pianoforte
Il re degli strumenti musicali
Grazie alle infinite possibilità espressive e alla capacità di produrre molte note diverse nello stesso momento, il pianoforte si è conquistato un posto di preminenza tra tutti gli strumenti musicali. L’enorme numero di musiche composte per il pianoforte e l’interesse dei compositori nei suoi confronti – che è grande ancora oggi – fanno di questo strumento uno dei protagonisti della storia della musica
Il pianoforte è uno strumento a corde percosse da martelletti, i quali vengono azionati da tasti. I tasti sono premuti dalle dita dell’esecutore. In un pianoforte moderno vi sono tasti bianchi e tasti neri per un numero totale di ottantotto. Ognuno di essi, quando è toccato, produce un suono diverso perché diversa è la lunghezza di ciascuna corda messa in vibrazione. Le corde, tese su un telaio di metallo, sono collocate dentro una cassa di legno a forma d’arpa disposta orizzontalmente (il cosiddetto pianoforte a coda) oppure possono essere inserite in una cassa rettangolare (il cosiddetto pianoforte verticale).
Il meccanismo che trasmette il movimento del tasto al martelletto, che colpisce a sua volta la corda, è piuttosto complesso e ha visto diverse modifiche durante i secoli. Ciò che distingue il pianoforte da molti altri strumenti a tastiera è la possibilità di regolare l’intensità del suono attraverso un tocco più o meno deciso e di produrre appunto suoni che vanno dal molto piano al molto forte. Da qui il nome dello strumento. Tra le altre caratteristiche, ce n’è una da tenere ben presente: il martelletto, dopo aver colpito la corda, torna indietro in posizione di riposo anche se l’esecutore continua a tenere premuto il tasto. Questo sistema, che viene chiamato dispositivo a scappamento, è stato in seguito perfezionato in modo da consentire di suonare più volte e con rapidità una stessa nota ribattendo il tasto corrispondente a quella nota.
Tra il 1698 e il 1700 il padovano Bartolomeo Cristofori, costruttore e riparatore di strumenti presso la corte dei Medici a Firenze, mise a punto una specie di clavicembalo in cui la meccanica a corde pizzicate era sostituita da martelletti. Questo fu il prototipo del pianoforte, che Cristofori battezzò con il nome di gravicembalo col piano e col forte.
Tale strumento sulle prime non ebbe però grande fortuna, anche perché non incontrò il gusto dei musicisti dell’epoca. Dopo diversi altri tentativi, circa venticinque anni dopo, il tedesco Gottfried Silbermann cominciò a costruire strumenti ispirandosi a quello di Cristofori e agli altri modelli seguenti: il suo strumento, se dispiacque a Bach, fu subito apprezzato da Federico II re di Prussia, che ne acquistò alcuni esemplari, e quindi da un numero sempre maggiore di persone. Ciò lo indusse a fondare una fabbrica di pianoforti, divenuta in seguito piuttosto famosa. La sua fu la prima di una serie di ditte costruttrici di pianoforti che sorsero nella seconda metà del Settecento.
Tra il 1770 e il 1780 apparvero le prime musiche appositamente composte per il pianoforte, che incominciò a soppiantare con crescente rapidità il clavicembalo. Proprio in quegli anni allo strumento vennero aggiunti i pedali per aumentare o diminuire la sonorità e venne perfezionata la meccanica.
Dai primi dell’Ottocento in poi, il pianoforte acquistò dimensioni sempre più imponenti, mentre nelle case borghesi si diffuse il meno ingombrante pianoforte verticale o da studio.
È questo il periodo dei grandi virtuosi di questo strumento, dei concerti pubblici come manifestazioni spettacolari, dei compositori-pianisti romantici: Felix Mendelssohn-Bartholdy, Robert Schumann, Fryderyk Chopin e soprattutto Franz Liszt, uno dei più grandi talenti pianistici della sua epoca. Per rinforzare il suono e consentire al pianoforte di suonare con le grandi orchestre furono usate corde più spesse e se ne aumentò la tensione. Per questo stesso motivo, intorno al 1872, venne brevettato dalla ditta statunitense Steinway un telaio in metallo fuso in un solo blocco, assai più robusto. Da allora la costruzione dello strumento non ha subito più modifiche rilevanti.
Intorno agli anni Trenta del Novecento venne inventato il pianoforte elettrico, strumento a tastiera usato soprattutto nel jazz e nel rock, in cui il suono, prodotto da elettromagneti, viene amplificato da altoparlanti.