phisher
s. m. e f. Chi commette una frode informatica, carpendo dati personali e riservati di altri utenti della rete telematica.
• Il link fornito, tuttavia, non porta in realtà al sito web ufficiale, ma a una copia fittizia apparentemente simile al sito ufficiale, creata per ottenere dal destinatario dati personali particolari, normalmente con la scusa di una conferma o la necessità di effettuare una autenticazione al sistema. Queste informazioni vengono memorizzate e quindi finiscono nelle mani del malintenzionato. Il «phisher» utilizza i dati per acquistare beni, trasferire somme di denaro o per accedere al conto. (Elena Orsi, Piccolo, 20 ottobre 2006, p. 2, Monfalcone) • Questa volta però i truffatori sono finiti in trappola: le Poste italiane, tra i target più amati dai phisher, hanno rilevato gli spostamenti anomali attraverso un algoritmo che individua l’anomalia dell’Ip di accesso (il numero che identifica il pc) grazie all’adaptive identification. (Massimo Sideri, Corriere della sera, 27 giugno 2012, p. 30, Cronache) • Incensurati, non hanno mai rubato nulla, in linea con la politica degli hacker che agiscono seguendo un’etica precisa. «Una sorta di codice cavalleresco», spiega un esponente di Anonymous Italia, «Emi Byke»: «Mai fare danni, mai rubare, mai farsi scoprire. Solo una sfida pratica di intelligenza. Nessun intento criminale. Gli hacker sono i buoni. I veri malvagi sono i “crackers”, i “lamer”, i “phisher”, che usano le conoscenze informatiche per rompere le sicurezza dei sistemi per furti o vandalismo». Per il momento, le azioni di questi ragazzi erano solo «prove di abilità per mostrarsi forti, potenti, capaci di bucare le reti». (Simone Bianchin, Repubblica, 28 marzo 2015, Milano, p. IX).
- Dall’ingl. phisher.