PHUIPA
Nome etrusco, corrispondente al greco Phoibe, attestato su di una kölix etrusca a figure rosse della prima metà del IV sec. a. C. (Collezione Benedetti Guglielmi del Museo Gregoriano Etrusco), dove è rappresentato il rapimento della fanciulla da parte di Zeton, che viene generalmente identificato con Zetes, figlio di Boreas: il giovane alato, nudo, appare in rapido movimento verso destra tenendo fra le braccia Phuipa. L'episodio mitico, ammettendo che tale comune interpretazione della scena sia giusta, non risulta altrimenti noto: il rapitore di Phoibe è infatti, secondo la leggenda, Castore. Ma un fatto del genere non costituisce certo un problema nell'ambito della prassi figurativa etrusca; né si deve escludere d'altronde la possibilità di un errore della iscrizione (v. Phoibe, 2°).
Bibl.: C. Pauli, in Roscher, III, 2, 1902-909, c. 2475 ss., s. v.; J. D. Beazley-F. Magi, La raccolta Benedetti Guglielmi nel Museo Gregoriano Etrusco, Città del Vaticano 1939, p. 89 ss., tav. 32, n. 112; J. D. Beazley, Etr. Vase-Paint., pp. 4; 55-6, tav. XII, i; E. Vetter, in Pauly-Wissowa, XX, i, 1950, c. 965, s. v.
(S. De Marinis)