Werner, piano di
Progetto per la realizzazione di un’unione economica e monetaria in Europa, commissionato alla fine degli anni 1960 dai capi di Stato e di governo dell’allora Comunità Economica Europea (CEE) a una commissione presieduta dal primo ministro del Lussemburgo P. Werner. Il piano, presentato al summit CEE dell’ottobre 1970, non fu mai realizzato: esso conteneva un programma di unione in 3 stadi, per molti versi simile a quello che, riproposto nel 1987 dal comitato Delors, avrebbe successivamente dato luogo alla nascita dell’euro. ● Il piano di W. ha ancora un interesse storico per diverse ragioni. Contrariamente al rapporto Delors, esso non proponeva una nuova moneta con una propria banca centrale, ma solo la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio e lo stretto coordinamento delle politiche monetarie. Questo aspetto appare criticabile alla luce delle esperienze e delle analisi successive, che hanno dimostrato l’estrema vulnerabilità dei regimi a cambio fisso. D’altro canto, il rapporto conteneva una lucida disamina del ruolo delle politiche fiscali e strutturali in un’unione monetaria (➔), sostenendo che queste ultime sono una componente essenziale di un’unione ben funzionante. Da questo punto di vista, il piano di W. ha anticipato i problemi che, irrisolti nella successiva Unione Economica e Monetaria (➔ UEM), sarebbero emersi in tutta evidenza durante la crisi dei debiti sovrani nel 2010 e negli anni seguenti.