Piacenza
Città dell’Emilia-Romagna, capoluogo di provincia. Placentia fu, con Cremona, la più antica colonia romana (di diritto latino) dell’Italia settentrionale (218 a.C.); il suo territorio era già stato abitato fino dall’Età del bronzo, come testimoniano le numerose terremare, e fu poi occupato dagli etruschi e dai celti. Resistette ad Annibale (218 a.C.) e ad Asdrubale (207), ma cadde nel 200 in seguito alla insurrezione di insubri, liguri, cenomani e boi. Fu in seguito restaurata e accresciuta dai romani (190), e collegata a Rimini con la Via Emilia (187). Nel 90 a.C. divenne municipio. Caduto l’impero d’Occidente, P. fu ancora importante per attività commerciale con i goti, i bizantini e dal 570 sotto i re longobardi, che ne promossero lo sviluppo religioso; dopo il 774 divenne sede di contea, i cui poteri sulla fine del 10° sec. l’imperatore Ottone III deferì all’autorità vescovile. Nel periodo della riforma gregoriana, P., per il prevalere delle famiglie capitaneali, si schierò con gli imperiali, mentre nel popolo si diffondevano le idee pateriniche. Nel 1090 dall’accordo dei nobili col popolo nacque il Comune piacentino, fedele alleato della Chiesa sino al termine della lotta per le investiture. Umiliata da Federico Barbarossa, che nel 1161 la costrinse ad abbattere le mura e a ricevere un podestà imperiale, P. risorse e in alleanza con i comuni della Lega lombarda combatté contro l’imperatore; successivamente, dalla fine del 12° sec., fu in lotta con Pavia, Cremona e Parma per estendere il suo dominio territoriale (conquista dell’Oltrepò nel 1227); nel 1250, sviluppatasi nei commerci, si dette il primo governo popolare, presieduto dal capitano del popolo. Seguì un periodo di lotte interne accanite, con alterno prevalere dei Landi di parte guelfa e degli Scotti ghibellini, mentre i Visconti signori di Milano, sostenitori dei secondi, vi si affermavano sempre più saldamente sino a stabilirvi, con Azzone, la loro diretta signoria (1335). Morto Gian Galeazzo Visconti (che per breve tempo, negli anni 1398-1402, aveva fatto di P. la sede dello studio generale, trasferito da Pavia), la città fu travagliata dalle fazioni interne, passando da una signoria all’altra (Visconti, Ottobono Terzi, Facino Cane), finché nel 1418 vi si riaffermò il potere visconteo (con Filippo Maria). Dopo un rapido intermezzo di regime repubblicano (1447-48), P. passò a Francesco Sforza e agli Sforza la città appartenne fino all’occupazione francese che, instauratavi da Luigi XII nel 1499, durò, tranne la parentesi di dominio papale (1512-13), fino al 1521. Tornata allora in possesso della Chiesa, P. nel 1545 fu eretta con Parma in ducato a favore di Pier Luigi Farnese e da quella data la sua storia si confonde con quella generale dello Stato parmense. Durante la guerra di Successione austriaca fu assediata e conquistata dai francesi (1745), poi battuti dagli austriaci l’anno successivo. In età spagnola (➔ Parma e Piacenza, ducato di) la sua fiera divenne la più grande piazza europea per il movimento finanziario. Nel 1831 la città fu sede del governo ducale di Maria Luisa d’Austria, fuggita da Parma insorta. Durante il 19° sec. grosse opere fortificate furono costruite dagli austriaci che per il Trattato di Vienna avevano diritto di guarnigione in P., sicché la città assunse quasi l’aspetto di un campo trincerato. P. fu poi incorporata al regno di Sardegna.