PHOIBOS NICOMEDEUS (Φοῖβος Νικομηδεύς)
Marmorario originario di Nicomedia che ha lasciato la sua firma - Φοῖβος Νικομηδεύς ἐποίεσε - su un modesto rilievo mitriaco, venuto in luce in un piccolo ripostiglio presso Costanza.
La scena di tauroctonia nella sacra grotta, tra Cautes e Cautopates, non si distacca dalla tipologia corrente di tale classe di rilievi nelle città pontiche; lo stesso possiamo dire della fattura, sciatta e superficiale. I caratteri paleografici dell'iscrizione, nonché alcunl elementi del rilievo stesso (la capigliatura di Mithra e quella di Helios, espresse a boccoletti chioccioliformi che si avvolgono intorno a un foro di trapano) permettono di circoscrivere la sua attività in epoca antonina.
La presenza di un artigiano di Nicomedia a Tomis è ben lungi dal sorprenderci, dato il notevole numero di nicomedei testimoniati dal materiale epigrafico tomitano.
Allo stadio attuale delle nostre conoscenze, è questa l'unica firma di artista apparsa a Tomis.
Bibl.: J. M. Vermaseren, Corpus Inscr. et Monum. relig. mithriaca, II, 2306-2307, fig. 638. Per le iscrizioni tomitane, in lingua greca e latina, menzionanti cittadini di Nicomedia vedi: R. Cagnat, Inscrip. Gr. ad Res Rom. Pertinentes, I, 648; V. Barbu, Noi monumente epigrafice din Scythia Minor, Costanza 1964, pp. 49-52; 55; G. Bordenache, Sculture greche e romane del Museo Nazionale di Antichità di Bucarest, I, n. 204 (= C.I.L., III, 7532); cfr. anche Latischer, Inscr. orae Sept. Ponti Euxini, I, 174 (un'iscrizione di Olbia, ove appare un architetto - il cui nome è perduto - che si dichiara nicomedeo e tomitano a un tempo: Νικομηδεύς ὁ καὶ Τομίτης).