PIACENZA (XXVII, p. 92; App. I, p. 935; II, 11, p. 536)
Nonostante l'opera di riparazione dalle gravissime distruzioni sofferte durante l'ultimo conflitto, la città non ha ancora ultimato il ripristino dei fabbricati, specie verso la periferia. D'altra parte, per la presenza di spazî ancora disponibili entro l'ampia cerchia delle mura, l'abitato non si è espanso oltre i limiti già raggiunti prima della guerra, se non in aree limitate. Il comune di P. è il solo fra i capoluoghi di provincia emiliani ad aver registrato una diminuzione nel numero degli abitanti nel primo dopoguerra: 72.856 nel 1951. La popolazione è poi salita a 84.475 ab. nel 1959 per la notevole immigrazione dalla montagna e ha raggiunto gli 87.930 ab. al 15 ottobre 1961 (10° censimento).
Il centro urbano ha assorbito la maggior parte dei nuovi arrivati, passando (1951) a 60.114 ab., con incremento del 21,3% rispetto al 1936, e dà lavoro a gran parte degli abitanti del comune. Infatti, solo il 10% della popolazione attiva è impiegata nell'agricoltura, mentre il 35% lavora nell'industria, il 28% nelle attività terziarie e il rimanente 27% dipende dalle pubbliche amministrazioni; in quest'ultimo dato sono compresi i numerosi dipendenti dagli stabilimenti militari che per lungo tempo sono stati la principale industria della città. Oggi l'attività industriale ha avuto un certo sviluppo, specie con le piccole e medie aziende meccaniche legate ai trasporti, alle industrie alimentari ed anche all'estrazione del metano e petrolio dal territorio provinciale ma, particolarmente, alla lavorazione dei prodotti dell'agricoltura (conservificio, zuccherificio, caseificio) che sono tuttora alla base dell'economia cittadina. L'importanza della città come nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie fra Emilia, Lombardia e Piemonte è sempre di primo piano. L'Autostrada del Sole, che valica il Po a breve distanza dalla città, ha apportato nuovo movimento con la costruzione della stazione di accesso, che smista il traffico proveniente o diretto a ponente su strade ordinarie. Intensa è l'attività commerciale per gli scambî con la bassa pianura nella quale mancano i centri importanti ma soprattutto con la montagna che è deficiente di strade e comunica agevolmente solo con il centro urbano. Questo risente della vicinanza di Milano, con la quale ha facili e rapide comunicazioni e che assorbe buona parte dei prodotti dell'agricoltura del piacentino.