PHYROMACHOS (Φυρόμαχος; Phyromacus, Pyromacus)
2°. - Scultore-bronzista di Atene, attivo a Delo e a Pergamo nel III sec. a. C.
A Delo Ph. fece in collaborazione con Nikeratos una statua di bronzo che doveva innalzarsi presso il tempio di Apollo; da lì infatti proviene una base in marmo nero che reca la firma dei due artisti (Loewy, I. G. B., 118). La collaborazione di Ph. e Nikeratos è quasi sicuramente documentabile anche a Pergamo, come attesterebbe un frammento marmoreo iscritto (Altert. v. Pergamon, viii, 1; Inschr., 133). La datazione dell'attività di Ph., come si ricava dall'esame delle iscrizioni, è da porsi nella prima metà del III sec., e quindi lo scultore è facilmente identificabile con l'omonimo artista citato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 51), che ne pone l'acmè all'Olimpiade cxxi a (=296-293). Più controversa è invece l'identificazione col Pyromacus nominato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 84) che, insieme a Isigonos, Stratonikos e Antigonos fecere Attali et Eumenidis adversus Gallos proelia; l'identificazione è possibile solo ammettendo che la data dell'Olimpiade cxxi a non indichi l'acme, ma l'inizio dell'attività di Ph., che avrebbe poi continuato ad operare anche nella seconda metà del III sec. a. C. Immaginando dunque unica la persona di Ph., lo sappiamo autore di una statua di Asklepios posta nel santuario fuori le mura di Pergamo, tanto famosa già nell'antichità (Polyb., xxxii, 25; Diod. Sic., xxxi, fr. 46) che Prusia di Bitinia, nel 156 a. C., se ne impossessò. Un'altra sua opera è ricordata in un epigramma di Apollonide (Anth. Gr., ii, 120, 9 = Anth. Plan., iv, 239) dove è detto che lo scultore Φυλόμαχος rappresentò un Priapo che οὐκ ἐπὶ ποσσὶ, ἐν χϑονὶ δ᾿ἀμϕοτέρῳ γούνατι κεκλιμένον presso una delle Cariti. Ph. fece anche una quadriga con Alcibiade guidatore (Plin., Nat. hist., xxxiv, 8o), forse in collaborazione con Nikeratos, giacché lo stesso Plinio (Nat. hist., xxxiv, 88) dice che nec minus Niceratus... repraesentavit Alcibiaden; è probabile che quest'opera, quasi sicuramente bronzea, fosse stata eseguita in Pergamo per volontà degli Attalidi che, mediante la figura di Alcibiade (morto in Frigia, a Melissa), intendevano ricollegarsi idealmente alle glorie degli Alcmeonidi (Marcadé). Di Ph. sappiamo inoltre (Plin., Nat. hist., xxxv, 146) che fu maestro dei pittori Herakleides di Macedonia e Milon di Soli.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, 921, 1994, 1998-2001; G. Lippold, in Handbuch, III, i, Monaco 1950, p. 230 s.; J. Marcadé, Rec. Sign. Sculpteurs grecs, II, Parigi 1957, p. 102 con bibl. precedente.