ab. 8634). In seguito tornò ad aumentare, ed era già di 13.220 ab. circa un secolo fa (1831). Nel 931 gli abitanti del comune erano 28.420. Il territorio (kmq. 284,27) abbonda di pascoli e produce principalmente cereali, olive e frutta. Possiede poi, in specie a Grottacalda, miniere di zolfo tra le più note per i moderni impianti di fusione, per la ricchezza della produzione e per il numero degli operai addetti.
La città è ricca di monumenti assai ben conservati, che ricordano degnamente i momenti più salienti dell'arte siciliana. Il duomo, opera grandiosa del Torriani (sec. XVI), con torre campanaria in gotico fiorito (sec. XV), possiede un prezioso reliquiario di Simone de Aversa e una grande croce gotica dipinta da Pietro Ruzzolone (1422), opere dello Zoppo di Gangi e il Martirio di S. Agata del veronese Ligozzi. Notevoli ancora la Commenda dei Cavalieri di Rodi e, nei pressi di piazza Armerina, la chiesa romanica di S. Andrea fuori le mura (1096), simili nella struttura romanica e negli archi a sesto acuto, digradanti, senza sculture, di stile siculo del periodo normanno. La collezione Trigona della Floresta ha importanti dipinti. Va ricordato un pavimento a musaico romano, in contrada Casale.
Bibl.: E. Mauceri, Sicilia ignota, in L'Arte, IX (1906); E. Maganuco, La pittura a Piazza Armerina, Catania 1923; R. Roccella, Vocabolario della parlata piazzese, Piazza 1884; E. Franchino, La cattedrale di Piazza, Milano 1929.